Sul fatto che la data sia davvero quella non vi è assoluta certezza. Però per tradizione la prima edizione della Fiera di Sant’Orso si fa tradizionalmente risalire all’anno 1000. Mentre il luogo è sicuro: il sagrato della chiesa del Santo dove, si narra, alcuni secoli prima Orso distribuiva ai poveri, proprio nei giorni della merla, indumenti e sabot per resistere al rigido inverno. Sono passati milleventiquattro anni, ma i sabot ci sono ancora. E gli artigiani del legno che li costruiscono, insieme a quelli della pietra ollare, del ferro, del rame, della ceramica, del vetro, di tessuti, pizzi e di molto altro si ritrovano, a oltre un millennio di distanza, tutti riuniti con le loro bancarelle nel centro di Aosta per celebrare questo momento di festa e condivisione.
Quest’anno l’appuntamento è dal 27 gennaio, quando aprirà l’esposizione dell’Atelier des Métiers in piazza Chanouz, fino al 31 gennaio. La Veillà, la veglia della notte tra il 30 e il 31 gennaio, è un vero e proprio rituale che illumina le strade della città fino all’alba. Oggi accanto agli artigiani che portano avanti la tradizione valdostana ci sono appassionati, hobbisti e curiosi accorrono per assistere alle nobili lavorazioni fatte di intagli e sculture in legno, ricami finissimi su antichi telai e intrecci di vimini, fatte uscire dai laboratori all’aria frizzante di fine gennaio. E poi quell’atmosfera di festa corale, di popolo, che unisce il sacro con il profano, molto profano, accompagnata da musica e danze, dal vino e dai prodotti del territorio, dalla gioia stessa di essere lì, tutti assieme a festeggiare e condividere, come sempre da milleventiquattro anni. Info: fieradisantorso.it