In principio erano Il Vecchio e il Giovane, o più semplicemente A e B. Era il 16 agosto 1972 quando un subacqueo dilettante si imbattè, nei fondali lungo la costa ionica della Calabria, in due statue in bronzo risalenti al V secolo a.C. Oggi, universalmente note come i Bronzi di Riace, le statue hanno trovato una nuova e speriamo definitiva casa: il museo archeologico nazionale della Magna Grecia a Reggio Calabria. Anche quest'ultimo ha subito alterne vicissitudini: il progetto originale prevedeva un edificio totalmente nuovo, ma che risultava di difficile integrazione nel lungomare reggino. Si optò così per una profonda ristrutturazione del preesistente museo.
Oggi il percorso espositivo prevede uno schema a spirale che scende dal quarto livello fino al piano terra, dove il percorso di visita si conclude idealmente al cospetto dei Bronzi. La hall di ingresso, dalla quale già si possono intravedere le due statue, diventa così il luogo centrale del museo, la sua piazza. E proprio Piazza si chiama l'installazione permanente realizzata per questo spazio nel giugno del 2011 da Alfredo Pirri.
Contestualmente è stato perfezionato il restauro dei Bronzi, con l'asportazione totale delle terre di fusione dalle teste. Le statue sono ora poggiate su due basi antisismiche studiate appositamente realizzate in marmo di Carrara, che assicurano il massimo isolamento. La sala inoltre è dotata di un sistema di controllo del clima che gestisce temperatura e umidità.
Tra gli studi e i saggi realizzati negli anni sulle due statue, che a lungo hanno fatto discutere gli storici riguardo la datazione, i soggetti raffigurati (per alcuni Ettore e Achille, per altri Eteocle e Polinice) e soprattutto la mano che li avrebbe realizzati, particolarmente accurato è quello firmato nell'ormai lontano 1988 da Giuseppe Panetta per le Edizioni meridionali di Catanzaro, titolato semplicemente I Bronzi di Riace.
Appena prima di Natale il pubblico è potuto tornare ad ammirare le due figure. E i primi numeri sono stati decisamente incoraggianti: 17mila visite in due settimane. Come ha dichiarato Giuseppe Scopelliti, presidente della Regione Calabria, all'inaugurazione, «I Bronzi possono rappresentare il nostro petrolio: una grande ricchezza che non è stata sfruttata in maniera adeguata. Oggi inizia una nuova stagione per una città, come Reggio Calabria, che è stata a lungo mortificata».
A uno dei più grandi fotografi di antichità classica, Mimmo Jodice, è stato affidato il compito di realizzare proprio in questi giorni gli scatti di una campagna promozionale per far riscoprire all'Italia e al mondo i due gioielli ritrovati. «Molti - ha aggiunto Scopelliti - hanno richiesto la presenza dei Bronzi di Riace a Milano per l'Expo, ma come ha anche detto il ministro per i Beni Culturali Massimo Bray, in questo momento non ci sono le condizioni per immaginare un loro trasferimento». Una volta riabbracciati i suoi due gioielli, è comprensibile che la città voglia tenerli con sè.