La capitale uzbeka Tashkent è assai diversa da come ce la si aspetta. Uno pensa a una antica città carovaniera con madrasse e moschee, mura di fango e strade strette, polversa e cadente, e invece si trova davanti una città moderna e spaziosa, popolata di costruzioni imponenti ed eccessive, fantasiose per non dire eccentriche. Costruzioni che rendono la più grande città dell’Asia centrale – oltre due milioni di abitanti – un ottimo esempio per ammirare l’architettura brutalistca sovietica di cui Tashkent ha costituito un involontario laboratorio: colpa del terremoto che il 26 aprile del 1966 ha scosso la città, radendola al suolo. Allora la ricostruzione divenne una palestra e un laboratorio dei migliori architetti di tutta l’Unione Sovietica, specie grazie al contributo volontario dei patrioti in arrivo da tutta la nazione. Una sorta di città ideale sovietica in cui si mischiano l’amore per la grandezza sovietica e un certo gusto folklorico che riprende i motivi architettonici tradizionali dell’Asia Centrale. Così la città è disseminata di blocchi di palazzi di tre quattro piani come in ogni città sovietica, ma con fregi di mattonelle con motivi orientaleggianti. Costruzioni spesso eccentriche ed esagerate, come il Palazzo dei matrimoni, che vagamente ricorda una torta nuziale, o il Palazzo dell’amicizia tra i popoli, che però assomiglia a un carcere, o il circo Sirk, che sembra una astronave: tutti di cemento, tutti con qualche motivo che riprende la traduzione artistica centroasiatica.
Come si può ben vedere al Bazar Chorsu, il grande mercato pubblico della città, centro nevralgico di qualunque abitato sulla via della Seta. Il Bazar Chorsu è una strana costruzione a forma di yurta, la tenda della tradizione nomadica ma in cemento armato, una grande cupola ricoperta di mattonelle color turchese, come tante moschee iraniane. All’interno si trovano banchi come in ogni mercato del mondo stranamente ordinati per essere in Uzbekistan con il personale vestito in colori diversi per ogni categoria merceologica, dalla frutta alla carne, dal pesce ai formaggi e tanta gente che anima dal mattino presto alla sera il cuore di questa strana capitale centroasiatica.