Tutto nasce dall’aromatizzazione dell’Artemisia absinthium (Assenzio maggiore), la principale base del Vermouth. Quando nel 1800 a Torino si diffonde questo gustosissimo infuso conquista subito i consensi dei Savoia ma anche dei cittadini. L’ora del Vermouth diventa un po’ l’happy hour del momento, circa un’ora prima della cena infatti si degustava il Vermouth accompagnato da un  “piat ‘d rinforss”, piattini di olive, acciughe, peperoni in aceto, salsicciotto o prosciutto affettato. 
Il Vermouth di Torino è il più celebre vino aromatizzato d’Italia e una delle eccellenze del capoluogo piemontese. Il suo nome deriva dal termine tedesco wermut, base aromatica principale nella preparazione di questo vino che ha origini che si perdono nei primi secoli dopo Cristo. Nato come rimedio medicinale, ma divenuto bevanda per aperitivo conviviale, questo vino aromatizzato che ebbe fama all’estero, e si distinse nelle varietà bianco e rosso, torna ora al suo antico splendore grazie all’iniziativa Extra Vermouth. Il format prevede, in accordo con numerosi locali torinesi, una degustazione di tre Vermouth, in purezza o in cocktail, abbinati ad alcuni prodotti tipici piemontesi al costo di 18 euro. Ogni locale deve rispettare un preciso decalogo: utilizzare esclusivamente il Vermouth di Torino, avere a disposizione 3 marche diverse e 5 differenti tipologie tra Extra Dry, Dry, Bianco, Ambrato, Rosso, Superiore. Il Vermouth di Torino deve essere servito freddo, con o senza ghiaccio (a circa 10 °C) in purezza con la sua guarnizione più classica con scorza di limone o di arancia, non trattata o biologica. È inoltre raccomandato l'uso di un bicchiere a calice del tipo "Nick and Nora” oppure quelli tradizionali da servizio da Vermouth. In alto i calici. Info: turismotorino.org