Qualcuno l'ha definito il Salieri dell'architettura e, in effetti, a leggere la storia e le opere di Vincenzo Scamozzi si ha l'impressione netta che il suo talento sia stato in parte oscurato dal suo collega più anziano Andrea Palladio. Nato a Vicenza nel 1548, fu introdotto al mestiere dell'architetto dal padre che, fin da subito, stimolò il figlio a conoscere mezzi e materiali, nonché allo studio dei monumenti antichi, trasformandolo in un vero architetto scienziato.
Fra due anni ricorreranno i quattro secoli dalla sua morte, ma le iniziative per far conoscere la sua opera cominciano già domani con la presentazione del libro di acquerelli e della mostra curati da Giovanni Giaconi presso la libreria Galla di Vicenza (corso Palladio 11, ore 18. La mostra rimane aperta fino al 10 aprile).
“Scamozzi ha completato alcune opere del Palladio come il Teatro Olimpico e la Rotonda di Vicenza e senza il suo intervento non sarebbero così belli e importanti” racconta Giaconi, già autore di due libri proprio sul Palladio e che si è dedicato a lungo per realizzare i trenta acquerelli esposti: “Sono 30 disegni grandi ai quali ho dedicato tremila ore di lavoro. Ho voluto rendergli omaggio anche in vista dell'anniversario della morte”. Decine le ville e i palazzi da lui progettati tra Vicenza, Venezia e il mantovano come il teatro ducale di Sabbioneta (Mn), il palazzo Trissino Baston sul Corso a Vicenza e la Cappella del Doge proprio a Venezia.
“Le differenze tra il Palladio e lo Scamozzi sono importanti a partire dalle loro biografie” spiega Giaconi, “il primo era di origini umili mentre il secondo ha sviluppato presto la capacità di usare materiali diversi anche grazie alla formazione che gli diede suo padre che lo introdusse all'architettura molto giovane. Riusciva a convincere i clienti a usare materiali originali come la pietra viva per le colonne invece dei mattoni”. E la mostra è solo l'inizio di una scoperta che, da Vicenza, proseguirà in Veneto e non solo.
Vincenzo Scamozzi (1548-1616), acquerelli di Giovanni Giaconi, testi di Giovanni Battista Gleria, editore Dolp (www.dolp.info).