Scrive da più di trent’anni, eppure questo è il suo primo romanzo. E non è neppure un romanzo: è una serie di storie intrecciate tra loro dal filo sottile di un falco e di una giuria popolare – un vecchio, un bambino, un matto – che cercano giustizia e trovano una, dieci, cento tragiche verità nascoste sotto la patina di un paese di provincia come tanti altri, adagiato da qualche parte nella Pianura padana. E’ una fiaba nera, nella quale il latte diventa blu e gli alberi sanguinano. Ma è anche una lunga ballata, intrisa di malinconia. Lui è Massimo Bubola, classe 1954, autore di canzoni per Fabrizio De André, la Pfm, Fiorella Mannoia e tanti altri, e cantautore a sua volta. Il libro si intitola Rapsodia delle terre basse ed è pubblicato da Gallucci Editore.
Una prosa sognante, che spesso scivola nella poesia (“Severino abbracciò Lorenzo come se stesse per partire soldato. Sopra la loro testa c’era un coperchio di cielo color acciaio, carico di pioggia”) e nella musica, con diverse ballate a colorare la narrazione, impreziosita dalle tavole di Lorenzo Mattotti, autore anche della copertina. Questo l’incipit: “Ottorino Deodato vendeva latte a mezzo paese. Era il primo ad alzarsi e l’ultimo ad andare a letto, cosicché la gente di San Sebastiano pensava dormisse un’ora sola e con un occhio solo.”
Perché ne parliamo? Potremmo semplicemente rispondere “perché è un bel libro”. Ma anche perchè è un felice esempio di scrittura musicale, come già la raccolta di racconti Le parole sognate dai pesci di Davide Van de Sfroos, edito da Bompiani qualche tempo fa. E soprattutto perché, in entrambi i casi, gli autori sono musicisti folk, profondamente legati alla loro terra, in apparenza sfondo, in realtà protagonista delle loro storie. Per Van De Sfroos era l’acqua del lago di Como, così diversa da quella del mare ma anche dagli altri laghi, per Bubola è sempre l’acqua, ma quella dell’Adige, che lambisce San Sebastiano, paese immaginario ma non troppo, uno dei tanti piccoli centri nella Pianura Padana da qualche parte tra Verona e Rovigo. Luoghi del quotidiano, veri, eppure sospesi tra sogno e realtà, e che nella dimensione del sogno raccontano, a chi le sa ascoltare, le loro storie. Luoghi in cui ci piacerebbe viaggiare.