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Siciliano, esponente di spicco di un neorealismo che ha subito influenze forti e diverse fra loro, dall’Ottocento francese fino al cubismo di Picasso; impegnato nel sociale, irruento, passionale, sanguigno. Renato Guttuso è stato uno dei più grandi pittori del Novecento italiano.
Oggi due grandi mostre lo raccontano: la prima a Roma, a Palazzo del Quirinale dal 9 settembre al 9 ottobre, dal titolo Guttuso. Inquietudine di un realismo, la seconda a Pavia, Guttuso. La forza delle cose, che prosegue invece fino a dicembre e di cui trovate qui la nostra scheda.
Oggi due grandi mostre lo raccontano: la prima a Roma, a Palazzo del Quirinale dal 9 settembre al 9 ottobre, dal titolo Guttuso. Inquietudine di un realismo, la seconda a Pavia, Guttuso. La forza delle cose, che prosegue invece fino a dicembre e di cui trovate qui la nostra scheda.
A Roma in primo piano i quadri di ispirazione religiosa di un uomo che si definiva orgogliosamente ateo; a Pavia le nature morte. Già questo basterebbe a far intuire la complessità dell’artista.
Vediamo allora insieme 10 cose da sapere su Renato Guttuso, la sua vita e la sua arte, e i quadri più importanti.
1. LE ORIGINI
Il suo nome completo era Aldo Renato Guttuso. Nasce a Bagheria, in Sicilia, il 26 dicembre 1911, ma i genitori preferirono denunciare la nascita a Palermo il 2 gennaio 1912 per contrasti con l'amministrazione comunale di Bagheria.
Il padre era un acquerellista dilettante e Renato fin da bambino manifesta inclinazione per la pittura. A 13 anni realizza i primi quadri, per lo più copie di paesaggi siciliani e di artisti (adulti) suoi contemporanei. Nel 1928, a soli 17 anni, partecipa alla sua prima mostra collettiva a Palermo.
Il suo nome completo era Aldo Renato Guttuso. Nasce a Bagheria, in Sicilia, il 26 dicembre 1911, ma i genitori preferirono denunciare la nascita a Palermo il 2 gennaio 1912 per contrasti con l'amministrazione comunale di Bagheria.
Il padre era un acquerellista dilettante e Renato fin da bambino manifesta inclinazione per la pittura. A 13 anni realizza i primi quadri, per lo più copie di paesaggi siciliani e di artisti (adulti) suoi contemporanei. Nel 1928, a soli 17 anni, partecipa alla sua prima mostra collettiva a Palermo.
2. PRIMI VIAGGI
Finiti gli studi vive per tre anni a Milano, poi nel 1931 si trasferisce a Roma dove espone alla I Quadriennale; qui entra in contatto con i pittori della scuola romana di tendenza antinovecentista. Diventa amico fra gli altri dello scultore e pittore Marino Mazzacurati, che lo soprannomina Sfrenato Guttuso.
Finiti gli studi vive per tre anni a Milano, poi nel 1931 si trasferisce a Roma dove espone alla I Quadriennale; qui entra in contatto con i pittori della scuola romana di tendenza antinovecentista. Diventa amico fra gli altri dello scultore e pittore Marino Mazzacurati, che lo soprannomina Sfrenato Guttuso.
3. LA PITTURA
Renato Guttuso è stato il punto di riferimento del neorealismo italiano del secondo Novecento, distinto e riconoscibile tanto nei temi sociali quanto, più spesso, nei soggetti ispirati alla sua terra natia, la Sicilia. Una terra che offre all’artista straordinari scorci di quotidiano, che egli sviluppa nel tema della natura morta: interni con cesti e fischi, frutta, agli e cactus, tendaggi colorati: tutto parla di una terra dalle profonde contraddizioni ma ricca di colori caldi e di emozioni.
Renato Guttuso è stato il punto di riferimento del neorealismo italiano del secondo Novecento, distinto e riconoscibile tanto nei temi sociali quanto, più spesso, nei soggetti ispirati alla sua terra natia, la Sicilia. Una terra che offre all’artista straordinari scorci di quotidiano, che egli sviluppa nel tema della natura morta: interni con cesti e fischi, frutta, agli e cactus, tendaggi colorati: tutto parla di una terra dalle profonde contraddizioni ma ricca di colori caldi e di emozioni.
