La sua particolarità è evidente considerando i mercati incoming di riferimento, la cui composizione si discosta da quella che caratterizza il nostro Paese a livello complessivo (Figure 1 e 2). Il turismo del Friuli-Venezia Giulia dipende in modo molto rilevante dal mondo germanico, in particolar modo dall’Austria, che rappresenta quasi una presenza straniera su tre, e in seconda battuta dalla Germania (23%): questi due Paesi da soli costituiscono ben il 55% dei flussi incoming. Meno importanti – ma assolutamente distintivi dell’attrattività che la regione riesce a esercitare sui mercati esteri – sono i Paesi dell’Est Europa, che sorpassano i più classici mercati di riferimento dell’Italia, come Francia, Svizzera o Paesi Bassi: l’Ungheria – pur con il 5,2% di presenze – costituisce il terzo mercato, quasi come la Repubblica Ceca (5,1%, al quarto posto). La Slovenia, invece, non costituisce un bacino turistico rilevante per il Friuli Venezia Giulia, nonostante la prossimità territoriale, in quanto registra annualmente circa 54mila presenze, meno della metà del decimo mercato più importante (in questo caso la Svizzera, 2,2% in termini di quota di mercato).
Questa polarizzazione è ancora più evidente considerando i dati dei cinque Comuni più importanti della regione per flussi stranieri: Lignano Sabbiadoro e Grado da soli totalizzano oltre 3,3 milioni di presenze, seguiti da Trieste città e, a distanza, da Udine e Monfalcone.
Resta comunque un’incognita decisiva: l’Italia sarà percepita – soprattutto da coloro che hanno vissuto in patria la vicenda Covid-19 con conseguenze meno drammatiche – come una destinazione sicura dal punto di vista sanitario e quindi in grado di contenere e gestire efficacemente eventuali nuovi focolai di coronavirus?
Lignano Sabbiadoro - foto Getty Images
A partire dal 23 febbraio PromoTurismoFVG ha garantito continuità nelle attività dell’ente istituendo un Comitato di crisi che ha adottato decisioni e strategie, intervenendo con reattività per offrire le prime, immediate risposte all’emergenza nei confronti di quattro pubblici di riferimento: i dipendenti, gli operatori e gli stakeholder, i media e i turisti. Nella seconda fase iniziata con il lockdown, che noi definiamo di resilienza, il Comitato ha proseguito nelle attività incrementando gli strumenti e le piattaforme di connettività per dare regolarità a una serie di attività: continuità ai percorsi formativi previsti inizialmente in aula e attivati a distanza offline e online, un costante coordinamento dei tavoli territoriali (montagna, mare, mondo dell’enogastronomia con la Strada del Vino e dei Sapori), definizione di linee guida sia per l’apertura e fruizione delle spiagge sia per il sistema della ricettività, monitoraggio dei mercati per comprendere gli scenari, rilascio di continui aggiornamenti agli stakeholder.
L’emergenza in atto è un vero shock, che ha un effetto sul turismo non paragonabile ad altri eventi passati. Si tratta di una crisi che colpisce contemporaneamente sia la domanda sia l’offerta e, per questo motivo, l’attesa è vigile e ci stiamo preparando ai diversi scenari possibili per riavviare il motore del comparto, consapevoli che il concetto di vacanza subirà un profondo cambiamento.
Stiamo portando avanti un lavoro di monitoraggio sulle reazioni dell’utenza, come cambia e si sviluppa la propensione al viaggio, quali potrebbero essere le esigenze, Paese per Paese, e le forme di comunicazione più adatte per raggiungere i diversi target. Curiamo i rapporti con i tour operator mondiali, molti dei quali si dicono ottimisti in vista del 2021, orientandosi alla riprogettazione e cercando di limitare le cancellazioni. Il confronto con i tour operator, che assumeranno un ruolo sempre più centrale a seguito della crisi come garanzia al turista, ha permesso di tenere sotto controllo l’andamento dei principali mercati di riferimento sui quali ci si muoverà in maniera più agile alla ripartenza. Non appena riterremo opportuno avviare la fase di promozione la nostra attività si rivolgerà soprattutto ai clienti fidelizzati, vincerà la comunicazione one to one, per cui diventa importante aggiornare i database contatti, arricchirli di variabili, conoscere sempre meglio il nostro turista, “cittadino temporaneo”.
