In primavera la temperatura è già adatta, mentre
in estate chi viaggia in bici in Carinzia apprezzerà il fresco notturno che stempera la calure delle tante giornate soleggiate. La regione austriaca più meridionale, di confine tra Italia e Slovenia, riserva
piacevoli sorprese per chi viaggia in bicicletta.
I percorsi principali sono due: innanzitutto la ciclabile della Drava (www.drauradweg.com), fiume che nasce a Dobbiaco (Bz) e sfocia nel Danubio al confine tra Croazia e Serbia. La ciclabile, che parte da Dobbiaco e termina a Maribor, in Slovenia, è lunga in tutto 366 chilometri, di cui oltre 220 si trovano in Carinzia, ed è chiamata così appunto perché in molti tratti è stata tracciata accanto alla via d'acqua (foto sotto, © C. Mancini). Sulla segnaletica è contrassegnata dalla sigla R1 (cioè Radweg, ciclovia). Dato che a Dobbiaco termina la ciclabile italiana della Pusteria, è possibile considerare questa ciclovia come collegata a livello internazionale.
Altro percorso carinziano riservato alle due ruote di importanza europea è l
a ciclabile dell'Alpe Adria (
www.ciclovia-alpeadria-radweg.eu), che nel suo insieme collega la città austriaca di Salisburgo con la nostra Grado (Go) in 43 tappe che attraversano anche la Slovenia: è lunga circa 750 chilometri, di cui 410 percorrono il territorio austriaco. C'è poi
la ciclabile del Gailtal, contrassegnata come R3, che costeggiando il confine italiano parte da Kötschach-Mauthen, si dipana lungo il fiume Gail e termina a Villach in un totale di 92 km, con un tracciato in leggera discesa adatto anche ai più piccoli. Le ciclabili più brevi sono infine
quelle che circondano alcuni laghi carinziani: al Wörthersee è lunga 40 km, al Millstättersee 28 e al lago Ossiach 27.
Noi abbiamo scelto di percorrere un paio di tappe della ciclabile della Drava: di seguito, informazioni e suggerimenti. Foto sotto, © T. Steinthaler.
Lo scorso marzo alla ciclabile della Drava sono state assegnate
5 stelle da parte della
Adfc (Allgemeine deutscher Fahrrad Club, cioè Club ciclistico nazionale germanico): il riconoscimento si deve alla
qualità del fondo stradale, all'uniformità nella segnalazione e alla mobilità integrata con trasporto pubblico su rotaia e su gomma. Un'approvazione a livello internazionale è invece stata conferita lo scorso anno alla ciclovia dell'Alpe Adria (
vedi la nostra notizia) su
iniziativa della fiera olandese Fiets en Wandelbeurs. Anche qui, i criteri riguardavano la tematicità del percorso, la lunghezza, l'illuminazione delle strade, le informazioni accessibili...
Certificazioni quindi attente alla pratica del cicloturismo e che rappresentano
una reale segnalazione di qualità e sicurezza per i viaggiatori (foto sotto, © T. Steinthaler).
Lungo la ciclabile della Drava ci sono
20 punti di noleggio, che consentono di
iniziare un'escursione dove più si preferisce. I vari operatori sono fornitissimi e dispongono di
diversi modelli tra cui scegliere (city bike, mountain bike, trekking, tandem, bici per bambini, bici con rotelle o rimorchi...). «L'attrezzatura di base del cicloturismo include il
caschetto. A ciò si aggiungono
una o due borse portaoggetti, da appendere alla ruota posteriore e calibrate per non sbilanciare il ciclista: nella stagione calda, è confortevole non avere pesi sulla schiena. Completa il tutto
una borsa più piccola da applicare al manubrio per avere a portata di mano oggetti di prima necessità, dalla macchina fotografica alla cartina di viaggio, consultabile a colpo d'occhio grazie al coperchio in plastica trasparente posizionabile con velcro sulla parte superiore della borsa» spiega Mario Saccomano, cycling tour leader. Lucchetti, contachilometri, kit di riparazioni...
Gli accessori noleggiabili sono numerosi. E gli operatori offrono anche assicurazioni di viaggio. Tra questi, FUNActive Tours (www.funactive.info), che nel catalogo ha anche le radbike. Mentre Girolibero (www.girolibero.it) propone in affitto anche bicitaxi, bici da corsa e tandem con seduta anteriore reclinata, oltre a vari tour in libertà (sconti per i soci Tci sui tour in bicicletta). Papinsport (www.papin.it) invece è presente in 20 punti disseminati sulla Drava, situati presso le stazioni ferroviarie e aperti 7 giorni a settimana.
