Sbarco a Portoferraio con la valigia piena di emozioni e l’impressione di rincorrere un déjà vu. Non conosco l’Elba ma la ri-conosco, senza averla mai davvero conosciuta. La esploro con uno sguardo sfocato e doppio: quello della spettatrice tv e quello, più intimo, della scrittrice: sulle sponde dell’isola toscana ha preso vita Le onde del passatola fiction di Canale 5 ispirata al mio romanzo Due sirene in un bicchiere (Feltrinelli). E ora viaggio attraverso le location e i set, camminando in punta di piedi lungo il confine tra immaginazione e realtà.

Sirene e alberi che cantano

La prima tappa è al B&B delle Sirene Stanche. Nel libro, si può soggiornarvi soltanto scrivendo una lettera di motivazione a mano. È la casa di Tamara, la protagonista, interpretata in tv dall’attrice Irene Ferri, ma è per me l’occasione di scoprire la lunga e bella spiaggia di ciottoli e sabbia di Schiopparello.

Sul set a Schiopparello - Banijay Studios Italy (foto Pierfrancesco Bruni)
Sul set a Schiopparello - Banijay Studios Italy (foto Pierfrancesco Bruni)

La villa non è un vero B&B ma si può affittare tutta intera, conta sedici posti letto affacciati sull’acqua: la sua grande terrazza au bord de l’eau di tante scene sfida le onde come la prua di una barca gialla che fa rotta su Portoferraio all’orizzonte. Tutt’intorno, ci sono tamerici e pini marittimi che corrono nel giardino e lungo la baia, dove decido di nuotare e fare snorkeling, al riparo dallo scirocco che soffia.

Le stesse piante mi “accompagnano” e mi circondano lungo il percorso fino alla mezzaluna sabbiosa di Istia, dove Stefano Magro ha piantato le vigne di Tenuta delle Ripalte fino a sfiorare la battigia e ha creato un beach bar sostenibile con materiali di recupero dal mare e raccolta differenziata. Qui dove gli alberi cantano e sussurrano con la brezza, come la fiction testimonia, lui serve pane, olio e vino Aleatico al tramonto, in un aperitivo elbano doc.

https://www.tenutadelleripalte.it
Tenuta delle Ripalte - foto www.tenutadelleripalte.it

Fantasmi di ferro

Ciak, si gira - questa volta in auto - a Rio Marina, dove ne Le Onde del Passato sbarca Anna Reali alias Anna Valle. La spiaggia scura luccica di bagliori ramati: è la polvere di ematite, di cui le miniere locali abbondano, anzi abbondavano fino al 1981, quando sono state dismesse dopo duemila anni di attività estrattiva, dagli Etruschi sino ai giorni nostri. 

Il piccolo ma memorabile Museo Geominerario locale è ricavato all’interno del Palazzo del Burò, ovvero la sede ottocentesca della direzione delle miniere: non è un semplice “contenitore” di reperti, bensì una soglia spazio-temporale. Oltre, si scende di metro in metro e di testimonianza in testimonianza nella storia geologica e umana dell’Elba: c’è il martello del minatore, consumato da migliaia di colpi; ci sono gli elmetti, le lanterne, i vagoni che correvano sulle rotaie ora arrugginite; ci sono le fotografie di uomini che scendevano nelle viscere della terra con la stessa fede con cui si entra in una chiesa, e la stessa abitudine di un ufficio.

Ciò che resta delle architetture industriali e dei siti dismessi mi incanta anche durante la visita all’anfiteatro minerario che è Calamita, con la vecchia miniera di magnetite del Vallone - dove Anna Reali nella serie scopre le prime tracce del suo passato - sino alla più spettacolare miniera del Ginevro, dove la protagonista addirittura scivola e io con lei, a ventiquattro metri sotto il livello del mare. Lì sotto, l’Elba mi mostra la sua anima magmatica, fieramente viva e indomita. È un’isola ma anche un mondo a parte, con le sue regole e le sue storie che si propagano dal sottosuolo fino alla crosta della superficie, aggrappandosi al vento. 

Ciak si gira alla miniera del Vallone - Banijay Studios Italy (foto Pierfrancesco Bruni)
Ciak si gira alla miniera del Vallone - Banijay Studios Italy (foto Pierfrancesco Bruni)
Federica Brunini nella miniera del Ginevro
Federica Brunini nella miniera del Ginevro

Intorno, ci sono pietre, baie e il Laghetto dei Sassi neri che mi abbaglia con i suoi riflessi d’acqua sulfurea, ma anche gli scheletri di binari, pozzi, teleferiche e pontili: sono i monumenti di un presente che non è ancora del tutto passato.

