Come lo scorso anno, vi consigliamo quindici libri che parlano di natura, sostenibilità, ambiente. Libri intelligenti per imparare, ragionare, capire, conoscere, svagarsi. Sono tutti editi nel 2023: idee intelligenti per fare un regalo o farsi un regalo. E apprezzare di più il mondo che ci circonda.

1. LE SORPRESE DEGLI ANIMALI DEL MARE

La casa editrice L’Ippocampo ci ha abituati a volumi splendidamente illustrati. È il caso anche di questo libro dedicato a “80 pesci e altre creature marine”, che segue (nella stessa grafica e nello stesso formato) l’omologo sugli uccelli pubblicato lo scorso anno. Marcel George è incredibilmente accurato nel ritrarre con il suo fine acquerello polpi, balene, squali, molluschi – e basterebbe anche solo la sua arte a giustificare l’acquisto. Ma c’è di più: perché le 80 creature scelte, accomunate dal luogo in cui vivono, sono, nelle parole dell’autrice, “un’assemblea di portavoce inviati dall’oceano con mille storie da raccontare sulla vita subacquea e sull’importanza dei mari”. Sono state scelte, cioè, perché possono dirci qualcosa di significativo su quello che è essenzialmente un pianeta acquatico – il nostro. Così, per ogni specie una breve scheda ne racconta peculiarità scientifiche, importanza per l’ecosistema, rapporto con l’uomo: e qui emergono esperienza e conoscenze di Helen Scales, biologa marina e oceanografa, che è capace di presentare animali di cui evidentemente sa vita, morte e miracoli in modo accattivante, attuale e curioso. Aiutando spesso a guardarli con altri occhi: anche una patella può regalare molte sorprese.
 
Il giro del mondo in 80 pesci e altre creature marine
di Helen Scales, traduzione di Maura Parolini e Matteo Curtoni, illustrazioni di Marcel George, L’Ippocampo, 240 pag., 19,90 euro
2. IL MARE DI STORIE, ESPLORAZIONI E SCOPERTE
Che cosa c’è di più inesplorato del mare a questo mondo? Nulla. E se per mare intendiamo non solo l’insieme di acque che copre il 70 per cento della superficie terrestre, ma i milioni di metri cubi di acqua che stanno sotto allora ci si trova nell’impensata situazione di ignorare che cosa ci sia su gran parte del pianeta. Una riflessione cha affascina l’uomo con lo scandaglio, eletto – almeno nel titolo – a protagonista di questa collezione di saggi dal tono divulgativo, quella di una serie di racconti ben scritti che parlano di scoperte, esplorazioni, divagazioni curiose e storie che diventano spunti di riflessioni sul nostro posto nel mondo. Il mare è una fissazione per Svensson nata quando bambino ha iniziato a leggere e rileggere lo stesso volume sui pesci marini preso a prestito nella biblioteca del suo piccolo paese svedese. Un libro che ha fatto esplodere la sua curiosità per tutto quello che sta in acqua, sopra e sotto. Dai viaggi intorno al mondo di Magellano alla caccia alle balene, lo scrittore svedese racconta storie alle volte note, ma ne va a pescare anche di sconosciute – la più interessante è quella del panettiere scozzese Robert Dick – che diventano il motore per riflettere su quel che muove tutti, poco importa se esploratori, intrepidi attraversatori degli abissi o panettieri scozzesi solitari e un poco depressi: la curiosità. Linfa vitale che nutre l’impulso di avvicinarsi al mondo per osservarlo e comprenderlo.

