Sembrava fatta. Dopo vent’anni di buste trasparenti, mini-kit da viaggio in stile piccolo chimico tra creme e detergenti e bottigliette trangugiate in coda agli scanner dei gate, lo scorso luglio la Commissione Europea ha acconsentito al trasporto di maggiori quantità di liquidi nei bagagli a mano per chi viaggia in aereo, fino a 2 litri, una procedura resa possibile da scanner di nuova generazione più efficaci nella rilevazione di eventuali sostanze pericolose come gli esplosivi. Alla norma unitaria si è aggiunta anche quella dell’Ecac, la European Civil Aviation Conference, organizzazione paneuropea che riunisce le autorità dell’aviazione civile dei 44 Paesi membri, i 27 comunitari più 17 non comunitari.

travel kit per liquidi in cabina aereo
Kit da viaggio per trasportare i liquidi nel bagaglio a mano / foto Shutterstock

Stavamo per mettere nel dimenticatoio la norma sui liquidi in cabina che seguiva il timore di attentati, dopo l’incubo dell’11 Settembre 2001. Sembrava fatta, E invece no. Perché la semplificazione dei controlli può essere messa in pratica solo negli scali dotati di nuovi dispositivi EDS C3, gli scanner Explosive Detection System che passano al setaccio una valigia come può fare una Tac su ognuno di noi, con margini d’errore minimi e tempi dei controlli velocizzati.

A cercare di chiarire lo stato dell’arte in Italia sono state per prime le associazioni dei consumatori, come Assoutenti e Consumerismo No Profit, che prima dell’estate denunciavano in diverse sedi questa situazione definendola "caos totale", chiedendo all'Enac innanzitutto una lista chiara degli aeroporti dove valgono le nuove regole, e che le compagnie aeree scrivessero la possibilità di imbarcare liquidi fino a 2 litri direttamente sui biglietti. 

EDS C3, gli scanner brevettati da Smiths Group / foto 2025 Smiths Group

In Europa la situazione è in continua evoluzione e mentre hub come Amsterdam Schiphol, Dublino e Francoforte hanno dotato alcuni checkpoint di sicurezza della nuova tecnologia, molti (London Heatrow su tutti) sono in ritardo.

L’Ente Nazionale per l'Aviazione Civile ha diffuso una nota ufficiale il 27 luglio scorso e da allora sappiamo che gli aeroporti italiani che dispongono dei nuovi scanner e applicano la normativa sono cinque: Roma Fiumicino, Milano Linate, Milano Malpensa, Bologna e Torino. Mentre Catania e Bergamo Orio al Serio sono tra gli scali che pur avendo in dotazione la tecnologia di ultima generazione non l’hanno ancora messa in funzione.

Raccoglitore di contenitori di plastica al gate
Raccoglitore di contenitori di plastica al gate / Foto Shutterstock

A generare confusione c'è un altro aspetto. Potremmo partire da Milano Malpensa con la boccetta di profumo da 200 ml senza problemi, ma al ritorno trovarci in un aeroporto che non ha i nuovi scanner. In quel caso saremmo davanti al dilemma, lasciare il profumo oppure pagare per il bagaglio da stiva? E qui ci si mettono i vettori, perché le compagnie sono sempre meno “low” e sempre più intransigenti riguardo a pesi e misure.

Questo l’ultimo bollettario aggiornato per imbarcare un trolley all’ultimo secondo. Gli amici di Ryanair impongono un extracosto tra 36 a 75 euro a volo; Vueling da 40 a 75 euro; Easyjet fissa la gabella a 65 euro; WizzAir a 70 euro, mentre Ita Airways: da 60 euro per l'Italia, fino a 130 euro per destinazioni come Stati Uniti, Giappone o Brasile. Magnanimi.

Che fare? Il consiglio è semplice: informatevi prima di partire. Controllate sul sito dell'aeroporto da cui partite se sono ammessi liquidi oltre i 100 ml. Fate lo stesso per l'aeroporto di destinazione, soprattutto se dovrete tornare da lì. Se avete dubbi o fate scalo in aeroporti diversi, la soluzione più sicura è continuare a seguire la vecchia regola: liquidi in contenitori da massimo 100 ml, dentro la bustina trasparente. Sembrava fatta. Invece aspettiamo aggiornamenti, monitoriamo e vi daremo notizie.

Check-in della compagnia low cost Ryan Air
Check-in della compagnia low cost Ryan Air / foto Shutterstock