A partecipare a quest'ultima formula, nel mese di ottobre 2021, alcuni dipendenti del Gruppo Credem: dopo un percorso formativo sul tema del viaggio e del racconto di viaggio, a loro è stato chiesto di realizzare un elaborato sul tema "Passione Italia". Come molti ricorderanno, "Passione Italia" è la campagna lanciata a marzo 2020 con la quale il Touring ha voluto contrapporre alla mappa del contagio la mappa della bellezza italiana; un invito per tutti a “viaggiare da casa”, per scoprire e riscoprire ciò che il Paese ha da offrire. In questo contesto abbiamo chiesto anche ai dipendenti di Credem di raccontarci la loro personale "Passione Italia": un luogo, un'esperienza, un momento da ricordare e da suggerire anche ai lettori.
Ecco il contributo di Riccardo Daini; tutti gli altri li potete trovare a questo link.
AMARCORD IN TERRA PISANA – LA ROCCA DELLA VERRUCA E LE CAVE DI ULIVETO TERME
di Riccardo Daini
1- l'arrampicata a piedi fino alla vetta della “Verru’a” (come comunemente chiamata in dialetto toscano): una montagnola, appunto a forma di verruca, estrema propaggine verso sud del Monte Pisano, che si staglia sopra la piana a oltre 500 metri di quota con la sua antica roccaforte diroccata sulla sommità. La Verruca era una meta ambita, un luogo misterioso e inquietante; chi di noi ragazzini riusciva a compiere l’impresa (ovviamente dopo aver implorato per mesi l’aiuto e la guida di qualche adulto, fossero genitori, zii, cugini, parenti, vicini di casa vari; chiunque andava bene!) otteneva unanime e incondizionata ammirazione, una sorta di patente di “maturità”, perché così diventava chi affrontava l’Avventura delle avventure. E anch’io fortunatamente presi quella patente: avevo appena finito la quinta elementare e la gita sulla Verruca fu il più bel regalo che potesse capitarmi;
La Verruca - foto Riccardo Daini
2- lo spettacolo dello scoppio delle mine nelle cave di Uliveto Terme, cave per la estrazione di pietra calcarea usata nelle costruzioni, situate proprio alla base delle pendici della Verruca. L’attività di estrazione dei cavatori aveva il proprio apice nei momenti in cui si preparava la brillatura della mina: tutta la vita del paese veniva fermata per qualche minuto (compreso il traffico delle auto), le case più vicine alla cava venivano evacuate e, al momento dello scoppio, un fragore assordante veniva seguito da una miriade di pietre e pietroni scagliati per aria che, una volta atterrati, rotolavano sui crinali intorno. Grazie a un compagno di classe delle medie (e al di lui babbo, dipendente della società che gestiva le cave) una volta sono riuscito a vedere da un punto privilegiato quello spettacolo unico ed emozionante, di cui ricordo ancora molti dettagli. Per la cronaca, all’epoca le cave di Uliveto Terme venivano talvolta utilizzate anche dalle troupe degli Studi Cinematografici di Tirrenia (la “Hollywood” pisana, come veniva chiamata allora) per girare gli esterni dei film “spaghetti-western”, tale era la somiglianza con i paesaggi delle montagne rocciose dell’Arizona o del Colorado; su quest’ultimo fronte però non ho avuto altrettanta fortuna e devo confessare che non sono mai riuscito a vedere le varie star quali Giuliano Gemma o Franco Nero dal vivo... che sfortuna!
Cave di Uliveto – vecchi depositi riutilizzati e massi monolitici - foto Riccardo Daini
Vicopisano-Rocca della Verruca
Vicopisano, borgo Bandiera Arancione del Pisano - foto Riccardo Daini
Superata la Azienda Agricola Gallo Verde sulla destra, il paesaggio si fa via via sempre più brullo e gli alberi cedono il posto ad ampie praterie, cespugli e macchia mediterranea; tutta l’area è stata infatti pesantemente colpita dall’incendio del settembre 2018 (uno dei più gravi che abbia mai interessato la Toscana, con un’area di oltre ha 1300 devastata dal fuoco; all’indomani dell’incendio, il comitato “Insieme per il Monte Pisano” ha lanciato un passaparola mediatico tra cittadini e istituzioni dell’area pisana, portando in poco più di due mesi a vincere l'iniziativa FAI “I Luoghi del Cuore 2018” totalizzando il maggiore numero di voti mai ottenuto in tale iniziativa).