L’uomo con lo scandaglio

di Patrick Svensson, traduzione di Monica Corbetta, Iperborea, 222 pag., 18 euro

3. LUOGHI ESTREMI: I DESERTI DEL MONDO
Il deserto è un vuoto pieno di cose, anche se il senso comune pensa il contrario. Per definizione inaccessibili e incommensurabili, i deserti invero sono sempre stati attraversati da carovane, abitati da animali, invasi da rumori che, proprio perché all’apparenza non si sente nulla, rimbombano a chilometri di distanza. Bisogna solo imparare a sintonizzarsi su una lunghezza d’onda differente, estranea al rumore e all’affollamento che oramai ci circonda. Il giornalista inglese William Atkins ne ha scelti sei – in Oman, Australia, Cina, Kazakistan, Stati Uniti, Egitto – e li ha attraversati, raccontando con partecipazione emotiva le storie che li abitano. Si prende così parte al Burning Man , una manifestazione che dal 1991 si tiene sulla distesa salata di Black Rock City, in Nevada, una specie di carnevale musicale lungo otto giorni, all’insegna della libertà assoluta e dello spettacolo. A ben vedere lontano dall’idea comune di deserto. A prima vista l’opposto di quello dei monaci eremiti che hanno scelto di vivere ai margini del Sahara, ma pur sempre un modo per viverlo come rifugio per la libera espressione. Ma il deserto è anche molto di più, per alcuni che lo attraversano al confine tra Messico e Stati Uniti è speranza, un po’ come lo era per gli avventurieri che a fine Ottocento esploravano gli immensi deserti australiani in cerca di chissà quali ricchezze. Per altri è dannazione, come per i kazaki che si sono ritrovati a vivere nell’Aralkum, il deserto nato dalla tragedia ecologica del lago d’Aral, che era il quinto bacino di acqua dolce più grande del mondo e ora è una distesa di sabbia. Un vuoto che cerca di riempirsi di cose.

Un mondo senza confini

di William Atkins, traduzione di Francesco Francis, Adelphi, 440 pag., 28 euro
 
4. LUOGHI ESTREMI: L'EUROPA
Non serve andare troppo lontano per fare esperienza delle terre estreme, l’Europa ne è incredibilmente piena. È questo che racconta Nick Hunt in "Sentieri di sabbia e ghiacci", cinque viaggi in altrettanti luoghi del nostro continente che presentano condizioni ambientali estreme che non si è abituati a pensare si trovino a poche centinaia di chilometri dalle città che scegliamo per gli ormai irrinunciabili weekend. Pur non avendo una prosa particolarmente accattivante, Hunt ha la curiosità di sperimentare e la voglia di andare a vedere di persona il che rende le sue pagine un buon punto di partenza per chi voglia fare esperienza dell’unico deserto d’Europa, il Desierto de Tabernas dove Sergio Leone ambientava i suoi western e dove è stato girato parte di Lawrence d’Arabia. Ma anche nel Cairngorms britannico, unico esempio di tundra alpina della Gran Bretagna, o nella più estesa steppa d’Europa – che è tutto fuorchè selvaggia – che si trova all’estremità orientale della puszta ungherese, o ancora nella foresta di Bialowieza, al confine tra Polonia e Bielorussia, ultimo lembo della foresta primigenia che un tempo copriva tutto il continente e ultimo luogo dove si possono incontrare i bisonti.