Dentro e fuori Porto Azzurro

Tutt’alto set a Porto Azzurro con il suo “salotto” di piazza Matteotti, dove si spalancano le vetrate e le vetrine di negozi, bar e ristoranti, a cominciare dal Bar Casella, tante volte inquadrato nella serie prodotta da Banijay per Mediaset. Il suo proprietario Federico mi racconta aneddoti da dietro il bancone e mi indirizza al Diving o meglio alla costruzione bassa, scrostata e in disuso spacciata come Diving Centre in tv, che si allunga sulla spiaggia La Rossa e che, nei progetti del municipio, verrà presto restaurato e restituito ai cittadini così come ai visitatori.

La troupe alla marina di Porto Azzurro - Banijay Studios Italy (foto Pierfrancesco Bruni)
La troupe alla marina di Porto Azzurro - Banijay Studios Italy (foto Pierfrancesco Bruni)

A due passi da lì, c’è Dampaì, l’originale negozio di borse e accessori made in Elba che ha ospitato nello sceneggiato l’agenzia turistica Elba Luxury, e l’Osteria Clandestina dove tante volte troupe e attori si sono concessi un’ottima cena a chilometro zero, tra una ripresa e l’altra.

Più in alto, sopra l’abitato, c’è la casa di reclusione nel perimetro di Forte San Giacomo - noto anche come Forte Longone, l’imponente fortezza spagnola del XVII secolo situata sul promontorio a guardia della baia e dei detenuti. Qui, dove è stata richiusa Irene Ferri nei panni di Tamara Valenti, faccio un breve tour scortata dal Commissario capo Luigi Bove e dalla direttrice Martina Carducci, tra il laboratorio di falegnameria e l’atelier-magazzino di pelletteria, l’orto e le testimonianze della storia carceraria dell’isola e di un intero arcipelago.

Forte Longone - foto Shutterstock

Rotta sul relitto

Con un sinuoso e affascinante tour della costa ovest, passando nei comuni di Capoliveri e di Campo nell’Elba, faccio rotta verso Pomonte e la cosiddetta spiaggia del Relitto, lembo estremo di ciottoli a poche bracciate da dove, nel 1972, è affondata il cargo Elviscot che trasportava legname tra Marsiglia e Napoli. Per fortuna, nessuna vittima. Oggi lo scafo di oltre sessanta metri giace con la prua incagliata negli scogli, tra pesci e posidonie, a circa 10-13 metri di profondità e a 150 metri dalla riva dove Lorenzo Frangipani ha allestito una spiaggia super attrezzata e hi-tech: è il posto perfetto per fare snorkeling sopra e intorno il rottame della nave, lo stesso che il commissario televisivo Bonnard (al secolo l’attore Giorgio Marchesi) esplora, recuperando la collana appartenuta alla moglie morta in fondo al mare. In alternativa, per chi non ama nuotare, si può raggiungere il relitto anche con i pedalò a noleggio.

Io mi butto. L’acqua è ancora fredda, sferzata dal vento. Ma sotto le onde tutto è più calmo, quasi fossi dentro un bicchiere. Come le mie sirene del romanzo che ha ispirato gli sceneggiatori e il regista della serie di Canale 5 che a loro volta, adesso, ispirano me. La creatività genera altra creatività: è un circolo virtuoso. E a me non resta che nuotare tra le onde del presente. In un’Elba che è diventata fortunatamente casa.

Info pratiche

  • Per pianificare viaggi e vacanze all’isola d’Elba, c’è il portale informativo www.visitelba.info.
  • Per visitare le minierewww.parcominelba.it e www.minieredicalamita.it; per chi desiderasse affidarsi a una guida ambientale escursionistica privata, c’è Luigi Carotenuto, mob. +39 3472245355.
  • Per dormire, ma soprattutto per svegliarsi con le prelibatezze di una pasticceria, c’è il Bed&Bakery Barcarola 2 di Marina di Campo, www.hotelbarcarola2.it; l’hotel dei Coralli, con piscina e campi da tennis, www.hoteldeicoralli.it, è l’indirizzo perfetto per gli sportivi.
  • Per un soggiorno in albergo sulla spiaggia ma a due passi da Porto Azzurro, c’è l’hotel Antares di Capoliveri, spot ideale per sentirsi subito in vacanza, www.elbahotelantares.it
  • Tenuta delle Ripalte propone vacanze di charme in villa, hotel e glamping, ma anche degustazioni: www.tenutadelleripalte.it
  • Cibo local e ingredienti a km zero, vino compreso, all’Osteria Clandestina di Porto Azzurro, Via D'Alarcon, 8/10, tel. 338 366 2990; stesso concept ma in campagna alla Cantina Elbana, www.cantinaelbana.it.
  • Shopping? Sì, ma solidale con le borse e gli accessori originali di Dampaì, tra i quali la borsa Ventosa, realizzata a mano e in pelle dai detenuti del carcere Pasquale de Santis di Porto Azzurro, in particolare Sinan e Yosmari, che insieme alla fondatrice del brand Simona Giovannetti tagliano, cuciono e danno vita alle creazioni made in Elba (www.dampai.it).