
- Prima parte: attorno a Bressanone in bicicletta, tra Novacella, Vipiteno e Fortezza
- Seconda parte: in bicicletta in val Pusteria, da Brunico a Bressanone
PROLOGO
L’ebbrezza della velocità contagia anche Lorenzo, il fotografo, che avvantaggiato da 20 anni di età in meno, pedala rapido nonostante lo zaino con macchine e teleobiettivi. Fa cenno di proseguire, il prossimo scatto lo cercheremo più avanti.
Il contaciclisti lungo la ciclovia della val d'Isarco alle porte di Bressanone © Lorenzo De Simone
UN PO’ DI STORIA
In più di trent’anni di ferie estive tra le Dolomiti, l’onda di marea delle due ruote l’ho vista montare stagione dopo stagione. Negli anni Novanta l’esclusiva era dei gruppi di amatori sulle tracce dei “tapponi dolomitici” del Giro d’Italia. Poi con la mountain-bike sono comparsi gli yuppie lombardi bardatissimi, in crisi d’ossigeno a metà del sentiero in salita; a seguire, le famiglie di cicloturisti olandesi complete di carrello per i bimbi. Oggi il diverso approccio alla mobilità e la bicicletta a pedalata assistita – la e-bike declinata sia in versione fuoristrada come e-mtb sia come più leggera e-trailbike da turismo – hanno fatto esplodere i numeri: se le ciclabili della provincia di Bolzano superano i 500 chilometri, il solo itinerario della Pusteria conta ogni anno più di 150mila ciclisti.

L’aperitivo, in una bella giornata di maggio, è un’escursione lungo l’Isarco fino all’abbazia di Novacella. I chilometri sono pochi, più o meno quelli di un casa-lavoro in città. La bici semplice, un ibrido tra city-bike e mtb con sei rapporti, l’approccio coi sellini tecnici e i pantaloni con imbottitura soprasella amichevole (chi se ne intende, dice che sono miracolosi). Il casco quello da città. L’esito più che piacevole: pedalare nel centro pedonale di Bressanone dà una dimensione “altra” a strade e monumenti. Un Bauerntoast – toast del contadino: pane integrale, speck e formaggio – all’Alter Schlachthof, ex mattatoio oggi spazio cultural-gastronomico a chilometro zero e si parte.
Risalire l’argine dell’Isarco proietta nel verde e, seguendo le indicazioni, prima che i polpacci possano protestare, ci si ritrova tra vigneti pregiati in viste dei tetti dell’abbazia. Il rovescio di pioggia (immancabile) mentre entriamo nel cortile centrale di Novacella è l’occasione per una visita attenta: sono otto i secoli di storia che vi sono custoditi, a partire dalla fastosa biblioteca a stucchi rococò. Il calice di vino sylvaner nella cantina abbaziale? L’omaggio a una tra le zone vitivinicole più settentrionali (e apprezzate) d’Italia. Lungo il percorso incontriamo anche il bike-o-meter, monolite hi-tech che conta i ciclisti lungo l’asse della val d’Isarco. Sono le 17 e siamo a quota 180 per oggi, oltre 11mila da inizio stagione. Non male: ad aprile da queste parti si sciava ancora...
I vigneti circostanti l'abbazia di Novacella © Lorenzo De Simone
DA BRESSANONE A VIPITENO
La tappa del secondo giorno prevede di puntare su Vipiteno, tour da una trentina di chilometri. La bici diventa una mountain bike a pedalata assistita: Wolfgang, maestro di sci d’inverno e bike guide in stagione, aiuta Alex a metterci in sella. Segue un minicorso per imparare a districarsi (con facilità) tra leve e batterie: i freni a disco si comandano col solo dito indice; in discesa solo in piedi, a gambe tese e braccia leggermente flesse, col peso all’indietro; mai usare il livello più alto del motore elettrico in salita per non impennare eccetera. Il casco, personalizzato, diventa più tecnico.
In stazione ci sentiamo dei marziani. L’attenzione dei liceali in attesa, che staccano gli occhi dagli smartphone per studiare le bici, compensa le faticose manovre negli ascensori del sottopasso per raggiungere il binario. Poi i ragazzi ci spiegano: «scegliete le porte del treno che hanno il logo della bici e del portasci, lì c’è più spazio ed è più facile legare le bici». Le due ruote devono essere fissate con le cinture di sicurezza; quando passa a controllare i biglietti (per le bici il giornaliero costa 7 euro), l’addetta si complimenta. E con Lorenzo festeggiamo il completamento della trasferta con un caffè in piazza di una Vipiteno che il mercato settimanale rende anche più vivace del consueto: meglio poi condurre a mano la bici sotto i portici fino alla chiesa di S. Spirito per ammirare con calma gli straordinari affreschi quattrocenteschi di Giovanni da Brunico.