Sentieri di sabbia e ghiaccio

di Nick Hunt, traduzione di Giulia Vallacqua, Mimesi, 334 pag., 20 euro

5. UNA GUIDA ALL'ITALIA SELVAGGIA

Troppo spesso pensiamo all’Italia turistica come a una meta culturale e non naturalistica. Eppure, sono decine i luoghi ancora incontaminati che sorprendono a ogni angolo di pianura, costa e montagna: “l’Italia è una specie di borsa di Mary Poppins di meraviglie naturalistiche, contenute e compresse dalla presenza umana e pronte a esplodere fuori in ogni momento, a volte dietro la porta di casa se non si sta attenti” scrive Emanuele Biggi, naturalista e conduttore di Geo (Rai3), nella prefazione di questa ricchissima e utilissima guida edita da Ricca (uno dei pochi editori che investe concretamente nella divulgazione naturalistica). Marco Colombo e Francesco Tomasinelli, anche loro biologi e appassionati di conservazione naturale, sono andati alla ricerca di 48 luoghi dove poter ammirare gli spettacoli naturali del nostro Paese: boschi delle fiabe, voli di falchi, eruzioni vulcaniche, prati fioriti, salti di camosci, show luminosi di lucciole e molto, molto altro. Ne è uscito un ritratto sorprendente di un’Italia quanto mai varia e biodiversa, dove basta uscire qualche chilometro dalle città per incontrare grandi e piccole meraviglie di fauna, flora e geologia. La guida contiene per ogni luogo testi introduttivi, belle fotografie e molte informazioni pratiche: percorsi da fare a piedi, contatti utili, accompagnatori locali esperti. Soprattutto, ci indica con precisione come approcciarsi a questi spettacoli: perché è necessario avere consapevolezza, oltre che curiosità, per tutelare e conservare queste meraviglie.
Viaggio nell'Italia selvaggia. Guida alle più belle esperienze naturalistiche
di Marco Colombo e Francesco Tomasinelli, Ricca Editore, 256 pag., 19,90 euro
6. UN TRIBUTO ALLA FOCA MONACA
Rimandiamo al nostro articolo dedicato per una recensione completa (con intervista a uno degli autori), ma vogliamo ricordare anche in questa pagina il bellissimo volume sulla foca monaca scritto e illustrato da Marco Colombo, Bruno D’Amicis e Ugo Mellone. Un ritratto finora mai visto del mitico pinnipede ma anche del mare in cui vive, il Mediterraneo, costellato ancor oggi di grotte nascoste e fondali cristallini dove la foca è riuscita a sopravvivere. Un’opera da ammirare, leggere e tenere sul tavolo per assaporarla a poco a poco. 
Out of the Blue – la foca monaca nel Mediterraneo
di Marco Colombo, Bruno D’Amicis e Ugo Mellone, Quercuslibris edizioni, 166 pag., 35 euro
7. IL SUONO SEGRETO DELLA NATURA
L’udito. Quante volte trascuriamo questo senso. Sarà anche perché siamo, noi esseri umani, davvero limitati nell’ascolto: gli infrasuoni e gli ultrasuoni sono off-limits per la nostra specie. Non lo sono affatto, invece, per molti animali che con noi condividono il pianeta. Motivo per cui, leggendo l’elegante trattazione di Karen Bakker, si rimane spesso a bocca aperta: attorno a noi è tutto un chiacchierare di api, pipistrelli, balene, elefanti, tartarughe che parlano, conversano, si richiamano senza che noi ci accorgiamo di nulla. Persino le piante e i microrganismi hanno qualcosa da dire. Bakker, scienziata specializzata in bioacustica ed ecoacustica, ci porta per mano in questo affascinante mondo attraverso ricerche e testimonianze di chi studia queste discipline grazie a strumenti digitali all’avanguardia. E lo riesce a fare in modo piacevole, senza indulgere in tecnicismi, mostrandoci quanto la ricerca dei suoni porti anche a prospettive inedite e sorprendenti: chi l’avrebbe mai detto che decodificando suoni non umani si possono proteggere alcune specie di animali o rigenerare specie in pericolo? Che combinando dispositivi digitali di acsolto con l’intelligenza artificiale si riescano a scrivere nuovi dizionari di “capodogliese” ed “elefantese”? “Le tecnologie digitali” commenta l’autrice “vengono spesso presentate come un metodo che ci allontana dalle altre specie. Le storie in questo libro offrono un punto di vista diverso: … in questo modo possiamo promuovere la comunione, invece che il dominio, la parentela invece che il possesso della Terra”.
I suoni segreti della natura
di Karen Bakker, traduzione di Virginio B. Sala, Feltrinelli Urrà, 320 pag., 20 euro
8. IL SUONO DOLCE DELLA PIOGGIA 
«Brutto tempo», che brutto modo di dire.
Più negativo, quasi dispregiativo di quel che le parole di per se stesse lascino intendere. «C’è brutto tempo, non uscire». «Sono triste, c’è brutto tempo». Come se invece con il sole fosse sempre tutto rose e fiori. Eppure è così, anzi: ormai oggi è così. Non c’è più spazio per le sfumature, per il nero accanto al bianco: o è bello, o è brutto. Il meteo, le esperienze, la vita, tutto. A ben pensare le cartoline sono sempre scattate con il sole, inconsciamente devono averci abituato a non contemplare la possibilità di viaggiare se piove, pioviggina o anche solo è molto nuvolo. Del resto i cieli grigi che promettono tempesta generano subito “allerta meteo” – modo con cui l’autorità si lava le mani di ogni cosa “io t’avevo avvisato” –, come se il fatto che prima o poi venga a piovere fosse una stranezza, un evento insolito (e può essere anche visto le stagioni di siccità da cui veniamo) e non una cosa naturale, necessaria, della vita su questo pianeta coperto al 70 per cento da acqua. Ti viene da pensare a tutte queste cose il giorno dopo che chiudi il piacevole volumetto di Emiliano Cribari, pubblicato da Ediciclo nella collana Piccola Filosofia di Viaggio
Un piccolo omaggio alla malinconia che si porta dietro la pioggia, malinconia che non è tristezza, o dolore, ma uno stadio piacevole e spesso dolce, che una parte degli esseri umani fortunatamente non ha smesso di provare. Stadio che sarebbe favorito dalla pioggia, come sembrano suggerire lo stuolo di poeti che Cribari cita. Pioggia che, ci ricorda Cribari, ha perso quel carattere di momento della vita uguale agli altri, anzi molto spesso ben più piacevole perché muta la nostra percezione della natura, fa vivere esperienze insolite, permette di camminare in una situazione diversa, bagnata (pazienza, ci si asciuga) ma piena, apre la possibilità di una contemplazione differente, più attenta di noi stessi e di quel che ci circonda. Pioggia che un tempo, specie in Appennino, aveva anche un fondamentale ruolo sociale: fermava i lavori in campagna e dava modo alle famiglie di riunirsi e raccontarsi storie, tramandarsi saperi, rinsaldare quei legami che la necessità obbligava a trascurare. Momenti in cui il brutto tempo, diventava tempo guadagnato. Bel tempo, quello. 