4. L’ISPIRAZIONE RELIGIOSA
La Crocifissione, tela di grande formato (cm 200 x 200) del 1941, fu il dipinto che gli diede la fama, ma anche mille polemiche da parte anche del clero e del fascismo, poiché sotto il soggetto sacro denunciava chiaramente gli orrori della guerra. Di esso Guttuso scrisse « è il simbolo di tutti coloro che subiscono oltraggio, carcere, supplizio per le loro idee»
Dal 1959 al 1961, Guttuso concepì una serie di disegni colorati che poi verranno pubblicati nel volume Il Dante di Guttuso, in cui i personaggi dell'Inferno vengono rivisitati come esemplari della storia del genere umano.
La Crocifissione, tela di grande formato (cm 200 x 200) del 1941, fu il dipinto che gli diede la fama, ma anche mille polemiche da parte anche del clero e del fascismo, poiché sotto il soggetto sacro denunciava chiaramente gli orrori della guerra. Di esso Guttuso scrisse « è il simbolo di tutti coloro che subiscono oltraggio, carcere, supplizio per le loro idee»
Dal 1959 al 1961, Guttuso concepì una serie di disegni colorati che poi verranno pubblicati nel volume Il Dante di Guttuso, in cui i personaggi dell'Inferno vengono rivisitati come esemplari della storia del genere umano.
5. LA GRANDE SPIAGGIA DI OSTIA
Tra il 1955 e il 1956 realizza un altro quadro di grandi dimensioni (cm 301 x 452), La spiaggia, oggi esposto alla Galleria Nazionale di Parma. Il dipinto raffigura il lido di Ostia affollatissimo, con corpi arrossati, abbronzati ed incollati alla sabbia. Il sole è feroce, l’immagine trasmette considerazioni amare sul mito del benessere collettivo. Una curiosità: nell’opera Guttuso raffigura Pablo Picasso (che aveva conosciuto personalmente), di profilo e abbronzato, mentre strofina su di sé un telo verde, con le movenze di un torero.
Tra il 1955 e il 1956 realizza un altro quadro di grandi dimensioni (cm 301 x 452), La spiaggia, oggi esposto alla Galleria Nazionale di Parma. Il dipinto raffigura il lido di Ostia affollatissimo, con corpi arrossati, abbronzati ed incollati alla sabbia. Il sole è feroce, l’immagine trasmette considerazioni amare sul mito del benessere collettivo. Una curiosità: nell’opera Guttuso raffigura Pablo Picasso (che aveva conosciuto personalmente), di profilo e abbronzato, mentre strofina su di sé un telo verde, con le movenze di un torero.
6. MARTA MARZOTTO, LA NUVOLA BIONDA
Nella seconda metà degli anni Sessanta la figura femminile divenne dominante nella pittura come lo fu nella vita privata. Di particolare importanza la serie di dipinti in cui ritrasse Marta Marzotto. Guttuso la conobbe a Milano, nel 1967, e fu sua amante nonostante entrambi fossero sposati. Lui la chiamava “libellula d’oro” e “nuvola bionda” e non tollerava un’altra relazione clandestina della Marzotto, quella con l’intellettuale Lucio Magri: arriverà a dipingerlo nella forma di un orango.
La loro storia d'amore durò vent’anni, fra alti e bassi, slanci passionali e liti furiose. Marta Marzotto non posò mai personalmente per lui, ma fu sua musa ispiratrice in numerosi quadri e ritratti. Celebre è la serie delle Cartoline, un insieme di 37 disegni e tecniche miste.
Nella seconda metà degli anni Sessanta la figura femminile divenne dominante nella pittura come lo fu nella vita privata. Di particolare importanza la serie di dipinti in cui ritrasse Marta Marzotto. Guttuso la conobbe a Milano, nel 1967, e fu sua amante nonostante entrambi fossero sposati. Lui la chiamava “libellula d’oro” e “nuvola bionda” e non tollerava un’altra relazione clandestina della Marzotto, quella con l’intellettuale Lucio Magri: arriverà a dipingerlo nella forma di un orango.
La loro storia d'amore durò vent’anni, fra alti e bassi, slanci passionali e liti furiose. Marta Marzotto non posò mai personalmente per lui, ma fu sua musa ispiratrice in numerosi quadri e ritratti. Celebre è la serie delle Cartoline, un insieme di 37 disegni e tecniche miste.
7. IL CAPOLAVORO
Realizzato nel 1974, La Vucciria (cm 300 x 300) è considerato il suo dipinto più celebre. Con realismo crudo e sanguigno come le carni esposte nell’omonimo mercato di Palermo, esprime una delle tante anime della città siciliana. Qui più che in altre opere è forte il senso del colore, si percepiscono perfino i rumori del mercato, i profumi dei prodotti sulle bancarelle. Oggi è a Palermo, a Palazzo Chiaramonte-Steri, Rettorato dell'Università di Palermo.
