«Se in un primo momento l’idea non è assurda, allora non c’è nessuna speranza che si realizzi». Lo ripeteva spesso Albert Einstein, ne sono sicuri all’Osservatorio astronomico Gal Hassin di Isnello, sulle Madonie. Così sicuri che hanno elevato quelle parole a loro personalissimo motto, e le hanno scritte belle grandi all’ingresso della struttura.

Perché costruire un parco astronomico proprio qui, in un paese di 1.300 abitanti periferico a ogni rotta turistica – siamo in provincia di Palermo, salendo da Cefalù ci si arriva solo dopo un rosario di curve vertiginose, mentre l’uscita autostradale più vicina è a Scillato, a 25 chilometri, sulla A19 Catania-Palermo – e senza alcuna tradizione significativa nel campo dell’osservazione astronomica può sembrare un’assurdità. 

Il villaggio di Isnello, sulle Madonie - foto Shutterstock
Il villaggio di Isnello, sulle Madonie - foto Shutterstock

IL CIELO COME LO DISEGNANO I BAMBINI

Ma invece non lo è: soprattutto perché la notte il cielo sopra Isnello è come lo disegnano i bambini, nero. Nero e punteggiato di stelle. Nero e immenso. Nero e non disturbato da luci, perché Isnello sta in alto, nel cuore delle Madonìe, le montagne più alte della Sicilia, Etna a parte. Già negli anni Settanta l’Agenzia spaziale italiana cercava un sito idoneo dove collocare un potente telescopio e l’aveva individuato proprio nella Madonìe per via «dell’elevato numero di notti di osservabilità. Il cielo è caratterizzato da un forte scintillio delle stelle nei primi 90 minuti dopo il tramonto, poi le stesse appaiono come “stampate” nel cielo e solo quelle sotto i 30° dall’orizzonte palpitano appena». Ma alle fine non se ne fece nulla. 

Almeno fino a quando, nel settembre del 2016, in questo estremo lembo siciliano degli Appennini è stato inaugurato il Centro internazionale per le scienze astronomiche Gal Hassin. Dove Gal sono le prime tre lettere della parola galassia, e Hassin l’antico nome arabo di Insello, che significa “fiume freddo”. Un esempio per tutto il Sud e per tutte le aree interne all’affannosa ricerca di una loro dimensione. L’esempio felice di come un piccolo Comune possa impegnarsi in un grande progetto. Un progetto nato dall’idea, giustamente visionaria, che il cielo delle Madonìe vada considerato una risorsa, un bene ambientale da tutelare e valorizzare a fini turistici, al pari di quelli naturalistici che rappresentano il bene più prezioso di questa parte di Sicilia. Un’opera unica ed eccezionale nella terra delle promesse non mantenute. Unica perché negli intenti coniuga alta ricerca e divulgazione scientifica in chiave assai moderna e multimediale. Eccezionale perché ha portato sulle Madonìe quasi centomila visitatori in pochi anni, di cui oltre due terzi studenti.

Osservatorio astronomico Gal Hassin, Isnello - foto Gal Hassin
Osservatorio astronomico Gal Hassin, Isnello - foto Gal Hassin

DIVULGARE IL SAPERE SCIENTIFICO

Non è affatto un luogo statico e chiuso, il Gal Hassin, piuttosto è un centro assai dinamico, pensato per divulgare il sapere scientifico, avvicinando i profani all’astronomia e all’astrofisica. Lo si fa sia partendo dalla storia della disciplina, ripercorrendo le gesta delle sue figure più importanti, da Aristarco di Samo a Copernico, da Galileo al cosmologo statunitense Perlmutter. Sia attraverso il racconto con istallazioni multimediali e interattive delle imprese spaziali che più stuzzicano l’immaginario, dal lancio dal primo razzo alla conquista della Luna, sia attraverso la spiegazione, corredata di reperti di asteroidi e meteoriti, della relazione tra i corpi celesti e la Terra. 

Anche se probabilmente per il turista la parte più di impatto è il moderno planetario digitale. Sotto la sua volta dipinta di bianco si trova una sala da 75 posti, gemella di quella dell’osservatorio astronomicodi Saint-Barthélemy, in Valle dAosta. Planetario al cui interno grazie alla riproduzione della volta celeste in ambiente artificiale si tengono lezioni che permettono di avvicinarsi a stelle, pianeti, comete ed altri corpi celesti. Sfruttando le tecnologie che consentono di muoversi nello spazio in tre dimensioni al suo interno diventa possibile simulare l’avvicinamento a qualsiasi pianeta conosciuto, ripercorrere il viaggio degli astronauti sulla Luna o un viaggio tra le stelle della nostra galassia. 

Anche se le esperienze guidate che si possono fare nella terrazza osservativa esterna dotata di una dozzina tra telescopi e cannocchiali, sono le preferite, specie dei giovani. Che si dilettano anche nel vicino Parco del tempo e dello spazio dove, sopra un prato in cui in primavera spuntano orchidee, si trovano la riproduzione degli strumenti storici con cui Galileo e Newton arrivarono a formulare le loro ipotesi e scoperte, e altri semplici strumenti utili per far capire a tutti che le basi dell’astronomia sono alla portata di chiunque abbia in minimo di spirito di osservazione. E magari qualcuno inizierà a scrutare il cielo e trovare nuovi corpi celesti, come quello avvistato per la prima volta qui qualche anno fa, l’asteroide Isnello 6168.