La cura della pioggia

di Emiliano Cribari, Ediciclo editore, 92 pag., 9,50 euro 

9. IL NOSTRO RAPPORTO CON GLI ALBERI 

Peter Wohlleben è un ingegnere forestale che nel 2007 ha iniziato a scrivere della sua più grande passione: gli alberi. Non le piante in senso lato, proprio gli alberi e le loro comunità, i boschi, le foreste. È stato da subito un grande successo, grazie alle grandi capacità di divulgazione: soltanto Garzanti, in Italia, ha pubblicato ben sette titoli, da “La saggezza degli alberi” a “Ascolta la voce degli alberi”. L’ultimo, l’ottavo, è intitolato “La forza gentile degli alberi” ed è ancora una volta non solo un saggio accurato e ben scritto, ma un atto d’amore nei confronti dei polmoni verdi del nostro pianeta. “Il destino dei boschi e quello dell’umanità sono indissolubilmente legati” dichiara subito l’autore nella prefazione: gli alberi ci servono per sopravvivere, visto che sappiamo bene quanti gas serra assorbono, quanto possono raffreddare il clima, quanto riescano a determinare un aumento delle piogge. Ma in realtà il punto di vista di Wohlleben è in realtà quello dell’albero, più che quello dell’uomo: l’autore ci porta a osservare gli alberi artefici del loro ambiente, creature che reagiscono quando qualcosa minaccia di sfuggire al controllo, esseri viventi che hanno bisogno di tempo e tranquillità per affrontare i cambiamenti. Ecco perché dobbiamo “capire” gli alberi prima di cercare di gestirli e controllarli (la parte dedicata all”ignoranza della silvicoltura” è quanto mai significativa). Una lettura facile, interessante e ben documentata per chiunque nelle piante vede una speranza da condividere con il mondo.
La forza gentile degli alberi
Di Peter Wohlleben, traduzione di Paola Rumi, 240 pag., 18 euro

