
"Il prossimo weekend vado a Tirolo".
"Bravo, bella l'Austria...".
"No, non hai capito. Vado a Tirolo, in Alto Adige".
"Allora vuoi dire nel Sud Tirolo".
"No, continui a non capire. Vado nel paese, il villaggio, la cittadina che si chiama Tirolo, poco sopra Merano".
"Ah, non sapevo che ci fosse in Italia un posto che ha preso nome dal Tirolo austriaco".
"Semmai è vero il contrario: è tutta la regione storica chiamata Tirolo, oggi parte in Italia parte in Austria, che ha preso nome dal paese di Tirolo, dal castello di Tirolo, dai conti di Tirolo...".
Vero o inventato che sia, questo surreale dialogo è comunque verosimile. Non tutti gli italiani, infatti, conoscono l'origine storica, geografica e linguistica di quanto viene comunemente chiamato "Tirolo". E non sono poi tanti coloro che hanno visitato Tirolo (Dorf Tirol), l'idilliaca località altoatesina assai amata invece dai turisti tedeschi per il suo microclima unico, alpino e mediterraneo al tempo stesso, e per i panorami apertissimi sulla conca di Merano e verso le verdi Val Venosta, Val d'Adige e Val Passiria. A ciò si aggiunge un irresistibile mix di storia e natura, vigneti e meleti, antichi castelli e moderne Spa, offerta gastronomica e sentieri di ogni livello, dalle facili passeggiate panoramiche alle più impegnative escursioni sulle montagne del gruppo di Tessa (Texelgruppe), l'impressionante complesso montuoso che sta fra la Val Senales e la Val Passiria, con le sue rocce antiche più di 550 milioni di anni.


CASTEL TIROLO
Che cosa vedere e cosa fare a Tirolo e dintorni, dunque? Opportuno è partire dalla storia, a chiarirsi subito perché Tirolo ha dato il nome al Tirolo, tanto da essere ritenuto la culla e il cuore della regione tirolese, "das Herz des Landes". E il luogo giusto per iniziare il percorso è Castel Tirolo (Schloss Tirol), il possente maniero che occupa uno sperone roccioso su cui iniziò a essere fortificato mille anni fa, in una dominante ed eccezionale posizione geografica. Per raggiungerlo, dal centro del paese, bastano pochi minuti di piacevole camminata fra bellissimi vigneti. Si attraversa una galleria di 83 metri (Knappenloch, il tunnel dei minatori) scavata nel 1682 pare per consentire l'accesso al castello per la messa in suffragio dei conti di Tirolo e del casato asburgico, funzione che da sette secoli continua a essere celebrata il 19 novembre, festa di santa Elisabetta.

In realtà, i conti dapprima detti "di" Tirolo e in seguito "del" Tirolo (Mainardo II fu il più famoso) risiedettero nel castello solo dal XII al XIV secolo. I loro possedimenti poi passarono agli Asburgo, che non vi abitarono quasi mai e che spostarono la sede del governo a Innsbruck. E anche se i tirolesi proclamarono che avrebbero rispettato solo il principe che possedesse Castel Tirolo, di fatto Dorf Tirol diventò un villaggio periferico, mentre il castello iniziò un degrado interrotto solo dalle ricostruzioni operate nel XIX e XX secolo, fino all'acquisizione nel 1974 da parte della Provincia autonoma di Bolzano/Alto Adige e all'apertura, nel 2003, del nuovo Museo storico-culturale della Provincia di Bolzano.
Visitare Castel Tirolo consente un vero viaggio nel tempo, fra pietre che rappresentano la memoria della storia tirolese. Famosi e favolosi, con i loro enigmatici bestiari scolpiti, sono i portali del palazzo e della cappella, in marmo di Lasa e di Racines, tra i migliori esempi di scultura romanica in ambito tirolese. Ogni sala del castello è dedicata a un tema specifico, dalla preistoria alla vita quotidiana nel Medioevo sino alle vicende più recenti. Si inizia nel piano interrato detto "Tempio", con la storia del colle su cui fu eretto il castello, dai ritrovamenti preistorici ai reperti paleocristiani emersi da antichissime chiesette preesistenti al maniero, come la lastra tombale di una certa Lobegena (VII-IX secolo) e un bel reliquiario-pisside in argento del V-VI secolo. La Kaisersaal, o Sala degli imperatori, espone un prezioso elmo cinquecentesco da torneo, alcuni antichi messali e la fedele copia di una coppa nuziale trecentesca appartenuta alla contessa Margarete. Spettacolare il panorama della Val d'Adige ammirabile attraverso la trifora della Sala dei cavalieri, ambiente nel quale si ammira una serie di fantastici capitelli romanici. Nell'Ostpalas, o Palazzo orientale, sono presentati gli ordinamenti alla base delle autonomie tirolesi nel diritto, tra cui un frammento del più antico Landesordnung, voluto da Mainardo II nel 1286. Assai suggestiva con le sue pitture murali medievali è la Cappella inferiore, dominata da un trecentesco gruppo della Crocifissione (secondo una leggenda, alla morte di ogni conte del Tirolo un frammento di legno dalla croce si staccava). La Cappella superiore invece esibisce una perfetta copia dell'altare ad ante mobili più antico dell'arco alpino, del 1370: l'ha realizzata il gardenese Senoner, dato che l'originale è conservato a Innsbruck.

