A partecipare a quest'ultima formula, nel mese di ottobre 2021, alcuni dipendenti del Gruppo Credem: dopo un percorso formativo sul tema del viaggio e del racconto di viaggio, a loro è stato chiesto di realizzare un elaborato sul tema "Passione Italia". Come molti ricorderanno, "Passione Italia" è la campagna lanciata a marzo 2020 con la quale il Touring ha voluto contrapporre alla mappa del contagio la mappa della bellezza italiana; un invito per tutti a “viaggiare da casa”, per scoprire e riscoprire ciò che il Paese ha da offrire. In questo contesto abbiamo chiesto anche ai dipendenti di Credem di raccontarci la loro personale "Passione Italia": un luogo, un'esperienza, un momento da ricordare e da suggerire anche ai lettori.
Ecco il contributo di Enrico Baldisserri; tutti gli altri li potete trovare a questo link.
CORRENDO NEL PARCO STORICO DI MONTE SOLE, IMMERSI TRA STORIA E NATURA
di Enrico Baldisserri
Il percorso che vi propongo in quest'articolo, lungo 17 km, è uno dei miei preferiti per allenarmi, sia per il dislivello (961 metri) sia e soprattutto per la natura che lo circonda e la storia che si sente pulsare in ogni angolo: mi trovo nel parco regionale storico di Monte Sole, un'area naturale protetta istituita nel 1989 nella città metropolitana di Bologna.
Parco storico di Monte Sole - foto di Enrico Baldisserri
Si parte da Allocco, piccola frazione di 250 anime facilmente raggiungibile da Sasso Marconi e dalla sua uscita autostradale sud, che dista solo 5 chilometri. A pochi passi scorre il torrente Setta, meno famoso del fiume Reno ma non meno importante per Bologna, dato che a una manciata di chilometri a valle del paese parte l’acquedotto romano che ancora oggi alimenta il capoluogo felsineo.
Allocco è anche il nome del rapace che qui si può facilmente ascoltare nel suo "ululato notturno", come mi è successo più volte facendo il percorso a ridosso della sera. Il parco è popolato da molti animali: posso garantire che tra cinghiali, rapaci, cervi, daini, caprioli e lupi non ci si annoia mai. Il lupo, in particolare, che io non ho mai avuto la fortuna di incrociare, è ben presente: ne sono prova ne sono gli escrementi lasciati sul sentiero. Per quanto riguarda i cervi, invece, consiglio una visita a fine agosto o a inizio settembre per assistere (o meglio ascoltare) alle gare di bramito tra i maschi.
Escrementi di lupo, Parco storico di Monte Sole - foto di Enrico Baldisserri
Parco storico di Monte Sole - foto di Enrico Baldisserri
Percorso del cavatappi, Parco storico di Monte Sole - foto di Enrico Baldisserri
Siamo su un tratto molto battuto da trailers e mountain bikers: percorrendolo, capirete anche il perché del curioso nome. In fondo al percorso del cavatappi si gira a destra in salita per inoltrarsi nella parte più storica, quella che catapulta alla metà del secolo scorso; quella che mi riporta sempre ai ricordi dei miei nonni, a quel maledetto fine settembre del 1944. I partigiani avevano iniziato operazioni di disturbo importante contro le truppe tedesche che ormai si erano ritirate dal centro Italia concentrando alle porte di Bologna le ultime difese per il loro ritiro. La salita è un affiorare di memorie confuse; mi sento dentro al film “L’uomo che verrà”, di Giorgio Diritti, e vedo quella bimba che non parla ma mi guarda e corre nel bosco di fianco a me.
A Brigadello la brigata partigiana Stella Rossa aveva posizionato il centro di comando: non c’è più nulla a memoria, se non un totem informativo. Sono questi i luoghi dell’eccidio chiamato di Marzabotto; erroneamente, dato che nulla accadde nel paese a valle. Mi trovo a pochi passi dalla chiesa di Cerpiano e dal cimitero di Casaglia, dove la furia nazista si abbattè su civili inermi, in maggioranza donne. Penso che qui sono passati i partigiani; qui sono passati i fuggiaschi; qui sono passate le SS alla loro ricerca: qui, soprattutto, è passata la storia dell’Italia e dell’Europa recente.
Arrivati al bivio per Casaglia, si prende il sentiero che in salita porta alla cima di Monte Sole da dove si può godere della vista di tutto il parco: a sud verso il Salvaro, che è la cima più alta, e poi oltre verso il Corno e il solitario Cimone. Sulla cima c’è un cippo a memoria della brigata Stella Rossa con incisa una dedica al Lupo: non il frequentatore di queste colline ma il capo dei partigiani, Mario Musolesi, che era soprannominato in quel modo.
Cippo a memoria della brigata Stella Rossa, Parco storico di Monte Sole - foto di Enrico Baldisserri
Si scende poi da Monte Sole verso Monte Caprara, che è la collina gemella sulla quale si possono vedere ancora fortificazioni tedesche. Nella sella dei due monti è possibile prendere il sentiero a sinistra verso valle che porta al rifugio Poggiolo che ospita anche il centro visite del parco; normalmente io invece giro a destra e percorro il CAI 100A che mi riporta in cresta e mi permette di tornare verso Allocco.
Vista sul Monte Venere, Parco storico di Monte Sole - foto di Enrico Baldisserri