È uscita a marzo 2025 la nuova Guida Verde Touring dedicata a Lisbona: la puoi trovare in tutte le librerie, nei Punti Touring e online, scontata, sul nostro store.

Alcune città sono più letterarie di altre. E non si sa bene perché. Forse perché per come sono fatte, sparpagliate su colli, affacciate su fiumi, si fanno guardare più di altre. Forse perché sono porti d’approdo, e di partenza, e allora aspettando qualcuno si mette a pensare, e poi a scrivere. O forse perché qualche scrittore ha iniziato a scriverne, e gli altri lo hanno seguito. Per esempio Miguel de Cervantes a un certo punto ha scritto questi versi: «Terra, terra. Sebbene sarebbe meglio dire Cielo, Cielo. Perché senza dubbio siamo nei paraggi della famosa Lisbona». E allora vuoi che altri non abbiano decantato la particolarità della luce nella capitale lusitana?

Sia come sia, Lisbona, soprattutto Lisbona più che il resto del Portogallo baciato dall’oceano e dal clima, è una città che si presta a essere raccontata, diventando involontaria protagonista di romanzi e altre storie, quasi fosse una quinta che si presta per ambientare racconti. Libri scritti da autori portoghesi, ovvio – il Nobel José Saramago, l’eterno Fernando Pessoa con i suoi eteronimi, l'ostico ma affascinante Antonio Lobo Antunes, il poco noto, almeno da noi, José Cardoso Pires, ma anche da altri – uno su tutti, Antonio Tabucchi, portoghese ad honorem – che a Lisbona sono andati e si sono messi a raccontarla, ad ambientarci storie. Storie che può essere interessante mettere in tasca quando si decide di andare qualche giorno sulle rive dell’Atlantico. 

Viaggio in Portogallo di José Saramago

Un viaggio che come la vita prosegue in una mescolanza di programma e casualità, un lungo periplo attraverso tutto il Portogallo, villaggio per villaggio, città per città, scritto da José Saramago nel 1990 e diventato – per via della fama dell’autore – un piccolo classico per chi parte alla scoperta del Paese. Un libro in cui Saramago è andato dove si va sempre, ma anche posti dove non si va mai. Non un libro semplice, per nulla; spesso non è neanche piacevole a meno di essere grandi fans dell'unico scrittore premio Nobel portoghese e del suo modo di affabulare, però lo si può prendere a piccoli morsi, leggendo quelle due tre pagine del posto che si decide di visitare, lasciando una lettura totale per un altro momento, e forse per nessuno.

Lisboa, quello che il turista deve vedere di Fernando Pessoa

Quarantadue pagine dattiloscritte su carta economica, piene di correzioni e aggiunte, sono emerse nel 1988 da quel baule pieno di gente in cui sono state conservate per decenni le carte di Fernando Pessoa. Sono le pagine in cui Fernando Pessoa raccontava la sua città, elaborando il progetto di una guida turistica di Lisbona che all'epoca mancava. Lo fece perché più di una volta si era detto «consapevole che per il britannico medio il Portogallo è una indefinita piccola nazione da qualche parte in Europa, talvolta ritenuta parte della Spagna». Per rendere giustizia alla sua città scrive questo libretto «Lisboa. Quel che il turista deve vedere», che è una guida senza essere una guida. Un viaggio per la Lisbona degli anni Venti, che non è più la Lisbona d’oggi, ma è pur sempre una bella testimonianza letteraria del più importante scrittore portoghese del Novecento.

Il ponte 25 di aprile, rinominato così dopo la rivoluzione dei Garofani del 1974 - Foto Shutterstock

Requiem di Antonio Tabucchi

Che questo libro sia inizialmente stato scritto dall’autore – italiano, italianissimo - in portoghese è un dato biografico che può interessare i cultori di Tabucchi. Ma forse non è solo un dato biografico, è quasi un manifesto di una vita intera, perché Requiem questo libro smilzo che come sottotitolo reca “Un’allucinazione”, è un vagabondaggio molto trasognato in una Lisbona estiva. Un peregrinare da un molo di Alcantara al Cimitéiro dos Prazeres, dallo Chiado a praça da Ribeira in attesa che avvenga questo incontro con un poeta portoghese defunto. Ora, questo non è certo un libro di viaggio, però è un libro che ispira e trascina in certe atmosfere un po' slabbrate della Lisbona che fu, atmosfere che il successo turistico di questi anni hanno forse compromesso, tra navi da crociera che sbarcano turisti in ciabatte e Tuk Tuk che li scorrazzano nelle vie strette e ripide. Però se si cerca bene, da qualche parte intorno al vecchio porto, affacciati a qualche belvedere ancora si coglie. E parlando di Tabucchi e Lisbona non si può non citare Sostiene Pereira, ambientato nella capitale portoghese nei primi anni della dittatura salazarista, che è pieno di affreschi di poche righe che vanno venir voglia di partire per la città per vedere se è vero che in certi momenti sfavilla, grazie al vento, grazie al sole, grazie ai riflessi del Tago.

