PerNel secondo dopoguerra, facendo leva sulla propria intraprendenza e trasformando un elemento di debolezza come la mancanza di grandi centri urbani in un punto di forza, gli abitanti delle piccole Marche hanno saputo spezzare il proprio isolamento e traghettare un mondo agricolo e atavicamente immobile in una delle aree italiane più dinamiche e industrializzate. Un passaggio non facile dalle forme tradizionali di una società agricola improntata sulla mezzadria a una rete capillare di laboratori e imprese manifatturiere basate su aziende a conduzione familiare e, almeno inizialmente, con un significativo ricorso al lavoro femminile e a domicilio, che nel Novecento ha avuto come prima conseguenza una sensibile emigrazione. Molti sono partiti ma molti sono anche tornati con idee nuove, frutto di uno spirito di osservazione e di una capacità di interpretare il domani partendo dal sapere di ieri.
Quello che si può oggi cogliere grazie alle visite guidate, divise in sette aree tematiche (Luce, Suono, Carta, Gioco, Lifestyle, Futuro, Sapore), proposte da Visit Industry Marche in tutta la regione per promuovere e valorizzare il territorio e la cultura d’impresa. Un’originale proposta di turismo industriale e marketing territoriale capace di trasformare, mettendolo a sistema, uno straordinario patrimonio di luoghi, eccellenze locali, competenze e know-how in un’importante leva di attrattività per le Marche. 
Dalla Pigini Group, nata a Loreto come Tecnostampa (che ora insieme a Rotopress produce annualmente oltre 50mila tonnellate di carta stampata, dai libri d’arte ai quotidiani, alle riviste), che comprende anche la Eli, casa editrice didattica che con oltre 300 titoli cartacei all’anno (oltre a un centinaio di app ed e-book), è leader per i testi della scuola primaria, nel settore delle lingue per la secondaria, alla Algam Eko, importante azienda di chitarre di Castelfidardo, con sede a Montelupone, alla Fratelli Guzzini, storica azienda di Recanati che ha portato nel mondo il gusto italiano e continua ad anticipare il futuro, lavorando sul tema della sostenibilità, con prodotti ricavati da scarti di biomasse vegetali, il polipropilene riciclato, e soprattutto con il repet ricavato dalle bottiglie di plastica, alla Clementoni che da 60 anni vuol dire giochi, un ampio ventaglio di aziende abituate a ospitare solo clienti e fornitori aprono le porte a gruppi di visitatori e li conducono alla scoperta delle proprie realtà. 
Ma Visit Industry Marche vuol dire anche avvicinarsi anche allo straordinario mondo della fisarmonica. Un mondo attivo, vivace, propositivo, la cui tradizione a Castelfidardo è portata avanti dai fratelli Pigini, Massimo e il figlio Federico, e Francesca, vera pasionaria della fisarmonica. Il tour nel loro laboratorio artigianale offre l’opportunità di conoscere il ciclo di produzione di questo strumento, composto da ben 12mila pezzi, e di apprezzare tutta la passione per il bello e il ben fatto italiani, espressioni dell’intelligenza tattile dei polpastrelli delle maestranze marchigiane.
La stessa che si ritrova alla Fiam, nata nel 1973, la prima azienda che è riuscita a piegare il vetro, il cui nome è legato alla collaborazione con artisti come Pomodoro, Carmi, Isgrò e con maggiori designer mondiali come Libeskid o Stark, come si può ben comprendere aggirandosi per le stanza affrescate nel XVI secolo dagli Zuccheri a Villa Miralfiore di Pesaro, che ospitano i pezzi iconici e le opere in vetro dell’azienda. Profuma invece di mare, di terra e di qualità la storia della pluripremiata cantina Umani Ronchi, famiglia di viticoltori che dal 1957 valorizza il patrimonio vitivinicolo marchigiano, patria del verdicchio. Una delle molte eccellenze enogastronomiche della regione, alcune con un secolo di storia, apprezzate in tutto il mondo: dal vino ai distillati, dalla frutta alle bibite. 
Per ulteriori informazioni, visitindustry-marche.it