PromoTurismoFVG in qualità di DMO (Destination Management Organization) è diventata una fonte integrata di informazioni e si è resa garante nei confronti del territorio e degli operatori fornendo un contatto continuo, linee guida e l’analisi degli scenari per impostare la ripartenza. Il nostro auspicio è quello di poter ancora giocare la partita estiva sulla base delle disposizioni che saranno indicate dai decreti e dalle ordinanze. Ci sarà molta voglia di spazi aperti, di naturalità, itinerari poco battuti e di rivisitare luoghi del cuore, ingredienti che il Friuli-Venezia Giulia può offrire, per contro ci sarà meno capacità di spesa dei turisti, con meno soldi per poter viaggiare, e meno giorni di ferie a disposizione.
Aquileia - foto Getty Images
Il tema delle linee di prodotto rimane al centro delle analisi e delle strategie che guideranno le prossime azioni di PromoTurismoFVG. A seconda delle diverse aree ci saranno innovazioni nella costruzione dell'offerta/prodotto/servizi, per rispondere alle esigenze del “nuovo” turista con un’offerta rinnovata, più consona alla gestione del post emergenza. A partire da queste considerazioni possiamo riassumere di seguito alcune tendenze che, a oggi, stanno emergendo e caratterizzando i viaggi:
- Vacanze scontate. Molte destinazioni “s-vendono” pacchetti per vacanze entro la fine del 2020;
- Short break. Si preferirà prenotare fughe senza preavviso non appena saranno revocate le restrizioni di viaggio;
- Viaggio virtuale. Utilizzo della tecnologia per soddisfare la voglia di viaggiare;
- Buoni regalo di viaggio. Molte aziende vendono buoni viaggio per vacanze future in date non specificate;
- Pianificazione del viaggio “da evasione”. Pianificazione dei viaggi post coronavirus, alcuni potrebbero contare su budget maggiori derivanti da un considerevole periodo al chiuso, con una forte riduzione delle spese;
- Boom delle vacanze invernali. Tra le molte incertezze, prenotare una vacanza per la fine del 2020 o l'inizio del 2021 sembra una scommessa sicura.
Si andrà per fasi, la cui data e durata non è pianificabile oggi, e sarà in funzione di “come” si uscirà dalla crisi: in prima battuta si lavorerà sul mercato regionale, a partire dal concetto di “non dare per scontata casa tua”, poi nel corso dell’estate 2020 si passerà al mercato domestico/Italia (Veneto, Emilia-Romagna, Trentino, Piemonte, Lombardia). A fine estate e nell’autunno 2020 auspichiamo in un’apertura per il resto d’Italia, ma anche in quella di Austria, Germania, Paesi dell’Est (Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia e Croazia). Nel corso dell’inverno 2020/2021 potrebbe ripartire il mercato europeo (a seconda dei vari Stati) e nel 2021/2022 quello internazionale.
Le analisi del Centro Studi Tci
- Le conseguenze per il turismo in Italia
- Quali località soffriranno maggiormente per l'assenza di stranieri
- Le province che dipendono di più dal mercato tedesco
- Come cambierà il turismo nelle regioni italiane: Toscana; Friuli Venezia Giulia; Puglia
Le interviste
- Nando Pagnoncelli, le reazioni degli italiani
- Gianni Brogini, il futuro del turismo in camper
- Giampiero Sammuri, il turismo nelle aree protette
Gli scenari
- Il treno batterà l'aereo?
- La bicicletta è la soluzione per le grandi città?
- Come viaggeremo in bus
- Come saranno le vacanze in campeggio
- Una nuova formula di città
Gli appelli
- L'appello di A.mo.do. sulla mobilità dolce
- L'appello delle ong europee per un nuovo modello di sviluppo