10/11. GLI ALBERI DELLA FORESTA AMAZZONICA

A distanza di pochi mesi, sono usciti in Italia due libri scritti da donne e riguardanti lo stesso argomento, l’Amazzonia. “Amazzonia. Una vita nel cuore della foresta” di Emanuela Evangelista è il racconto appassionato di una biologa italiana che da anni vive in un piccolo villaggio nell’Amazzonia brasiliana. Approdata nella foresta per studi, passione e poi amore, attivista e fondatrice di una ong, Evangelista ritrae la sua terra adottiva nelle tante forme che la caratterizzano – dall’incanto dei viaggi sui fiume alla vita quotidiana in luoghi dimenticati dal mondo – e contemporaneamente ne descrive i problemi, le speculazioni, le lotte per la conservazione. È un punto di vista unico e prezioso di chi ogni giorno si trova a vivere e fronteggiare una sfida che ci riguarda tutti. Il secondo volume, “Amazzonia. Viaggio al centro del mondo”, è di Eliane Brum, reporter brasiliana anche lei residente in Amazzonia: è un libro corposo, più crudo, molto introspettivo, in cui Brum racconta il saccheggio della più grande foresta del pianeta fino a sentirlo come proprio. “La lotta per la foresta è la lotta contro il patriarcato, contro il femminicidio, contro il razzismo, contro il binarismo di genere. E anche contro la centralità della persona umana. Questo libro, in più di un senso, porta con sé il desiderio di rendere l'Amazzonia una questione personale per chi lo legge”. 
Amazzonia. Una vita nel cuore della foresta
di Emanuela Evangelista, Laterza, 208 pag., 18 euro
Amazzonia. Viaggio al centro del mondo
di Eliane Brum, traduzione di Vincenzo Barca e Giacomo Falconi, Sellerio, 460 pag., 18 euro
12. UN PIANETA IN CRISI
In questa rassegna molto parziale di libri su ambiente, natura e sostenibilità editi nel 2023 abbiamo voluto includere anche un volume un po’ più specialistico per chi voglia fermarsi a riflettere su quanto sta succedendo al nostro pianeta. L’ha scritto Andrea Fantini, che si occupa di ricerca in ambito socioambientale e di comunicazione scientifica, e l’ha intitolato in modo efficace “Un autunno caldo": perché è una stagione peculiare, quella che stiamo vivendo, in cui le temperature si stanno alzando in tutti i sensi, da quello fisico-scientifico a quello sociale-politico. La visione di Fantini è ben chiara: la sfida della crisi climatica è enorme perché per risolverla bisogna capire che tutto è interconnesso – società, politica, economia, ecologia. Ed è soltanto trasformando il sistema che l’ha prodotta che potremo superarla. Fantini analizza in modo approfondito la storia di una “macchina insostenibile”, per arrivare a indagare sull’”incendio alle porte di casa” fino a offrire soluzioni per “uscire dal tunnel”: è una lettura sempre interessante, ben documentata, a volte difficile da digerire. La conclusione è chiara: “A guardarci in prospettiva, non siamo più che ragazzi alle prese con congegni spesso mal calibrati, di cui abbiamo imparato da poco a renderci conto degli effetti nocivi su noi stessi e sulla casa che ci ospita. Saremo in grado di riconoscerci come tali e togliere il comando a chi si ostina a mantenere una rotta irragionevole e pericolosa, proficua solo per un’esigua minoranza? Da questa battaglia scientifica, sociale e politica dipende il nostro futuro”.
Un autunno caldo – Crisi ecologica, emergenza climatica ed altre catastrofi innaturali
di Andrea Fantini, Codice edizioni, 238 pag., 19 euro
13. IL NOSTRO SGUARDO SUL PIANETA
Nel parlare di “Essere natura” facciamo un’eccezione, in quanto questo volumetto – uscito sotto il cappello dei “Dialoghi di Pistoia” - è stato edito a novembre 2022 e non nel 2023. Ma ci sembra che sia un ottimo complemento al libro di Fantini citato qui sopra e una riflessione utile a chi è interessato al nostro rapporto con la natura e con il mondo che ci circonda. L’autore, Andrea Staid, è un antropologo, e antropologico è il suo sguardo all’argomento. Il suo pensiero è ben chiaro: per cambiare il mondo e salvarci dal disastro è necessario un modo differente di guardare e pensare alla natura, che deve essere intesa come una “totalità” che include la nostra specie: non un luogo, quindi, ma un organismo vivente, un insieme di relazioni e di vite interconnesse. In poche pagine – il libro si legge in un’ora – Staid ripercorre le vicende storiche che hanno portato l’uomo a separare cultura e natura, riflette sull’approccio dei popoli indigeni e del colonialismo (e delle sue conseguenze), argomenta sulla soggettività delle specie diverse dall’uomo e offre la sua piccola, personale soluzione: la coltivazione di un orto, “per mangiare i frutti del mio lavoro, ma anche per capire meglio com’è possibile slegarsi da una società che prevede soltanto lo scambio di merci”. Una lettura ispirata e coinvolgente.
Essere natura – Uno sguardo antropologico per cambiare il nostro rapporto con l’ambiente
di Andrea Staid, Utet, 144 pag., 15 euro
14. LA LETTERATURA PER IL PIANETA