Un camminamento di ronda coperto conduce poi all'ala nord del castello. Qui il Refettorio (Mushaus) espone quadri e documenti che attestano come nei secoli il castello abbia rappresentato un simbolo dell'unità tirolese, un baluardo posto alla sua difesa. Infine salendo entro la quadrata e imponente torre del mastio, eretto in realtà nel 1902, si arriva alle vicende che hanno riguardato il Suedtirol nell'ultimo secolo, dall'annessione all'Italia dopo la Grande Guerra sino alle bombe dei terroristi altoatesini negli anni 50 e 60.
CASTEL FONTANA
A Tirolo ci sono poi altri quattro castelli, tutti di proprietà privata. L'unico visitabile è il romantico Castel Fontana (Brunnenburg), anch'esso di origini medievali ma più volte ristrutturato, sino ad assumere forme gotiche. Ricoperto di edera e annidato in bilico sulla Forra dei Castagni (Koestengraben), è un luogo leggendario per i letterati: fu infatti per anni la dimora del poeta americano Ezra Pound (1885-1972), arrivatovi nel 1958 dopo la fine della detenzione in manicomio a Washington dovuta al sostegno che aveva dato a Mussolini. Nella tranquillità di Castel Fontana, Pound compose gli ultimi sei dei suoi 116 Cantos.

Grazie ai suoi eredi, in particolare alla figlia Mary e al nipote etnologo Siegfried de Rachewiltz, il castello oggi ospita sia un Centro studi sull'opera del poeta sia il Museo agricolo Brunnenburg (Landwirtschaftsmuseum Brunnenburg) dedicato alla dura "vita in pendio" di chi coltivava i ripidi pendii di queste zone. Innumerevoli strumenti di lavoro e di uso pratico, spesso inventati dai contadini altoatesini, mostrano la perizia con cui si risolvevano i problemi posti dalla necessità di lavorare in un ambiente impervio e ostile. Particolarmente ingegnosi sono gli strumenti ideati per trasportare il fieno (ma anche la terra e il letame) su ogni tipo di terreno: rami biforcuti, traverse, teli di lino quadrati o rettangolari, cinghie e corde. Sui masi della Muta, vertiginosamente aggrappati sulla montagna sopra Tirolo, la fienagione era un'impresa eroica, e anche competitiva: chi aveva trasportato il maggior numero di covoni riceveva un mazzetto di fiori, il puschn, che poteva sfoggiare sul cappello durante la messa domenicale in paese.

Al primo piano del castello, in una sala con una grande finestra panoramica aperta sulla valle, sono esposti oggetti appartenuti a Pound (la sua macchina per scrivere Corona, l'orologio da tasca ricevuto per la laurea, pagine di quaderno con suoi versi autografi), mentre qui e là ci sono tavoli, leggi, sgabelli e sedie in legno che lo scrittore realizzava personalmente, con le proprie mani. Fra gli altri oggetti spicca l'altimetro che Reinhold Messner portò con sé durante la scalata a tutti i 14 Ottomila. Un'altra vetrina è dedicata invece al genero di Pound, il controverso egittologo ed esoterista Boris de Rachewiltz che aveva sposato Mary Pound.

SAN PIETRO
Oltre che dai castelli, la memoria del Medioevo è conservata a Tirolo anche da una bella chiesetta romanica, quella di San Pietro, ritenuta una delle chiese battesimali più antiche della zona: piccola ma un tempo potente e con ampi possedimenti. Da Castel Tirolo la si raggiunge in pochi minuti di cammino, prendendo il sentiero per Lagundo che si dirige verso ovest.
Eretta verso l'anno 800 d.C. in stile carolingio sui resti di due precedenti chiesette altomedievali, conserva all'interno pregevoli affreschi romanici, gotici e barocchi, restaurati fra il 1997 e il 2000. Si impone all'attenzione l'affresco gotico (circa 1370) nell'abside: un grande Cristo in mandorla, circondato dai simboli dei quattro evangelisti e che sovrasta i ritratti degli apostoli. Più antico è invece il busto di san Paolo situato nel transetto sud. Di notevole interesse anche i dipinti murali esterni, in particolare quelli sul lato sud dove figura un Cristo che consegna la legge a Pietro e Paolo (c. 1100).


