L’ultima voce è di questi giorni: un emendamento al decreto di riforma del Codice della Strada presentato il 25 novembre dal senatore del Pd Marco Filippi propone l’introduzione di una tassa delle bicicletta, anche se limitatamente alle due ruote utilizzate dalle aziende per trasporto di merci e persone.
Il giovane (era nato nel 1894) Touring Club Ciclistico italiano si schierò duramente contro la proposta, dimostrando l’assurdità delle proposta e il trascurabile gettito che avrebbe comportato. Ma l’opposizione non ebbe fortuna e il Parlamento approvò la legge. E al Touring non rimase che apporsi nelle sede locali, cercando quantomeno di far diminuire la tassa. Una battaglia portata avanti per 25 anni. Anni in cui il governo approvò una tassa nazionale sulle biciclette di 10 lire che portò all’obbligo di apporre una targhetta sulla bici per testimoniare l’avvenuto pagamento.
Il che tradotto vuol dire che le biciclette utilizzate per portare la spesa fatta al mercato dovrebbero pagare una tassa ed essere identificabili, ovvero avere una targa, o essere comunque iscritte a un registro pubblico.
Colpito dalla sollevazione popolare, il senatore Filippi ha dichiarato di aver riformulato il suo emendamento. «Ho presentato una nuova formulazione dell’emendamento sulla identificazione e assicurazione delle biciclette utilizzate per il trasporto a pagamento di persone, i cosiddetti risciò. Ho valutato che fosse meglio precisare ulteriormente quello che fin dall’inizio era il mio intento: evitare che servizi di trasporto di turisti e cittadini fossero svolti fuori da ogni regola e senza una qualsiasi forma di assicurazione, come accade oggi. Anche se la bicicletta è un mezzo nobile di trasporto, il meno inquinante ed il meno pericoloso per gli altri utenti della strada, ritengo sia indispensabile che il suo utilizzo per trasportare persone a pagamento debba essere adeguatamente regolato, proprio per garantire la sicurezza di tutti».
Adesso bisogna capire se secondo il nuovo emendamento del senatore Filippi portando qualcuno seduto sulla canna possa essere considerato trasporto di persone e dunque passibile di tassa. O se anche questa volta la tassa sulle biciclette finirà in soffitta, sancendo così la vittoria di chi ha proposto in questi giorni l'hashtag #LaBiciNonSiTocca.