Dall'Hurtigruten al mercato del pesce, dal Bryggen al panorama sul monte Floyen
Cinque giorni in Norvegia: seconda parte, Bergen la piccola metropoli a colori
26 giugno 2016
di Fabrizio Milanesi
Tempo di lettura-4 minuti
Questo è il racconto del nostro inviato Fabrizio Milanesi in Norvegia, nella zona dei fiordi di Alesund e Bergen, nell'ambito di una #FjordExperience in collaborazione con VisitNorway. Ecco i link delle varie puntate:
Molto più che un semplice mezzo di trasporto, il leggendario traghetto costiero Hurtigruten in servizio tutti i giorni è una fantastica esperienza di viaggio lungo una delle coste più spettacolari al mondo. Noi siamo saliti quando l’avventura dei croceristi che si sono imbarcati a Capo Nord volge quasi al termine, ma le otto ore che passeremo a bordo della storica nave) saranno difficili da infilare in un cassetto.
Lampadari liberty, sedie d’antan e un silenzio quasi irreale regna su una nave che negli anni ha smesso gli abiti da lavoro per indossare la livrea e sfidare ghiacci e un meteo non proprio addomesticabile. Le “cuccette” rimandano a immagini da traversate novecentesche, come le rifiniture della boiserie, i lampadari policromi e un pianoforte in bella vista per che non deve smettere di suonare.
I COLORI DI UNA CITTÀ APERTA
Il porto di Bergen arriva dopo una sequenza di rocce che spuntano nere e verdi tra il grigio della nebbia e la pioggia battente. Scendiamo alla spicciolata e dopo un’ora scarsa siamo già in un’altra Norvegia rispetto a Alesund. Il porto, le facciate multicolori, l’aria che da frizzante diventa speziata. Siamo al mercato del pesce di Bergen, molto di più di un simbolo.
Le atmosfere rarefatte ed eleganti di Alesund non si ritrovano sul molo di Bergen. Moltissimi ragazzi, turisti, allungano il collo sulla sfilata di salmoni affumicati, ostriche, chele abnormi e fumi di fritture che restano nell’aria. Sette colline e i sette magnifici fiordi che circondano Bergen non hanno soffocato la spinta alla contaminazione di una città che guarda al mare più che alle sue spalle. In strada si respira il dinamismo di una quasi-metropoli che non ha piegato la testa al kitch spesso attirato dal turismo di massa.
NEL QUARTIERE GIOIELLO DEL BRYGGEN
Ai pullman che arrivano senza soluzione di continuità sembra resistere anche il fascinoso Bryggen, il quartiere più antico di Bergen. Le facciate colorate delle case in legno guardano il molo e fanno da porta d'ingresso ai 58 edifici in legno e pietre impilate che l’Unesco ha deciso saggiamente di tutelare. Dal 1200 qui erano magazzini, case private e uffici mercantili e da ogni edificio vista-molo penzolava una gru per caricare e scaricare le merci sulle imbarcazioni. I pasti erano invece consumati nelle schotstue dove i marinai e i lavoratori di terra erano fianco a fianco. Oggi tra i vicoli multicolore si alternano botteghe di design e artigianato di qualità, selezionate con una cura rara che ha mantenuto il buon senso e le atmosfere delle origini.
IL PANORAMA DAL FLOYEN E LA LIFESTYLE
Dopo un sandwich di pesce e una birra aromatizzata agli agrumi stacchiamo il biglietto per il belvedere mozzafiato sulla città: il Floibanen. Sul cucuzzolo del monte Floyen una bella funicolare fa la spola ogni 15 minuti affrontando per 320 metri una pendenza del 20%. Dalla vetta partono bei sentieri da percorrere a piedi o in mountain bike e in tre quarti d’ora si può tornare con le proprie gambe a Bergen città.
Noi scegliamo di dedicarci ai sapori locali, anche perché la serata diventa soleggiata, un chiarore dai toni rosa che ci accompagna per tutta l’esuberante nottata al porto, animata dai cori portoghesi per la qualificazione acciuffata in zona Cesarini e dai club stilosi che si riempiono di giovanottoni barcollanti e coppie trendy. Domani racconteremo una Bergen poco conosciuta, tra le note di Edvard Grieg e le pennellate di Munch.