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Può un cementificio trovare posto in un parco? Può il cemento diventare parte integrante di un paesaggio fatto di torrenti, piante e montagne?
La risposta (positiva, s’intende) si trova a un’ora di treno da Milano, nel Parco delle Gole della Breggia, istituito nel 1998 e inaugurato nel 2001. Scesi alla stazione di Balerna, subito dopo Chiasso, potete incamminarvi su una via in leggera salita che tra case ordinate e bandiere svizzere porta nel centro del paese e da qui a un ampio parcheggio (dove posteggiare se arrivate in auto). Qui il rumore del torrente Breggia (la Breggia, com’è comunemente chiamato in Ticino il corso d’acqua che nasce sul Monte Generoso) è il canto di sirena che indica la strada al visitatore. Primo GeoParco svizzero, segnalato dall’UNESCO, questo luogo consente di ammirare una delle più rappresentative serie stratigrafiche delle Alpi meridionali: un chilometro e mezzo di intaglio erosivo racconta circa cento milioni di anni, fra il Giurassico e il Terziario.
UN EX CEMENTIFICIO IN UN PARCO?
Ma prima di arrivare alle Gole, ecco il guardiano: che a fare da vedetta possa essere un ex cementificio certo nessuno se lo aspetta. Eppure, eccolo lì, imponente e statuario. Anche il più accanito difensore del progresso o il più granitico detrattore degli spazi verdi potrebbe mostrare qualche perplessità di fronte a quello che a prima vista appare come un ossimoro inconciliabile (o addirittura insopportabile): un cementificio nel parco, appunto. Ma lasciate che una delle guide vi introduca al “percorso del cemento”, un interessante percorso didattico che, sfruttando gli elementi conservati del cementificio, illustra il processo che dalla roccia porta al cemento, e scoprirete quanta bellezza e quanta storia racchiudano quei quattro ettari di area riqualificata.
IL PERCORSO TRA CAVE E GALLERIE
Si comincia dalle cave a cielo aperto per proseguire nelle gallerie di estrazione della roccia (maestose e affascinanti come grotte in cui montagna e acqua giocano a riflettersi l’una nell’altra, creando atmosfere oniriche); si passa poi al frantoio, dove la roccia veniva macinata, e, attraverso la passerella sulla Breggia, si arriva alla torre dei forni, adibita oggi a spazio espositivo e didattico, dove fotografie e video raccontano di un passato che non c’è più ma a cui il presente deve molto.
Ed è proprio da questa considerazione che, dopo lunghi dibattiti e dieci milioni di franchi, nel 2010 – a sette anni dalla chiusura definitiva del cementificio Saceba, aperto nel 1961 – si decide (in testa la Holcim Svizzera SA, maggiore produttrice nazionale di cemento) di dare il via ai lavori di riqualifica: due anni dopo, viene aperto il “percorso del cemento”. Sempre nel 2012 esce un volume edito da Casagrande e curato da Giovanni Buzzi e Paola Pronini Medici (Il cementificio nel Parco – Storia della Saceba e della riqualifica territoriale realizzata dopo la sua chiusura), che con parole e immagini racconta la storia del cementificio e della riqualifica dell’area. È Alberto Nessi che, nel prologo al volume, ben restituisce il sentimento che accoglie il visitatore di fronte all’ex cementificio: “La grande ferita, cicatrizzata e rivisitata dalla vegetazione, mostrando i segni obliqui delle stratificazioni minerali crea nuova bellezza; le rovine antiche, che affascinavano i romantici dell’Ottocento, oggi sono sostituite dagli scavi industriali di qualche decennio fa”.
INFORMAZIONI
Parco delle Gole della Breggia: www.parcobreggia.ch
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