Eppure il denso rapporto che per due anni ha confrontato 141 Paesi su una griglia che comprende 4 sotto indici, 14 pilastri e 90 indicatori è quanto di più approfondito e serio ci sia nel settore per capire come funzionano le economie turistiche dei vari Paesi. Un rapporto che mette in fila i Paesi secondo quanto «sono in grado di offrire vantaggi economici, sociali e lavorativi attraverso il loro settore turistico». Un report che chiunque voglia investire nel settore turistico guarda per capire dove andare a mettere il proprio denaro. E per cui che l’Italia sia ottava, dietro all’Australia e davanti a Giappone e Canada un suo peso ce l’ha.
Soprattutto perché il turismo, che pesa per il 9% dell’economia globale, è l’unica industria mondiale in crescita costante (4% l’anno). E in più ha dimostrato in questi decenni di essere il settore che più velocemente si riprende dagli shock di qualunque nature, siano essi torri gemelle che crollami, crisi economiche o tsunami. Per cui chi si occupa di turismo per mestiere dovrebbe prendere questi numeri e analizzarli per capire come mai se è vero che l’Italia è in testa per quel che riguarda “le ragioni per viaggiare” (siamo primi per siti Unesco, secondi per bellezze naturali e sesti per offerta di cultura e intrattenimento), si trova invece drammaticamente indietro per quanto riguarda la competitività in termini di prezzi (siamo 133esimi al mondo!) e di infrastrutture. Ma anche come ambiente favorevole agli investimenti (solo 127esimi) e come importanza data al settore turistico.
Forse perché nonostante tutto questo, e nonostante siamo il quinto Paese più visitato al mondo, non siamo ancora in grado di attuare una serie politica di sviluppo in campo turistico. E non siamo stati capaci di capire che il turismo è un’industria complessa, altamente remunerativa e ad alta intensità di lavoro, che dunque va trattata seriamente. Invece troppo spesso ci affidiamo a stregoni e improvvisatori di ogni sorta che continuano a ripetere il mantra del “Paese più bello del mondo” dove tutti vogliono venire perché… ma perché è il Paese più bello del mondo.

