Consigli di viaggio
Il taglio del nastro, la presenza del Presidente del Senato, quella del Ministro dei Beni culturali e del Sindaco di Mestre. Poi la festa, la musica e le luci a celebrare un traguardo ambito per quasi un decennio. Sabato 1 dicembre ha aperto finalmente al pubblico l’M9 di Mestre, un museo attesissimo che mette al centro la storia e le espressioni del Novecento e che vuole segnare un nuovo inizio per la cultura cittadina.
Oltre il protocollo ufficiale, le parole che mettono meglio a fuoco il senso del progetto M9 sono quelle degli architetti dello studio berlinese Sauerbruch Hutton, vincitori del concorso di idee che nel 2010 aveva lanciato la Fondazione di Venezia: “Dopo otto anni di frequentazione questa cittadina ci piace sempre di più”, commentano gli architetti. “Venezia è così commerciale. Qui invece si torna alla vita reale. E poi molta gente che lavora in Laguna abita a Mestre”. Ridare vita a questo centro penalizzato dalla vicinanza con il “magnete Laguna” è l’idea portante dell’iniziativa M9.
Oltre il protocollo ufficiale, le parole che mettono meglio a fuoco il senso del progetto M9 sono quelle degli architetti dello studio berlinese Sauerbruch Hutton, vincitori del concorso di idee che nel 2010 aveva lanciato la Fondazione di Venezia: “Dopo otto anni di frequentazione questa cittadina ci piace sempre di più”, commentano gli architetti. “Venezia è così commerciale. Qui invece si torna alla vita reale. E poi molta gente che lavora in Laguna abita a Mestre”. Ridare vita a questo centro penalizzato dalla vicinanza con il “magnete Laguna” è l’idea portante dell’iniziativa M9.
Chiostro dell'ex Convento / foto Alessandra Chemollo
LA STRUTTURA E L’ALLESTIMENTO
L’M9 ripercorre la storia del Novecento utilizzando la multimedialità per rivivere i capitoli principali di un secolo breve quanto denso di storie private e collettive. Sullo sfondo le due guerre mondiali, il boom degli anni 60 e la parabola industriale dell’Italia e del territorio mestrino, segnata rofondamente dalla nascita di Porto Marghera e dallo sviluppo della terraferma veneziana.
La struttura di M9 di sviluppa in ben sette corpi di fabbrica, di cui tre nuovi di zecca. Sotto una “texture” di 20mila piastrelle multicolori batte un cuore ecologico e un anima tecnologica. La climatizzazione è garantita da un impianto geotermico alimentato da ben 63 sonde poste a più di 100 metri di profondità, mentre ben 276 pannelli solari vanno a incrementare l’apporto energetico che deve alimentare gli allestimenti multimediali che occupano le 8 sezioni del percorso espositivo.
Demografia, Consumi, Scienza, Economia, Paesaggi, Stato, Educazione e Cosa ci fa sentire italiani: ecco i capitoli scelti per la scansione del secolo, da percorrere grazie a seimila fotografie, 60 installazioni interattive, 820 video, 400 tracce audio e un repertorio richiesto a 150. Si va dalla demografia alle bonifiche, ai dialetti; dal cinema alla musica popolare; dalle trasformazioni del paesaggio domestico a quelle del linguaggio politico.
L’M9 ripercorre la storia del Novecento utilizzando la multimedialità per rivivere i capitoli principali di un secolo breve quanto denso di storie private e collettive. Sullo sfondo le due guerre mondiali, il boom degli anni 60 e la parabola industriale dell’Italia e del territorio mestrino, segnata rofondamente dalla nascita di Porto Marghera e dallo sviluppo della terraferma veneziana.
La struttura di M9 di sviluppa in ben sette corpi di fabbrica, di cui tre nuovi di zecca. Sotto una “texture” di 20mila piastrelle multicolori batte un cuore ecologico e un anima tecnologica. La climatizzazione è garantita da un impianto geotermico alimentato da ben 63 sonde poste a più di 100 metri di profondità, mentre ben 276 pannelli solari vanno a incrementare l’apporto energetico che deve alimentare gli allestimenti multimediali che occupano le 8 sezioni del percorso espositivo.
Demografia, Consumi, Scienza, Economia, Paesaggi, Stato, Educazione e Cosa ci fa sentire italiani: ecco i capitoli scelti per la scansione del secolo, da percorrere grazie a seimila fotografie, 60 installazioni interattive, 820 video, 400 tracce audio e un repertorio richiesto a 150. Si va dalla demografia alle bonifiche, ai dialetti; dal cinema alla musica popolare; dalle trasformazioni del paesaggio domestico a quelle del linguaggio politico.
Sulle tavole degli italiani / foto alessandra chemollo
IL CONTRIBUTO DELL’ARCHIVIO STORICO DEL TCI
L’Archivio Storico del Touring Club Italiano è stato tra i principali partner di M9 come fornitore di contenuti fotografici per la progettazione dei due piani di esposizione permanente. Oltre 700 immagini esposte provengono infatti dall’Archivio, per coprire temi che vanno dalle dinamiche demografiche alla storia dell’industria, dallo sport all’alimentazione, dagli agenti della nazionalizzazione alle migrazioni.
L’Archivio Storico del Touring Club Italiano è stato tra i principali partner di M9 come fornitore di contenuti fotografici per la progettazione dei due piani di esposizione permanente. Oltre 700 immagini esposte provengono infatti dall’Archivio, per coprire temi che vanno dalle dinamiche demografiche alla storia dell’industria, dallo sport all’alimentazione, dagli agenti della nazionalizzazione alle migrazioni.
Nei grandi “ritratti di gruppo”, negli “specchi magici”, come nel “mosaico” e nelle “valigie dei migranti”: non c’è sezione che non sia arricchita da documenti unici dei repertori d’archivio del Tci. Un motivo d’orgoglio per l’Associazione, soprattutto nella speranza che con l’M9 si apra per Mestre un nuovo capitolo, e che magari da distretto industriale diventi la nostra piccola grande “Bilbao”.
INFORMAZIONI
Informazioni, biglietti e contatti sono sul sito di M9.
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