Le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, nel Veneto, sono state aggiunte al Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’Unesco, l’agenzia delle Nazioni Unite che ha lo scopo di incentivare la protezione e la conservazione dei luoghi più significativi del pianeta, dal punto di vista storico, culturale e paesaggistico. La decisione è stata assunta a Baku, la capitale dell’Azerbaigian, nel corso della 43esima sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale che terminerà i propri lavori il prossimo 10 luglio. Con le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, i siti italiani presenti nell’elenco dell’UNESCO diventano 55.
Con la decisone dell'apposito Comitato di selezione Unesco, si riconosce il valore universale di un paesaggio culturale e agricolo unico, scaturito da una straordinaria, sapiente interazione tra un'attività produttiva di eccellenza e la natura di un territorio affascinante", ha afferamato in una nota il ministro degli Esteri Moavero Milanesi. "Il risultato prova anche - si legge in una nota della Farnesina - la posizione di primissimo piano che l'Italia riveste in seno all'Unesco e l'ottimo gioco di squadra del sistema-Paese che ha visto coinvolti, insieme con il Ministero degli Esteri, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e del Turismo, la Regione Veneto e il Comitato promotore della candidatura.
Le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene sono Patrimonio Mondiale dell’Umanità / foto Getty Images
LE MOTIVAZIONI DELL'UNESCO
Motivando l'elezione delle colline di Conegliano e Valdobbiadene l'Unesco spiega che: "La zona include una serie di catene collinari, che corrono da est a ovest, e che si susseguono l’una dopo l’altra dalle pianure fino alle Prealpi, equidistanti dalle Dolomiti e dall’Adriatico, il che ha un effetto positivo sul clima e sulla campagna. Se Conegliano ospita molti istituti legati al vino, Valdobbiadene è invece il cuore produttivo dell’area vinicola. I ripidi pendii delle colline rendono difficile meccanizzare il lavoro e di conseguenza la gestione delle vigne è sempre stata nelle mani di piccoli produttori. È grazie a questo grande, pacifico esercito di lavoratori e grazie all’amore per la loro terra che è stato possibile preservare queste bellissime colline e creare un forte legame tra l’uomo e la campagna. Il risultato di questo forte legame è uno straordinario esempio di come questa antica cultura sia fortemente radicata alla sua terra".