I LAGHI DI SOPRANES
Tirolo, tuttavia, al visitatore non offre solo castelli e chiese, ma anche la possibilità di belle e facili passeggiate vicino al paese (passeggiata Falkner, passeggiata Tappeiner, sentieri della mela, del vino, ecc.) o di impegnative escursioni in incontaminati ambienti di montagna, su 70 km di sentieri di ogni difficoltà, fino a 2500 metri di quota. Grazie alla funivia Alta Muta o Hochmuth, che dal 1973 in 5 minuti sale dai 650 metri di Tirolo a 1400 metri, il paese è una porta di accesso privilegiata al Parco naturale Gruppo di Tessa (Texelgruppe), la più grande riserva dell'Alto Adige, estesa dal limite superiore della fascia di vegetazione submediterranea fino al limite delle nevi perenni. Dalla cabina della funivia si ammirano dall'alto surreali piramidi di terra e si apprezza l'agricoltura eroica praticata da secoli sui ripidissimi prati dei masi della Muta, citati già in un manoscritto del 1285. Presso la stazione d'arrivo, poi, c'è la curiosa Cesta Hochmuth, una piattaforma panoramica (con cannocchiali e tavole informative) la cui forma stilizzata richiama le ceste piene di terra e concime che i contadini facevano salire ai masi della Muta con rudimentali teleferiche.

Da qui ci si avvia su sentieri ben tenuti, dove ogni tanto un pannello richiama l'attenzione proponendo gli antichi e curiosi toponimi con cui da tempo immemorabile sono chiamati prati, pascoli, sorgenti e malghe: Giggerlewaende, Rumpiaus, Puit, Lafod, Gnaid, Etzbichl, Schafboden, Kaserle, Kar, ma anche Sylkvanerknott, a designare la roccia dove nascondere una bottiglia di Sylvaner con cui festeggiare il buon esito della caccia. Dalla stazione d'arrivo della funivia inizia anche l'Alta Via Meranese, lunga quasi 100 km e contrassegnata dal nr. 24 (www.meraner-hoehenweg.com). Un panorama grandioso si gode salendo con i sentieri 22 e 23 su un ripido crinale fino alla cima Mutspitz, a 2295 metri.
Il trekking più suggestivo è però quello che porta ai dieci laghi di Sopranes (Spronser Seen), il più esteso gruppo lacustre d'alta quota dell'Alto Adige, incastonati come gemme di forme e colori diversi in depressioni rocciose di chiara origine glaciale. Può essere effettuato in giornata o, più comodamente, spezzato soggiornando nella piacevole malga Oberkaser, a 2131 metri, che propone anche una genuina cucina tirolese di montagna: lo stufato di agnello è una delizia! La malga si trova poco oltre i due laghi più bassi, quelli di Vizze (Pfitscher Lacke) e di Casera (Kaeser Lacke). Nelle vicinanze, alla selletta detta Pfitschjoechl, si ammirano anche enigmatiche croci e coppelle incise pare nel 3200 a.C. su grandi massi e lastroni: osservatorio astronomico o santuario preistorico? Lasciamo il dubbio agli studiosi e, dalla malga Oberkaser, saliamo con il sentiero 22 ai resti del rifugio Meraner, costruito dagli austriaci nel 1884 ma che trovò l'opposizione degli abitanti locali e presto cadde in rovina. Poco più su, ecco il Lago Verde (Grünsee), stretto fra incombenti pareti rocciose a 2338 metri. Lo si costeggia in salita finché si sbuca a 2380 metri sulle sponde del maggiore degli invasi, il Lago Lungo (Langsee), lungo un km per 300 metri di larghezza.


Chi ha ancora fiato e vuole una spettacolare visione d'insieme dell'altopiano con i suoi bacini può salire ancora, sino al Lago di Latte (Milchseen), a 2540 metri, e volendo fino alla Forcella dei Laghi, a 2707 metri. Oppure prendere la direzione nord fino al passo di Sopranes (Spronser Joch), a 2581 metri: da qui, passando tra i piccoli Lago del Catino (Kesselsee), il Lago Lavagna (Schlefer See) e Lago Nero (Schwarz See), si può scendere verso il villaggio di Plan, raggiunto dalla strada che sale dalla Val Passiria. Per secoli, quando non esistevano ancora le strade, d'inverno queste baite rimanevano del tutto isolate, tanto che se moriva qualcuno era impossibile celebrarne i funerali. Come accadeva anche in altre zone alpine, il cadavere veniva conservato nella neve. Solo al disgelo il feretro, accompagnato da tutto il villaggio, poteva essere trasportato a spalla, lungo il "sentiero dei morti", attraversando il passo di Sopranes e scendendo per i masi della Muta sino alla chiesa di San Pietro, a Tirolo: fino al 1787, infatti, Plan apparteneva a questa parrocchia e il suo cimitero dunque era quello che circonda l'antica chiesa carolingia.

INFORMAZIONI
- Associazione Turistica di Tirolo, tel. 0473.923314, www.dorf-tirol.it
- Castel Tirolo, aperto da marzo a novembre ore 10-17, chiuso lunedì, www.schlosstirol.it
- Castel Fontana, aperto da aprile a inizio novembre ore 10-17, chiuso venerdì e sabato, www.brunnenburg.net
- Chiesa di San Pietro, aperta da aprile a ottobre, dalle 9 alle 17. Visite guidate ogni martedì alle 10.