Bici a bordo: l'esempio dei treni dell'Alto Adige © Lorenzo De Simone
È il momento di usare la app ufficiale Ciclovia Alto Adige per farci guidare verso Bressanone. In realtà già su via Città Nuova, la strada principale dominata dalla torre civica, le frecce sono più che chiare. In poche pedalate, superato il totem all’incrocio con la ciclabile della val Ridanna, si imbocca il lungo rettilineo che taglia la piana del campo di aviazione (per alianti). Pare di nuotare nella prateria, allagata di giallo dalle chiazze di fiori di tarassaco, in vista di castel Tasso sulla destra. A guastare la volata verso sud, a Campo di Trens, un cartello che segnala la chiusura del tratto successivo: c’è bisogno di spazio per cantiere del Bbt, il tunnel di base del Brennero; il nuovo tracciato a oggi (primi di luglio) è già operativo.
Sulla ciclabile alle porte di Vipiteno © Lorenzo De Simone

Nel verde lungo la ciclabile tra Vipiteno e Bressanone © Lorenzo De Simone
Che cosa caratterizza un bike hotel? Il punto di vista di Michaela Zingerle, direttore di Bike Hotels Alto Adige.
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Tutte le informazioni utili per pedalare con ogni tipo di bicicletta, dalla bici da corsa alla mountain bike, sulle ciclabili della provincia di Bolzano sono disponibili su ciclovia-altoadige.it e nella app gratuita Ciclovia Alto Adige. I Bike Hotels Alto Adige sono 36: dispongono di rimessa e attrezzature per accogliere ciclisti e cicloturisti, propongono corsi di tecnica ed escursioni con bike guide professioniste su bici sia di proprietà sia a noleggio (www.bikehotels.it).
Il network Bici Alto Adige ha 20 punti noleggio e un parco di 5mila bici, tra cui 600 a pedalata assistita (bici-altoadige.it); su altoadige.info l’elenco dei noleggiatori. Su tutti i mezzi pubblici dell’Alto Adige, treni e autobus (esclusa l’alta velocità; massimo di due bici a corriera) nonché un buon numero di funivie, è previsto il trasporto di biciclette (ticket giornaliero da 7 €). Utile, specie in alta stagione, la bikemobil Card (da 25 € al giorno) che combina la libera circolazione su treni e bus di linea con il noleggio di una bicicletta e la sua restituzione in uno qualsiasi dei punti del network Bici Alto Adige.
Il programma delle mostre e attività in cartellone al forte di Fortezza è disponibile su www.forte-fortezza.it. Le informazioni sul Il Museo provinciale degli usi e costumi dell'Alto Adige a Teodone sono sul sito www.museo-etnografico.it.
A Bressanone, Vital Hotel Goldene Krone, bike hotel quattro stelle gran comfort nel centro storico (tel. 0472. 835154; coronadoro.com), con spa panoramica; all’Alter Schlachthof spuntini e cultura in un ambiente moderno in riva all’Isarco (tel. 327.3621614; schlachthof.it).
Numerose le guide Touring: la nuova Verde Pocket Alto Adige (12,90 €, soci Tci 10,32 €) e le classiche Guida Verde Trentino Alto Adige (24,90 €, soci Tci 19,92 €) e Guida Verde Dolomiti (19,50 €, soci Tci 15,60 €) acquistabili nei Punti Touring e online scontate sullo store Touring.