In breve si raggiunge l’area di Prato a Ceccottino, con la Rocca della Verruca che si staglia in vicinanza di fronte a noi; qui sono visibili i resti dell’antico monastero di San Michele alla Verruca, abbandonato nel XV secolo per la sventura di trovarsi a poco meno di 500 metri dalla Rocca, luogo dove Pisani e Fiorentini, eterni nemici, non perdevano occasione di sfidarsi in battaglie e combattimenti cruenti. Proseguendo, si inizia l’ultimo tratto di ascesa (un po’ difficoltosa) tra le rocce sommitali fino all’unica porta di accesso del complesso. La Rocca della Verruca faceva parte di un sistema di fortificazioni che aveva lo scopo di controllare il territorio pisano dalle invasioni nemiche (in prevalenza fiorentine, ma non solo); costruita nell’anno 780 fu poi ristrutturata nel XV secolo da un vero e proprio specialista in fortificazioni, Antonio da Sangallo (l’artefice della fortificazione di Castel Sant’Angelo a Roma).
Accesso alla Rocca della Verruca - foto Riccardo Daini
Monastero San Michele alla Verruca – cartellonistica - foto Riccardo Daini
Panorama dalla Rocca della Verruca verso sud - foto Riccardo Daini
Panorama dalla Rocca della Verruca verso nord - foto Riccardo Daini
Rocca della Verruca – Noce
Deviazione 1 (lunga) - Da qui si consiglia di fare una deviazione, proseguendo verso destra in discesa, per raggiungere la “Torretta” o Torre degli Upezzinghi con una camminata di ca. 3,0 km (1:30 h) tra andata e ritorno. La Torretta fa parte del sistema di fortificazioni pisane sopra citato e sorge su un panoramico sperone roccioso sovrastante le cave di Uliveto.
Torre degli Upezzinghi - foto Riccardo Daini
Deviazione 2 (breve) - Per chi non se la sente di fare la deviazione lunga, per avere una visione spettacolare delle cave di Uliveto, proseguendo dritti per 400/500 m (15 min) dalla località la Focetta si raggiunge la parte alta delle cave che costituisce un belvedere naturale sull’intero sito.
Le cave di pietra ormai non sono in più attive sin dagli anni Ottanta; gli impianti fatiscenti, l’aria dismessa e gli enormi massi monilitici sparsi qua e là le attribuiscono comunque il fascino decadente di una ghost-town nostrana, a diretto contatto con l’altra parte “vitale” della cittadina di Uliveto che si è sviluppata, a partire proprio da quegli anni, con l’estrazione non più della pietra ma della nota acqua minerale.
Tornati a La Focetta si prende lo stradello in direzione est che scende verso la località di Noce, raggiungendola in poco meno di 2 km. Noce è un piccolo e caratteristico borgo ai piedi della Verruca, dove si può anche godere di un buon pasto per rifocillarsi. L’escursione può finire qui (se si possiede una seconda macchina di appoggio, oltre a quella lasciata alla partenza) oppure si può proseguire fino al rientro a Vicopisano (km 6,0 interamente pianeggianti, tempo 1:30 h) attraversando i tranquilli paesini di Lugnano e San Giovanni alla Vena, dove si incontrano alcune belle ville padronali di fine Ottocento.
Frazione Noce - foto Riccardo Daini
La camminata di inizio anno è al termine. Il senso di benessere interiore permane ancora forte, anche se mescolato con i miti dell’infanzia che ormai esistono, un po’ sfuocati, solo nei ricordi. Ma questo in fondo è solo un dettaglio senza importanza.
Locali consigliati per mangiare:
Vicopisano, borgo Bandiera Arancione del Pisano - foto Riccardo Daini