di Bruno Zanzottera
3° Premio Fotografia ex aequo
Un progetto di Bruno Zanzottera e Elena Dak.
All’inizio di questo secolo il numero di abitanti che vivono in zone urbane della terra ha superato il numero di coloro che abitano nelle regioni rurali. Sebbene questa tendenza sembri inarrestabile, ci sono popolazioni che continuano a vivere caparbiamente in territori molto difficili, dove tuttavia si sono creati delicati equilibri di convivenza tra l’uomo e la natura. Equilibri estremamente fragili, che significano innanzitutto scarsa disponibilità di cibo e acqua, beni primari, essenziali, preziosi.
Il nomadismo rappresenta l’alba dell’uomo e buona parte della sua evoluzione. Se ci fermiamo a riflettere, nella storia dell’umanità le cose sono cambiate solo piuttosto recentemente. Scrive Jared Diamond: ‘Le società tradizionali rappresentano migliaia di esperimenti millenari nel campo dell’organizzazione umana, esperimenti che non possiamo ripetere riprogettando di sana pianta intere società, per poi osservarne i risultati dopo decenni: se vogliamo imparare qualcosa, dobbiamo farlo là dove questi esperimenti sono già stati compiuti’. Non si tratta quindi di idealizzare stili di vita come il nomadismo, ma di provare a capire se alcune delle soluzioni che queste popolazioni hanno messo in atto per sopravvivere, non possano rivelarsi utili per la risoluzione di alcuni dei problemi di una società moderna.
(testo di Bruno Zanzottera e Elena Dak)
1 - Una famiglia di nomadi Kuchi – Asakzai sta scendendo dall’altopiano di Shiwa nella provincia settentrionale di Badakshan. Siamo a fine Luglio e i nomadi in genere si trattenevano su questo altipiano fino a fine Settembre, ma in questi ultimi anni a causa della siccità i pascoli si esauriscono molto più velocemente costringendo i pastori a partire anticipatamente.
2 – Una ragazza della tribù Kuchi – Farjayan nel loro accampamento in una zona semidesertica della provincia settentrionale di Kunduz. A causa della siccità questa famiglia si trova costretta a percorrere ogni giorno diversi chilometri con gli asini per procurarsi l’acqua per sé e per i propri animali, che si nutrono di pochi steli d’erba ormai rinsecchiti.
3 – Un nomade della tribù Hazara ha portato il suo gregge all’abbeverata in una pozza della provincia di Bamyan. Nonostante ci si trovi su un altopiano a circa 2.500 m, le precipitazioni in questi ultimi anni sono molto scarse. La siccità ha riacceso antichi conflitti tra le popolazioni stesse di nomadi con Kuchi e Hazara che si sono trovate a contendersi gli stessi pascoli a volte anche con scontri armati.
4 – Un accampamento nomade ai bordi del lago di Bandi Amir nella provincia di Bamyan. A causa della siccità in questa regione si sono verificate forti tensioni tra le popolazioni di pastori Kuchi e Hazara.
5 – Shirin Aigha e Bismillah, due giovani della tribù Kuchi – Farjayan raccolgono l’acqua per abbeverare le greggi della propria famiglia nella provincia settentrionale di Kunduz. A causa della siccità sono costretti ad acquistare l’acqua dalle autobotti e a conservarla in questo piccolo invaso che hanno realizzato.