
Una salita lunga e accidentata, durata quasi 30 anni. Ora però un primo traguardo è stato tagliato. Lo scorso 10 settembre il Senato ha approvato definitivamente il Disegno di legge per il riconoscimento e la promozione delle zone montane, meglio noto come DDL Montagna. L'ultima legge nazionale risaliva infatti al 1994, mentre il primo intervento normativo in materia fu approvato addirittura nel 1952.
La nuova norma prevede uno stanziamento di circa 200 milioni di euro all'anno per il triennio 2025-2027. Sulla carta le risorse andranno a finanziare servizi essenziali come la sanità e l'istruzione, con incentivi specifici per medici, operatori sanitari e insegnanti disposti a lavorare nei comuni montani. Ulteriori fondi saranno destinati ad agricoltura, mobilità, infrastrutture digitali e turismo.
Un punto focale del Decreto riguarda la classificazione dei Comuni montani. A definire se un luogo è davvero in montagna oppure no sono parametri come altitudine e pendenza, perché un conto è vivere sui bricchi per davvero, un conto è dipingere un agriturismo a 300 metri dal mare come un rifugio alpino. La legge riconosce e valorizza anche le professioni legate alla montagna come elementi fondamentali per la conservazione del patrimonio culturale e ambientale.

SPOPOLAMENTO E SEGNALI DI VITA
La legge ha come obiettivo primario contrastare il progressivo spopolamento delle aree interne, in particolare quelle montane. Secondo Istat e Snai (la Strategia Nazionale Aree Interne) Le aree interne coprono il 60 per cento della superficie nazionale, ma hanno solo il 22 per cento della popolazione, evidenziando uno squilibrio territoriale sempre più marcato. Tra il censimento del 1951 e la fine del 2019, la popolazione residente nei comuni montani è passata dal 17,5 al 12,1 per cento di quella nazionale.
Un'emorragia demografica che ha svuotato interi paesi, soprattutto nell'area appenninica, dove il fenomeno si intreccia con l'alto rischio sismico. Tuttavia, recenti dati mostrano segnali di inversione di tendenza: la popolazione italiana della montagna presenta un saldo migratorio positivo di quasi 64 mila unità, anche se rimane fragile l'equilibrio demografico complessivo. Tradotto, secondo l’Uncem (L’Unione Nazionale Comuni Comunità enti montani) tra il 2019 e il 2023 più persone si trasferiscono in montagna di quante ne escano, un dato che è messo in crisi da quello della mortalità: in montagna infatti sono molti di più gli anziani dei giovani residenti.

I DUBBI SULL'ATTUAZIONE E IL NODO DELLA CACCIA
In attesa dei decreti attuativi, non mancano i punti controversi sollevati dai partiti di opposizione, dai movimenti ambientalisti e da molta parte della comunità scientifica. Le critiche rilevano la fragilità del testo su clima, governo del territorio e biodiversità: sulla mancanza di piani di adattamento climatico e di misure concrete per prevenire il dissesto idrogeologico; sull’assenza di strumenti di partecipazione e gestione integrata del territorio, come le green communities, le associazioni fondiarie e i contratti di foresta e di fiume.
I contrasti più accesi sono per ora intorno alla questione della caccia, complice anche la recente apertura della stagione venatoria, ripartita quasi ovunque il 21 di settembre. Una delle norme più controverse è l’articolo 15, che cancella il divieto di caccia nei valichi montani, introdotto dalla legge 157/1992. Nonostante l’opposizione di Alleanza Verdi Sinistra, del mondo ambientalista e di 46 associazioni, è stato approvato un emendamento che permette la caccia proprio nei corridoi ecologici fondamentali per milioni di uccelli migratori.

DAL TOURING > MAPPE 04 - LA VITA IN ALTO
Come sta la montagna in Italia? Sulle nostre montagne esistono comunità antiche, fisicamente isolate, e posti di eterno passaggio, dove si ripete l’incontro delle genti. Luoghi modello di convivenza tra uomo e animali, comunità dove si sperimentano una socialità nuova e un’agricoltura che rispetta la natura. E tanto silenzio, un buio inaspettato, una riserva di spazio in cui perdersi, nuovi paradigmi dell’abitare e una dimensione invidiabile del vivere bene.
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