«Quella montagna dietro ai vigneti è il Taburno, genius loci di questo territorio. Era la montagna sacra degli Osci, popolo che abitava queste terre prima dei Sanniti e molto prima dei Romani. Gli Osci veneravano uno dei loro capostipiti, Tabus, come “il piantatore di viti”: in questo territorio esiste una tradizione vitivinicola antecedente alla Magna Grecia» racconta Pasquale Carlo, giornalista, sommelier, coordinatore per la Campania della guida TCI ViniBuoni d’Italia, un passato da presidente della pro loco di Castelvenere, la sua città.
Profondo conoscitore del Sannio Beneventano, Carlo ci fa capire come quest’area abbia una storia antichissima da sempre legata al mondo del vino. Non a caso queste sono le terre dell’aglianico, rosso corposo che proprio attorno al Taburno ha una sua Docg, e della falanghina, un bianco fruttato e aromatico che secondo i dati del Consorzio Tutela Vini del Sannio è il vino bianco del Sud Italia più conosciuto e diffuso.

Falanghina, un tesoro di Sant'Agata de' Goti
Una storia singolare, quella della falanghina, se si pensa che questo vino, 50 anni fa, non esisteva. Fu Leonardo Mustilli, nel 1979, il primo a vinificare e imbottigliare la falanghina in purezza: prima queste uve erano destinate alla distillazione o a vini da taglio per il nord Italia. Leonardo credeva nelle potenzialità di quest’uva e credeva nel suo territorio: oggi la sua eredità è portata avanti dalle figlie Paola e Anna Chiara nell’omonima cantina di Sant’Agata de’ Goti, Comune Bandiera Arancione TCI al confine fra le province di Benevento e Caserta, sul versante occidentale del Taburno. Una cantina che non è solo un pezzo di storia enologica italiana, ma anche un luogo straordinario da visitare.

La casa-enoteca Mustilli è un piccolo grande museo di memorabilia che ti catapultano indietro nel tempo, e quando Paola Mustilli apre la pesante botola in legno che dà accesso alla cantina ipogea, il visitatore non immagina il mondo che sta per scoprire. Migliaia e migliaia di bottiglie, centinaia di grandi botti in legno, decine di corridoi che si sviluppano sotto la casa e sotto la città, nella collina tufacea sulla quale sorge Sant’Agata de’ Goti. Sembra di stare nei sotterranei di un autentico castello medievale, torce incluse.
Dal ponte Vittorio Emanuele che sovrasta il vallone Martorano si ha il colpo d’occhio più suggestivo sul paese. Rispetto alla toscana Pitigliano o alla romana Calcata, a Sant’Agata de’ Goti manca solo la notorietà, e di conseguenza il turismo, non la bellezza.

Il primo presepe della storia dell'arte
«Come provincia siamo fanalino di coda per le presenze turistiche, eppure questo territorio ha tanto da offrire ed è denso di storia: dobbiamo solo imparare a raccontare il Sannio e i suoi mille volti, perché il Sannio è Beneventano ma anche Alto Casertano, Matese e Molisano.
Una terra vasta, che comprende cinque province e due regioni». Chi parla è Lorenzo Piombo, console TCI di Benevento, medico in pensione, appassionato conoscitore del territorio, autore di numerosi testi di storia e di archeologia.
Piombo vive a Morcone, centro del Sannio Beneventano al confine con il Molise, quindi verso nord. «Morcone è chiamato il paese presepe, ed è famoso per il presepe vivente che allestiamo ogni anno: un presepe nel presepe. E sapete dove si trova la prima rappresentazione di una Natività della storia dell’arte, il primo presepe? Sul pulvino di una colonna nel chiostro della Chiesa di S. Sofia a Benevento.
Fu realizzato agli inizi del XII secolo da uno sconosciuto scultore detto il Maestro dei Mesi». Il chiostro di S. Sofia è Patrimonio Unesco dal 2011 e fa parte del sito seriale I Longobardi in Italia. I luoghi del potere, così come l’altro monumento tutelato dall’Unesco in città, l’Arco di Traiano, fa parte del sito Via Appia Regina Viarum. Eretto nel 117, alto poco più di 15 metri e fittamente decorato a bassorilievo, è l’arco romano meglio conservato d’Italia. A pochi decenni prima risale l’anfiteatro romano di Benevento, ritrovato solo nel 1985 poco fuori dalla cinta muraria medievale.

In viaggio con il Touring tra Sannio e Irpinia
La città è fra le tappe del Viaggio TCI fra Sannio e Irpinia in programma dal 16 al 21 marzo 2026. Info e programma dettagliato. Di fondazione antichissima – il mito la attribuisce al guerriero acheo Diomede reduce da Troia – la romana Maleventum (ma il vento non c’entra: si intendeva evento, cattivo augurio, presagio) poi Beneventum era la città delle streghe, che la tradizione vuole si ritrovassero attorno a un grande noce ormai abbattuto.
Di streghe non se ne vedono da secoli, anche perché qui nel medioevo ne bruciarono parecchie. Una sola è rimasta a portare il nome della città in giro per il mondo, ma senza scopa: quella del liquore allo zafferano che dà il proprio nome a uno dei più prestigiosi premi letterari italiani: lo Strega.
In città è possibile visitare lo stabilimento di produzione del liquore Strega, anche se la ricetta delle 70 erbe utilizzate resta segreta: i dipendenti devono firmare un patto di riservatezza. Lo stabilimento accoglie anche il museo d’impresa che espone numerosi alambicchi storici, manifesti pubblicitari degli anni Quaranta e Cinquanta, una sala che ospita 400 contraffazioni del liquore realizzate nei decenni e una raccolta di finalisti e vincitori al premio letterario, istituito nel 1947.
