Come spesso accade, la prima volta fu in quinta ginnasio. «Gita con la preside del Liceo Classico Crespi di Busto Arsizio. Fu scioccante: per il caldo afoso, per questa visione di una Atene screpolata, mal in arnese, che contrastava con l’idea di culla della classicità che ci eravamo formati a furia di versioni di greco e lezioni di filosofia», ricorda Federica Brunini, giornalista e scrittrice, che alla sua Grecia di ieri e di oggi ha dedicato i percorsi d’autore della nuova edizione della Guida Verde Grecia. «Allora però la Grecia, anzi il greco era un mondo affascinante, dietro quelle lettere c’era una magia alfabetica che ti portava nelle terre del mito».

Ma non di sola filosofia si nutre la fascinazione per la Grecia. «Non fu certo amore a prima vista, ma non mi sono fermata e anzi continuo a tornare per completare il mio personale giro delle isole e continuare a farmi sorprendere da Atene».

Atene
Atene / foto Shutterstock

Perché la capitale per anni è stata poco più che una tappa obbligata – «un omaggio all’Acropoli, un giro al museo, una passeggiata per il triangolo d’oro racchiuso tra i cateti di Athinas e Ermou e l’ipotenusa di Stadiou» – nel trasferimento verso le isole dell’estate. «Oggi invece si è rinnovata e rimodernata, non è più una città di passaggio, ma un posto da andare a scoprire, con nuovi quartieri, nuove zone. La metamorfosi allora non è più una figura retorica, accade, è reale e sotto gli occhi di tutti. Atene è diventata una destinazione, una città da vedere, in cui ci vai per stare» spiega Brunini.

Idra
Idra, isola greca nel golfo Saronico / foto Shutterstock

Anche se nell’immaginario di ogni italiano, oltre alla classicità, la Grecia è soprattutto mare azzurro, cielo blu e case bianche. «Il nostro immaginario è fatto di isole, forse perché negli Anni Settanta e Ottanta la Grecia è stata la destinazione delle prime vacanze libere, quasi selvatiche» aggiunge.

«E qualcosa di questo rapporto diretto con la natura che si prova viaggiando sulle isole è rimasto. Anzi, la sensazione è di un perenne ritorno alla natura, in un luogo mitico e archetipico.

Anche se veniamo da un Paese solare, quando andiamo in Grecia siamo attratti da questa luce abbacinante, anche perché frequentandole per lo più nella stagione estiva di quelle isole vediamo solo un lato solare, una dimensione sospesa che non è quella della vita quotidiana. E questo influisce sui ricordi dolci che ci portiamo indietro». Ricordi che non sono quelli del cibo – «ma nessuno ci va per mangiare e bere» – ma quelli di un nuovo Odisseo «esposto al mare, al vento, agli elementi.

Idra
Idra, isola greca nel golfo Saronico / foto Shutterstock

Così che ognuno si sente un poco eroe, anche senza aver fatto nulla di particolare se non prendere un traghetto». Certo, le cose cambiano anche sulle isole, ma ci sono ancora arcipelaghi «dove provare una sensazione diversa, antica, meno turistica».

Per Brunini questo accade soprattutto a Idra «l’ex vulcano dalla cima mozza nelle Saroniche, con i suoi 55 chilometri di coste, l’assenza di auto e perfino di motociclette, le case bianche in stile veneziano inanellate di bouganville.

E quell’aria che ancora si respira di buen retiro della mondanità ateniese e del jet set internazionale, da Jackie Kennedy a Aristotele Onassis, da Liz Taylor a Richard Burton, e poi Kounellis, Marc Chagall ed Henry Miller». A ben vedere solo un’altra versione, mondana e moderna, del mito.

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