Cambiamento climatico, due parole sulla bocca di tutti. Del resto è la crisi più importante che il pianeta nella sua interezza sta vivendo in questi decenni, eppure sembra che una parte – in genere quella che risiede nei Paesi più ricchi, primi responsabili della crisi stessa – non riesca, o non voglia, capire che cosa significhino quelle due parole e quanto urgente sia trovare delle risposte per affrontare la crisi. In questa situazione che cosa può fare la letteratura? Forse poco, forse niente, forse invece tanto. Può raccontare con le sue armi che per fortuna sono solo parole quel che succede ai quattro angoli del pianeta, creare empatia e sensibilizzare con la forza dell’esempio e la profondità della riflessione. Di questo è convinto John Freeman che ha curato questa raccolta di testi – racconti, poesie, reportage – che affrontano il problema del cambiamento climatico insistendo sulla diseguaglianza. Mentre noi siamo qui a provare a convincere i negazionisti che il mondo sta cambiando, in Islanda e Indonesia, in India e ad Haiti, in Sierra Leone e in Bangladesh il cambiamento climatico è un problema quotidiano quando manca l’acqua, quando scompare la terra sotto i piedi, quando si è costretti a migrare per costruirsi un futuro praticabile.
 
Racconti di due pianeti
a cura di John Freeman, Mondadori, 304 pag., 20 euro

15. STORIE DI DONNE PIONIERE PER L'AMBIENTE
Forse qualche appassionato di tematiche ambientali avrà sentito parlare di Rachel Carson e di Dian Fossey. Ma Dana Meadows, Maria Telkes, Eunice Newton Foote, Maria Sibylla Merian? Nomi che non dicono molto al grande pubblico, eppure sono tutte donne scienziate pioniere nel loro campo di studi, a volte addirittura rivoluzionarie, in ogni caso figure che hanno permesso di ampliare in modo straordinario la nostra conoscenza sull’ambiente. A ripercorrerne le tracce è questo agile libro a cura di Mirella Orsi e Sergio Ferraris, in cui dieci professionisti/e della comunicazione ambientale raccontano vite ed esperienze di altrettante donne biologhe, etologhe, botaniche, zoologhe raramente passate alle cronache, spesso oscurate dai loro colleghi uomini. Storie sorprendenti raccontate in modo semplice e veloce ma sempre accurato, in cui ci si meraviglia per il coraggio, l’abnegazione, la passione e la voglia di verità che queste paladine cercano tra i gorilla africani, negli abissi sottomarini o in mezzo a crisalidi che diventeranno farfalle. Un libro da leggere e far leggere, anche perché, come dicono i curatori nella nota introduttiva, “diffondere queste storie ha un fortissimo valore sociale, specie tra le nuove generazioni: le scienziate con i loro esempio ci suggeriscono che una condizione di svantaggio può essere superata persuadendoci a pensare che nel nostro piccolo possiamo fare sempre la differenza. Perché se ce l’hanno fatta loro possiamo farcela anche noi”. 

Prime – Dieci scienziate per l’ambiente
a cura di Mirella Orsi e Sergio Ferraris, Codice Edizioni, 224 pag., 17 euro
16. SILVIA, UNA DONNA PORTAVOCE DELLA SOSTENIBILITÀ
Ammiriamo molto chi, parlando di sostenibilità, ci mette la faccia. Silvia Moroni lo fa letteralmente: nel suo nuovo libro “Parla sostenibile” le fotografie che la ritraggono mentre mangia, dorme, si veste, viaggia compaiono praticamente su ogni pagina. Forse fin troppo, verrebbe da dire, ma è anche così che le nuove generazioni riconoscono gli esempi da seguire, identificandosi in qualcuno che, come loro, si ritrae in decine di selfie. Ai più giovani (ma in realtà una lettura servirebbe proprio a tutti, visti gli argomenti trattati) si rivolge questo veloce ma puntuale compendio in cui Moroni consiglia come vivere più sostenibili in ogni momento della giornata: da quando si beve a quando ci si veste, da quando si comunica a quando si utilizza l’energia e si riciclano i materiali. “Nessun mappazzone uscirà da queste pagine, prometto” avverte nell’introduzione. Ed è così, fin dall’inizio: con uno stile scanzonato e tanti esempi pratici, Moroni si racconta in prima persona, portandoci nella sua vita e nelle sue sfide quotidiane per cercare di vivere in armonia con il pianeta, spiegandoci anche le cause dei problemi e i motivi delle sue scelte. Moroni, lo si capisce bene, è una di noi: tutto richiede impegno e fatica quando si prova a essere più sostenibili. Ma la sua energia è fresca e contagiosa e può dare senz’altro una speranza a tanti. 
Parla sostenibile
di Silvia Moroni, Slow Food Editore, 176 pag., 18 euro