A Lisbona con Antonio Tabucchi di Lorenzo Pini

È ben possibile che prima del successo globale di Cristiano Ronaldo qualcuno si sia avvicinato al Portogallo leggendo un libro di Tabucchi, più che altro quel Sostiene Pereira che per il grande pubblico ha la faccia di Marcello Mastroianni e della sua ultima interpretazione cinematografica. Probabile che una volta letto quel romanzo pubblicato nel 1995 il lettore abbia deciso di andare a vedere com’è questa Lisbona che Tabucchi racconta, cercando di trovare un posto al Café Orquidea per assaggiare una omelette alle erbe e una limonata in compagnia di Pereira. Lorenzo Pini ha fatto proprio questo: si è messo a girare Lisbona in compagnia degli scritti di Tabucchi, costruendo un viaggio nella città che è un viaggio (e un omaggio) a un’intera opera letteraria.

Lisbona. Libro di bordo di Josè Cardoso Pires

Asciutto e sonoro è questo libro di bordo dove Josè Cardoso Pires, scrittore portoghese che in Italia non ha avuto successo alcuno, si imbarca in una navigazione della città dove è nato e ha sempre vissuto. Un libro per chi Lisbona forse la conosce, e anche bene, perché descrive una “città posata sul Tago come una città che sta navigando". Un libro che fa emergere lo spirito del luogo, o forse quello che era ai tempi in cui è stato scritto, nel 1997, l’anno prima dell’Expo di Lisboa, data che segna il grande cambiamento – architettonico e di prospettive verso il resto d'Europa e del mondo – della capitale portoghese e il suo ingresso nella contemporaneità.

L'Eléctrico 28 per le strade del quartiere Alfama / Foto Shutterstock

Lo splendore del Portogallo di António Lobo Antunes

Sepolto da tempo José Saramago, António Lobo Antunes è considerato il più importante scrittore portoghese vivente. Una notazione giornalistica che a lui non farà certo piacere, perché difficilmente si considera secondo a qualcuno. Però, va detto, rispetto a Saramago è di più difficile lettura, per via della sua prosa barocca, spesso labirintica, e per un amore per la parola che alle volte si perde nell'intensità del suo stesso amore. Così anno dopo anno i romanzi sono letture sempre più difficili da portare al termine. E sarebbe meglio, più efficace, leggere i corsivi che pubblicava settimanalmente sul quotidiano Publico per soddisfare la sete di belle parole e capire la sua visione di Lisbona. Però le pagine regalano sprazzi di alta letteratura, giri di parole, combinazioni di frasi che valgono un libro intero; combinazioni che si rimane ammirati e un po’ pensosi a chiedersi come le abbia potute partorire. Lo splendore del Portogallo è più leggibile di altri (il migliore tradotto in italiano è forse In culo al mondo dove qui e lì emerge un ritratto di una Lisbona notturna e livida) ed è un buon assaggio – come al solito incurante della punteggiatura – della sua scrittura e di uno dei suoi argomenti d’elezione: le dure guerre coloniali portoghesi e il complesso processo di decolonizzazione.

La rivoluzione dei garofani in Portogallo. 25 aprile 1974 di Maria Incacia Rezola

Il 25 aprile non è sinonimo di libertà soltanto in Italia. Il 25 aprile del 1974 la dittatura salazarista che opprimeva il Portogallo da quasi cinquant’anni viene abbattuta con un’azione fulminea condotta da alcuni reparti militari. Sono gli ufficiali intermedi, i “Capitães de Abril”, a far scattare l’insurrezione mentre la radio passava Grandola Villa Morena, la canzone di Zeca Alfonso. Insurrezione che in breve si converte in una rivoluzione di popolo. E soprattutto innesca un processo di trasformazione in chiave democratica che durerà alcuni anni, con la fine dell’impero coloniale, la riconquista di uno spazio politico dei partiti, l’emergere dei movimenti di massa nelle città e nelle campagne. È un periodo di transizione con forti tensioni e contrapposizioni tra i diversi settori della società, occupazioni di terre, reazione del vecchio apparato, un momento difficile ma anche mitico che permetterà al Portogallo di emanciparsi dal passato autoritario per diventare una moderna democrazia. Ricco e documentato, realizzato da i migliori storici lusitani, La Rivoluzione dei Garofani in Portogallo. 25 Aprile 1974 ha il pregio di ricostruire i fatti dando voce ai protagonisti. 

La statua del poeta Fernando Pessoa davanti al bar A Brasileira, a Lisbona. Foto Shutterstock.

Sul Portogallo di Fernando Pessoa

Al mondo ci sono Paesi in cui lo sport nazionale degli intellettuali sembra sia quello di riflettere sul destino della propria Nazione e sul suo ruolo sul palcoscenico della storia, quasi che lo studio della psicologia del Paese fosse una disciplina obbligatoria: il Portogallo è di certo tra questi. E Fernando Pessoa, il più rappresentativo dei suoi scrittori, al destino del Portogallo, al suo passato splendore e alla sua difficile collocazione nel Novecento ha dedicato pagine e pagine, sparse nelle centinaia di scritti emersi dal suo baule e qui raccolte in una antologia inedita.