Così Guttuso spiega la sua idea di pittura: «l'arte del dipingere consiste nella imitazione delle cose del mondo. Niente di più e niente di meno, ma è molto. Il risultato è semplice e libero come per tutte le opere complesse».
Realizzato nel 1974, La Vucciria (cm 300 x 300) è considerato il suo dipinto più celebre. Con realismo crudo e sanguigno come le carni esposte nell’omonimo mercato di Palermo, esprime una delle tante anime della città siciliana. Qui più che in altre opere è forte il senso del colore, si percepiscono perfino i rumori del mercato, i profumi dei prodotti sulle bancarelle. Oggi è a Palermo, a Palazzo Chiaramonte-Steri, Rettorato dell'Università di Palermo.
Così Guttuso spiega la sua idea di pittura: «l'arte del dipingere consiste nella imitazione delle cose del mondo. Niente di più e niente di meno, ma è molto. Il risultato è semplice e libero come per tutte le opere complesse».
8. LA POLITICA
La sua arte fu caratterizzata anche da un forte impegno sociale, che lo portò anche all'esperienza politica come senatore del Partito Comunista Italiano per due legislature, nel 1976 e nel 1979, ai tempi di Enrico Berlinguer.
Nel 1972 dipinse I funerali di Togliatti, che diverrà opera-manifesto della pittura comunista e antifascista del secondo dopoguerra. L'opera è oggi al Mambo, il Museo d'arte Moderna di Bologna. In essa sono raffigurate, in maniera allegorica varie figure del comunismo, tra operai, bandiere rosse e la salma di Togliatti. Nel quadro si vedono, oltre all'autore stesso, Marx, Engels, Trotsky, Sartre, Stalin, Lenin, Pier Paolo Pasolini e molti altri.
La sua arte fu caratterizzata anche da un forte impegno sociale, che lo portò anche all'esperienza politica come senatore del Partito Comunista Italiano per due legislature, nel 1976 e nel 1979, ai tempi di Enrico Berlinguer.
Nel 1972 dipinse I funerali di Togliatti, che diverrà opera-manifesto della pittura comunista e antifascista del secondo dopoguerra. L'opera è oggi al Mambo, il Museo d'arte Moderna di Bologna. In essa sono raffigurate, in maniera allegorica varie figure del comunismo, tra operai, bandiere rosse e la salma di Togliatti. Nel quadro si vedono, oltre all'autore stesso, Marx, Engels, Trotsky, Sartre, Stalin, Lenin, Pier Paolo Pasolini e molti altri.
9. LA MORTE
Il 18 gennaio 1987, a 75 anni, si spegne a Roma, da solo, un anno dopo la morte della moglie Mimise. Dona alla sua città natale, Bagheria, molte opere oggi raccolte nel museo Guttuso a Villa Cattolica, dove egli stesso venne sepolto. La sua tomba, in marmo, è opera dell'amico e scultore Giacomo Manzù.
Guttuso non aveva avuto figli, ma poco prima della morte adottò Fabio Carapezza, che gli sarebbe stato vicino gli ultimi tempi. “Sfrenato Guttuso” se n’è andato in silenzio, da solo, come molti grandi artisti di temperamento avevano fatto prima di lui. Lasciandoci, anche lui, capolavori di grande forza espressiva.
Il 18 gennaio 1987, a 75 anni, si spegne a Roma, da solo, un anno dopo la morte della moglie Mimise. Dona alla sua città natale, Bagheria, molte opere oggi raccolte nel museo Guttuso a Villa Cattolica, dove egli stesso venne sepolto. La sua tomba, in marmo, è opera dell'amico e scultore Giacomo Manzù.
Guttuso non aveva avuto figli, ma poco prima della morte adottò Fabio Carapezza, che gli sarebbe stato vicino gli ultimi tempi. “Sfrenato Guttuso” se n’è andato in silenzio, da solo, come molti grandi artisti di temperamento avevano fatto prima di lui. Lasciandoci, anche lui, capolavori di grande forza espressiva.
10. IL MURALES
Nel luglio del 2013 a Giardini Naxos, in Sicilia, il duo di artisti Orticanoodles ha realizzato un murales con al tecnica dello stencil che è il più grande ritratto al mondo di Renato Guttuso.
Nel luglio del 2013 a Giardini Naxos, in Sicilia, il duo di artisti Orticanoodles ha realizzato un murales con al tecnica dello stencil che è il più grande ritratto al mondo di Renato Guttuso.
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