Sul sito "L'esposizione digitale" sono finora consultabili un migliaio di lastre fotografiche. Nella Biblioteca di Geografia della Sapienza, insieme a varie suppellettili geografiche (carte, globi, strumenti di misurazione ecc.), sono infatti conservate circa 5.000 lastre fotografiche che hanno come nucleo tematico il mondo geografico - dai fatti e fenomeni fisici (le acque, l’orogenesi, i vulcani, i terremoti ecc.) alle attività antropiche (la vocazione agricola del territorio, l’edilizia e i lavori pubblici ecc.) fino alle visioni particolareggiate di alcuni paesaggi del passato. Un vero e proprio patrimonio geo-documentale, acquistato negli anni Venti del Novecento con lo scopo di creare un laboratorio cartografico che fosse dedicato principalmente all’insegnamento della didattica della geografia, come i direttori del dipartimento - Giuseppe Dalla Vedova e Roberto Almagià - affermarono in alcune delle loro pubblicazioni.
Avere materiali utili per formare meglio i futuri docenti di geografia, avvicinandoli in maniera diretta alla disciplina e mettendo loro a disposizione i ferri del mestiere, secondo entrambi i direttori del dipartimento fu di fondamentale importanza, poiché consentiva l’acquisizione della specifica tecnicità che avrebbero dovuto mettere in campo gli insegnanti una volta in aula. I geografi dell'epoca erano dunque già convinti che il ricorrere a quella che oggi si riconosce come "visual geography" fosse una soluzione ottimale soprattutto per essere al passo con i tempi e con le esigenze degli studenti e dei ricercatori.
Il portale de "L’esposizione digitale"
FOTOGRAFIE SULLA MAPPA
Si parlava di lastre fotografiche. Si tratta di immagini catturate grazie a emulsioni su supporti di vetro, generalmente indicati come negativi su lastra di vetro, che fecero la loro comparsa a metà del XIX secolo e vennero utilizzati fino agli anni Quaranta del Novecento. Il termine “lastra di vetro” si riferisce in realtà a due formati diversi: una superficie piatta bagnata al collodio e il monodisco a secco di gelatina.
La peculiarità e unicità dell'archivio digitale della Biblioteca di Geografia a Roma consiste anche nella georeferenziazione delle lastre: mediante l’individuazione delle coordinate geografiche, latitudine e longitudine, del’oggetto principale presente nella lastra, l'oggetto stesso viene localizzato geograficamente su un planisfero virtuale. Il procedimento è utile per due motivi: il primo, molto pratico, intende agevolare nella ricerca delle immagini direttamente sulla carta; il secondo favorisce la contestualizzazione territoriale dell’immagine impressa sulle lastre.
Localizzazione sulla carta della lastra fotografica in vetro sul portale de "L’esposizione digitale"
Il fiume Volga alla confluenza con il fiume Oka nei pressi di Nižnij Novgorod nella Russia europea centrale - lastra fotografica in vetro sul portale de "L’esposizione digitale"
L'IMPORTANZA DELLE IMMAGINI PER LA GEOGRAFIA
L’approccio visuale in geografia è piuttosto recente se confrontato con la storia del pensiero geografico. La svolta iconica arriva negli anni Settanta del Novecento e introduce nuove modalità di utilizzo dell’immagine: le immagini non sono più intese unicamente come corredo iconografico, ma diventano elementi di base per l’analisi di fenomeni spaziali, dai più semplici ai più complessi.
INFORMAZIONI
- Il progetto "L'esposizione digitale"
- Articoli di Sandra Leonardi: "Il patrimonio geo-cartografico del Gabinetto di Geografia della Sapienza Università di Roma"; "Ripensare e rimodulare il passato: progetto di musealizzazione dei materiali geo-cartografici"
- Il sito dell'Archivio del Touring Club Italiano, www.digitouring.it