Andrea Di Pietro nasce a Padova nel 1508 e fino agli anni 30 si guadagna la vita facendo il muratore. L’incontro con l’umanista Trissino cambia tutto. L’uomo di lettere lo tiene sotto l’ala, gli infonde la passione per la cultura e l’arte classica e accende il talento di quello che tutti noi conosciamo come “il Palladio”, l’architetto più celebrato dalla Repubblica della Serenissima.
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Scegliamo come punto di partenza Asolo, intanto perché sventola la Bandiera arancione Tci che suggella l’impegno del comune alla cura del patrimonio ambientale e alla attenzione per ravvivare la vita del borgo con un agenda di eventi fittissima. Lasciamo le sue architetture venete e i portici per guadagnare il saliscendi dei colli asolani e raggiungere Masèr, dove scopriamo Villa Barbaro. La casa-tempio del nobile proprietario e le barchesse rustiche aperte al paesaggio: lo schema del Palladio si sposa qui, in un unicum, alla cultura umanistica dei committenti e ai meravigliosi affreschi di Paolo Veronese.
Da Maser si può seguire la Sp 667, seguendo per Fanzolo. Li si trova Villa Emo. La villa fu progettata da Palladio tra il 1557 e il 1560 per il patrizio veneziano Leonardo Emo. La costruzione prese forma sul sito della sua tenuta agricola dove gli Emo sperimentavano innovazioni produttive e dove fu introdotta per la prima volta in Veneto la coltura del mais. Tra le sale cercate il ciclo di affreschi di Zelotti del 1565. Il soggetto è mitologico ma soprattutto Zelotti era allievo di Paolo Veronese.
Da Maser in poco più di un’ora e circa 50 chilometri di strada si toccano Vedelago e Noale prima dell’arrivo a Mira. Siamo nei pressi delle rive del Naviglio di Brenta, il ramo più antico del fiume che da Stra serpeggia fino allo sbocco nella laguna veneziana. Qui si trova una delle più felici invenzioni di Palladio, una villa il cui nome alluderebbe a un’infelice nobildonna qui relegata per infedeltà. La Malcontenta, il cui nome ufficiale è villa Foscari, è una splendida dimora costruita dal Palladio intorno al 1555 per la famiglia Foscari, tra le più potenti di Venezia. La villa affaccia sul fiume la facciata principale ed è nota per l’armonia e la compattezza delle sue forme.
In poco più di veni minuti di strada, seguendo la Padana superiore, eccoci a Stra. Spicca sull’ansa del Naviglio la sontuosa Villa Pisani, ora chiamata Nazionale. È la più grande della Riviera e venne conclusa tra il 1736 e il 1756, in occasione della nomina a Doge di Alvise Pisani. La villa si può considerare l’ultimo fuoco d’artificio prima della fine dell’epoca della costruzione delle ville nobiliari in questo territorio. Gli interni sono decorati dai migliori artisti del Settecento veneziano. Su tutti il Tiepolo e il suo grandioso affresco celebrativo della famiglia Pisani.
Occorre poco più di mezz’ora per lasciarsi Padova alle spalle (passando da sud o da nord). Andando in direzione sud-ovest si entra tra le caratteristiche colline “a punta” e verdissime del Parco regionale dei Colli Euganei. Se avete una bicicletta al seguito è il momento di programmare un uscita su uno degli splendidi sentieriche attraversano il parco. Le occasioni si possono allargare a una variazione sul tema. Sostando tra Arquà Petrarca e l’abbazia di Praglia, oppure lasciarsi coccolare in una delle Spa che costellano quella che si considera la più grande stazione termale diffusa d’Europa. Per raggiungere la nostra destinazione si segue per Luvigliano, e tra vigne e uliveti ecco la villa dei Vescovi. Una villa del cinquecento, opera di Giovanni Maria Falconetto. Il luogo ideale per apprezzare il contesto bucolico.
Ora dritti nei dintorni di Vicenza, per l’ultima tappa in quella che è forse l’opera più nota del Palladio. Villa la Rotonda. Cubica, simmetrica, sotto la cupola ribassata, i pronai simmetrici si "rivolgono" al paesaggio: l’idea umanistica e rinascimentale di villa che lo stesso Palladio volle inserire nei "Quattro Libri dell’Architettura". I lavori iniziarono nel 1566 e alla morte dell’architetto era ancora incompiuta la parte superiore. Fu Vincenzo Scamozzi nel 1606 a realizzare la cupola ribassata e sormontata da lanterna che copre il salone circolare al piano nobile. Ed è proprio “la rotonda” il centro della composizione architettonica.
- Asolo, area di sosta comunale in Via Forestuzzo: 12 piazzole, massima sosta consentita 48 ore. Aperta tutto l’anno. Sul parcheggio P2 Forestuzzo c’è una navetta per il centro nel fine settimana. Info al 340773342.
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