Il Nobel per la pace? Alla bicicletta. «See, alla bicicletta?» Sì, alla bicicletta. Esattamente alla bicicletta, il mezzo a due ruote più ecologico, salutare, comodo, veloce e anche pacifico che esista. Ne sono convinti i conduttori di Caterpillar, la trasmissione di Radio2 che per prima ha promosso Bike the Nobel, la campagna per promuovere la candidatura della bicicletta al Nobel per la pace. Un’impresa abbastanza folle, all’apparenza, ma assolutamente condivisibile. Anche perché alle volte sono le idee apparentemente più irrealizzabili a risultare le migliori.
 
IL NOBEL PER LA PACE
Prendiamo Luigi Vittorio Bertarelli, fondatore del Touring Club Italiano. A inizio Novecento decide di intraprendere un’impresa colossale: pubblicare una guida d’Italia redatta da italiani per italiani. E come va in giro per il Paese a fare i sopralluoghi per quell’opera monumentale che sono le Guide Rosse Tci? In bicicletta, ovvio.

Il mezzo a due ruote più usato del mondo è stato indicato dalla trasmissione di Radio2 Rai come candidato speciale per il premio Nobel per la Pace. Massimo Cirri e Sara Zambotti, i due conduttori del programma, sono convinti: «La bicicletta è il più pacifico e meno inquinante dei mezzi. È democratico perché elimina le distanze tra i popoli e le persone, visto che il ricco pedala come il povero. E poi ovunque è uno strumento per la crescita dell’infanzia e in diversi Paesi contribuisce in modo diretto all’emancipazione della donna».

LA RACCOLTA FIRME
Il Touring Club Italiano, che non per nulla quando è nato nel 1894 nel suo acronimo aveva una C in più che stava per “ciclistico” ha deciso di appoggiare la candidatura di Caterpillar e contribuire alla raccolta firme con degli spazi dedicati all’interno dei Punti Touring di Milano, Torino, Genova, Roma e Padova. Non solo, Touring seguirà sul suo sito la carovana che entro il 1° febbraio porterà fisicamente a Oslo le firme raccolte. Come? Ovviamente pedalando, anche se è pieno inverno.
Una staffetta di ciclisti professionisti e amatori (tra loro anche Paola Gianotti) partirà dall’Italia con il compito di lasciare davanti agli uffici dell’organizzazione che assegna il Nobel le firme raccolte e una bicicletta. «È un gesto simbolico, visto che per mandare la candidatura con le firme basterebbe una mail» spiegano Cirri e Zambotti. Formalmente la candidatura non potrà essere della bicicletta come oggetto, ma verranno scelte delle ong che in giro per il mondo usano le due ruote come strumento di sviluppo e agente di pace. Le idee più folli sono spesso quelle che vanno più lontano.
 

LA MAPPA DELLA PEDALATA DI PAOLA GIANOTTI  

 

IL VIDEO DI BIKE THE NOBEL