L'Osservatorio Europcar-Doxa nasce nel 2008 come strumento per capire gli stili delle vacanze all'italiana. Fondamentale, in un periodo di crisi, studiare le tendenze, le intenzioni, le scelte, anche per cercare di intercettare gli indecisi perenni. Sì perché il primo dato è proprio sulla divisione dei vacanzieri made in Italy che per il 36% son curiosi e cercano località nuove, peril 35% son prudenti e vogliono località già conosciute, mentre il 29% sono abitudinari e vanno sempre nello stesso posto. Sì, ma quanti andranno in vacanza? La stima è del 44% per cento, l'uno per cento in più dello scorso anno, trend che fa ben sperare dopo i crolli di oltre il dieci per cento degli anni passati. Ciò significa che 56 italiani su 100 rimarranno a casa, mentre gli altri opteranno al 73% per l'Italia. Il 26% andrà all'estero con un aumento del 7% non indifferente, con Spagna, Grecia e Croazia tra le mete preferite. A farla da padrona in Italia come meta preferita è la Puglia seguita a distanza da Toscana, Sardegna e Liguria. Questo a conferma che il mare è sempre la destinazione preferita con il 67%, la montagna si attesta al 18, le città d'arte al 6. La lunghezza del soggiorno continua a ridursi attestandosi, per il 2013, intorno ai 7-10 giorni, confermando la tendenza a distribuire i periodi di vacanza in tutto l'anno e a non concentrarli solo in agosto come accadeva in passato.
Tra i dati interessanti, raccolti su un campione di 1001 persone, anche quello relativo alla mobilità: 65% gli italiani che partono con l'auto, 21% in aereo e 7% in treno. In netto aumento l'autonoleggio con un 13% di utenti che spesso optano per la soluzione fly and drive.
Dall'indagine Europcar-Doxa sembra emergere anche una ridotta identità delle destinazioni che, agli italiani, “sembrano tutte uguali” e quindi intercambiabili con offerte più vantaggiose. Questo ha danneggiato notevolmente il sistema turistico italiano che si è trovato quindi a dover competere con destinazioni straniere low cost pur avendo un patrimonio ben più interessante sia dal punto di vista culturale che paesaggistico. Emblematici i casi opposti di Puglia e Sicilia: la prima che ha saputo imporsi a livello nazionale e internazionale come destinazione top, anche per la qualità dei servizi offerti, la seconda non sfruttata debitamente seppur con un potenziale unico e straordinario.
Indagini come queste dovrebbero essere il cardine di un approccio nuovo alla questione turistica che punti a sfruttare al meglio e valorizzare il “tesoretto” italiano. Speriamo di non dover usare il condizionale ancora a lungo. La stagione turistica sta per cominciare e, si spera, sia davvero migliore di quella precedente.