Oggi, a sessant’anni esatti da quando l’artista marchigiano vinse il Gran Premio per la pittura alla XXIX Biennale di Venezia e dalla sua prematura scomparsa, la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia gli dedica un’attesissima retrospettiva, a cura di Luca Massimo Barbero, "Osvaldo Licini. Che un vento di follia totale mi sollevi", dal 22 settembre al 14 gennaio 2019.
Osvaldo Licini, Angelo ribelle su fondo rosso scuro, 1946 - Galleria d’Arte Contemporanea Osvaldo Licini, Ascoli Piceno (foto Domenico Oddi) © Osvaldo Licini, by SIAE 2018
Si prosegue poi con la fase non figurativa degli anni ’30, anni dell’inevitabile coinvolgimento dell’artista nelle attività della Galleria "Il Milione" a Milano. Il linguaggio astratto di Licini è atipico, attento alla geometria, una geometria intrisa di lirismo, evidente in opere come Castello in aria del 1933-36, o Obelisco del 1932. È proprio in “bilico”, titolo e soggetto di varie opere di Licini degli anni ’30, tra i due poli di astrazione e figurazione che si giocano la sua carriera e i grandi capolavori della maturità dedicati ai temi dell’Olandese volante, dell’Amalassunta e dell’Angelo ribelle, tutti soggetti presenti nella mostra veneziana.
La mostra "Osvaldo Licini - Che un vento di follia totale mi sollevi" rimarrà aperta fino al 14 gennaio 2019.
Tutti i giorni alle 15.30 il museo offre visite guidate gratuite alla mostra previo acquisto del biglietto d’ingresso.
Collezione Peggy Guggenheim, Palazzo Venier dei Leoni, Dorsoduro 701, Venezia
Orario: apertura 10-18 tutti i giorni; chiuso il martedì e il 25 dicembre. La biglietteria chiude alle ore 17.30.
Informazioni generali: tel: 041.2405.411; www.guggenheim-venice.it. Biglietto ridotto per i soci Tci.