
L’inquinamento da plastica colpisce anche il mondo del turismo, danneggiando le coste e le spiagge di tutto il Mediterraneo, uno dei mari più inquinati del mondo anche per la sua elevata densità demografica. Anche le iniziative di denuncia e di tutela si moltiplicano, e sempre più persone sono sensibilizzate al corretto smaltimento dei rifiuti e a partecipare a giornate di pulizia dove la situazione si è fatta preoccupante.
È il caso della costa abruzzese: il 23 marzo scorso, un gruppo di soci e simpatizzanti del Touring Club Italiano, guidati da Elio Torlontano, coordinatore del locale Club di territorio di Pescara, hanno provveduto a ripulire un tratto di spiaggia demaniale del lungomare di Pescara.

«Lungo 850 metri di litorale abbiamo raccolto una quantità impressionante di rifiuti» racconta Torlontano «i giochi in plastica dei bambini e i materassini gonfiabili che vengono abbandonati dai turisti a fine stagione accanto all’ombrellone; le reti in polipropilene per la coltivazione dei mitili, che provengono dagli allevamenti al largo della costa. Gli allevatori le tagliano per estrarre i molluschi e poi, anziché issarle a bordo e riportarle a terra per lo smaltimento, le abbandonano in mare. Ne abbiamo raccolte oltre 200, per un totale di 3 kg di plastica.
Infine – e questo è il problema più serio e più subdolo - ci sono le microplastiche che si staccano dagli ombrelloni hawaiani, fatti di filamenti di raffia sintetica. Raramente i gestori degli stabilimenti ne curano la raccolta così restano in spiaggia, finiscono in mare, e fanno proliferare virus e batteri. Non solo: degradandosi fino a dimensioni microscopiche (nanoplastiche), la plastica finisce nell’acqua, nel terreno e di conseguenza in tutto ciò che mangiamo. Così il problema ambientale diventa sanitario».

L’iniziativa del Club di Territorio di Pescara faceva seguito a una lettera aperta (ripresa anche nella posta del mensile Touring di aprile 2025) mandata alle autorità locali, presidente della Regione Marco Marsilio e sindaco di Pescara Carlo Masci in primis, che denunciava l’inquinamento delle spiagge locali ben oltre il livello di allarme e chiedeva provvedimenti pubblici a tutela del litorale adriatico. Con questa lettera, intitolata “Un mare di plastica. Soluzioni locali a un problema globale”, il Tci non si limita a fotografare il problema in maniera chiara, ma lancia una serie di proposte concrete per eliminare o ridurre sensibilmente il problema.
Basterebbe produrre reti da allevamento dei mitili in materiale biodegradabile (cosa possibile ed economicamente sostenibile); mentre per i giochi e i gonfiabili, occorre sensibilizzare maggiormente turisti e gestori e realizzare apposite aree di raccolta vicino agli stabilimenti.
“Riguardo agli ombrelloni in raffia sintetica” aggiunge Torlontano, “per ora solo il Comune di Vasto li ha banditi, ma siamo in attesa che il Piano demaniale marittimo regionale li vieti. Come Touring Club Italiano ci siamo espressi fermamente contro il loro utilizzo, ma sembra che per la prossima stagione balneare la situazione non cambierà”.