Quel che resta del muro è l’immagine di un piccone. Un colpo alla volta scalfiva il cemento e investiva la storia. Era l’8 novembre di vent’anni fa. Assieme al muro veniva giù un mondo intero. Prima c’era l’Est e c’era l’Ovest, due universi a specchio: speranze diverse, certezze diverse, realtà diverse. Poi tutto venne travolto. Cambiarono i sogni, si moltiplicarono le speranze, mutò la storia. Per migliaia di persone da quell’8 novembre la vita prese una direzione totalmente diversa. Anche se i segni di quel muro e di quelle divisioni sono ancora presenti nelle coscienze e nelle vite di chi all’ombra del muro, oltre la cortina è cresciuto. Segni incisi nella memoria e nel paesaggio, raccontati da The Iron Curtain Diaries 1989-2009. Un progetto multimediale raccolto in un sito che prova a raccontare quel che resta di quei sogni, da Murmarsk a Burgas.
Il 13 agosto 1961 i soldati della Ddr iniziarono a costuire fisicamente la barriera di divisione tra qui e lì. Tra il nostro mondo e il loro mondo. Il mondo libero e l’altro mondo si diceva allora. Ma le divisioni c’erano già da prima. Dal caffè che si beveva al mattino ai sogni, dal profilo delle auto alle credenze profonde sembravano due mondi antitetici, due destini divergenti. A tenerli seperati un muro di tre metri e chilometri di filo spinato. Correvano dal mare del Nord al mar Nero, confine tangibile di un confine mentale, oltre che storico. Ogni pezzo di cortina di ferro aveva le sue particolarità. In Ungheria la zone del confine era larga quindici chilometri. Quindici chilometri altamente militarizzati dove si entrava solo con permessi speciali. In Cecoslovacchia le mine erano sparse per centinaia di metri prima della barriera vera e propria. In Germania il muro era doppio e con controlli ogni centinaio di metri. Oggi quei chilometri di filo spinato sono un corridoio da percorrere in bicicletta. Anni di isolamento forzato hanno conservato un ecosistema unico. Almeno a qualcosa è servita, quella barriera.
Due equipaggi muniti di telecamera, macchina fotografica, recorder e tavole da disegno si sono dati appuntamento a Berlino, l’epicentro simbolico di tutte le divisioni. Da qui sono partiti in direzioni opposte: chi verso nord, chi verso sud. Un gruppo ha viaggiato in Germania, Polonia, Estonia, Lettonia, Lituania e Russia. Un secondo si è diretto verso sud, toccando Cechia, Ungheria, Romania e Bulgaria. Dopo tre settimane sono rientrati alla base e hanno messo in comune il raccolto. Decine di interviste a scrittori, politici, musicisti, sportivi, fotografi, dissidenti e gente comune, la cui vita è radicalmente cambiata con la caduta del muro di Berlino.
L’insieme delle storie forma un affresco intergenerazione che celebra la forza degli ideali, ma anche racconta il naufragio dei sogni a contatto con i nuovi stili di vita occidentali. Il risultato è un sito navigabile e interattivo, all’interno del quale sono racchiusi 35 mini film, della durata variabile di 2-10 minuti. Navigando lungo la mappa della vecchia Europa si possono scoprire le tappe del viaggio: leggere le schede informative, ascoltare documenti sonori dell’epoca, le interviste e i ricordi, guardare le foto.
Un modo di narrare diverso, che fonde video e fotografia, fumetto e animazione, multimedialità e testimonianza. Il progetto è coordinato dal giornalista di Peace Reporter Angelo Miotto. Il team produttivo è composto dal regista Matteo Scanni; dai fotografi di Prospekt, Samuele Pellecchia e Massimo Sciacca; dai giornalisti di Peace Reporter, Luca Galassi e Nicola Sessa e dall'illustratore Davide Toffolo per Becco Giallo.
Selezionato al Festival Visa Pour l’Image di Perpignan come uno dei nove migliori web documentari dell’anno e dal Festival Europeen des Quatre Ecrans del Centre Pompidou di Parigi, per due giorni The Iron Curtain Diaries 1989-2009 è visibile gratuitamente sul sito web dedicato.
Inoltre oggi, Bonsai Tv trasmetterà in esclusiva televisiva a partire dalle ore 22.40 video storie contenute in The Iron Curtain Diaries 1989-2009, sottotitolate in italiano. La trasmissione sarà replicata anche il 16, il 23 e il 30 novembre. Per chi vive a Milano domenica prossima, 15 novembre, è prevista una proiezione mattutina al cinema Anteo, alle 11. E sempre a Milano la sera del 9 l'intera piattaforma multimediale sarà visibile alla Galleria Wannabee, in occasione del vernissage della mostra “Another break in the wall - Collettiva di artisti internazionali”. Per chi non è a Milano non resta che guardarlo qui o su questo canale youtube.