3. ANCHE PER I PIÙ PICCOLI
La ciclabile della Drava è suddivisibile in 7 tappe con partenza da Dobbiaco, comune a meno di 15 chilometri dal confine Italia-Austria. Chi viaggia in direzione della Slovenia, escludendo l'ultima tappa da Ferlach a Lavamünd che misura 77 chilometri e presenta un dislivello in salita di 574 metri, per il resto del tracciato può contare su escursioni sotto i 50 chilometri e con dislivelli a sfavore inferiori ai 205 metri. L'itinerario si presta quindi anche alle gambe dei bambini, considerando che la superficie asfaltata è sempre almeno pari al 75% della strada da percorrere. Considerazioni analoghe possono essere rivolte alla ciclovia del Gailtal, come anche alle strade lacustri per ciclisti. Foto sotto, © C. Mancini.
Chi pedala in prossimità della Drava è guidato da indicazioni chiare e frequenti, e lo stesso discorso vale per il percorso dell'Alpe Adria (foto sotto, © H. Wallner): senza munirsi di cartina, è sufficiente seguire i cartelli per arrivare a destinazione. Ogni 15 chilometri sono infatti state installate tavole panoramiche che illustrano dettagli sul tratto successivo. Presenti inoltre informazioni sui punti di ristoro attivi in prossimità delle piste. Scaricabile gratuitamente in formato Android e iOs anche una app che fornisce mappe, dettagli e foto. Anche per questo motivo, nel corso della nostra escursione non abbiamo mai avuto timore di aver perso la strada tra una tappa e l'altra.
Sulle ciclabili carinziane il fondo stradale non è sempre asfaltato: alcuni tratti sono in sabbia, altri in ghiaietta. Ma quello che abbiamo notato è la cura con cui è fatta manutenzione alle superfici: il pietrisco non è mai troppo aguzzo per le ruote e i fondi sono sempre pulitissimi e ben tracciati. L'erba che cresce sui cigli o nel mezzo non è mai alta (foto sotto, © H. Mandl). Difficile dunque bucare i copertoni o perdere l'equilibrio a causa di detriti o arbusti. «Le varie amministrazioni locali poi stanno provvedendo ad asfaltare i tratti ancora sterrati: la cura nei confronti del percorso è costante» conferma Saccomano. Unica avvertenza: se si viaggia in gruppo, meglio disporsi in fila indiana quando si incrociano ciclisti che arrivano dalla parte opposta (non come la foto in basso... © C. Mancini). Questo perché gli austriaci prevedono il rispetto delle regole anche quando si pedala. In questo modo, eviterete possibili discussioni con gli sportivi più rigorosi: ve lo segnaliamo perché a noi è capitato.
"Radbutler", cioè
"il maggiordomo della bicicletta" (http://goo.gl/t2dfdt) è un'insegna attiva a Villach, città attraversata dalla Ciclabile della Drava: propone un servizio di
parcheggio custodito per biciclette in cui le prime due ore sono gratuite e le 24 ore costano 4 euro. Radbutler è solo uno dei tanti esercizi aperti in corrispondenza delle vie per due ruote presenti in Carinzia: Das Radl (
www.das-radl.at), che ha più sedi, è specializzato in
riparazioni di tutte le marche come anche in controlli, messe a punto, puliture... Mentre a Klagenfurt, prima città della Carinzia e poco distante dalla ciclabile della Drava, Radhaus (
www.radhaus.at) garantisce qualsiasi riparazione in 24 ore.
7. BICI IN SPALLA? NO PROBLEM
Eravamo a Feffernitz e volevamo andare a Lansach: passare da una riva all'altra della Drava con la bicicletta è stato un gioco da ragazzi grazie al traghetto a fune dedicato alle biciclette, che in pochi minuti compie il passaggio tra le due sponde (foto sotto, © M. Saccomano). Salire a bordo è stato facile grazie alla prua a forma di scivolo pensata appunto per le due ruote, analoga a quella dei traghetti per automobili. Non esiste orario di viaggio: chi arriva al fiume deve solo suonare la campanella per richiedere un passaggio (foto sotto, © M. Spezia). Il prezzo della traversata? Inferiore ai 10 euro. Esperimento ben riuscito, dunque, anche quando si pensa che dall'altra parte del fiume è allestito un bar in una capanna in legno per offrire bevande fresche ai ciclisti accaldati.
È andata bene anche in treno: a Pluch, paesino posto a una decina di chilometri da Villach, ci siamo tolti lo sfizio di prendere il treno per testare la possibilità di abbandonare le due ruote in caso di pioggia o stanchezza. Anche il trasporto su binari riservato alle biciclette è studiato ad hoc, perché le carrozze ferroviarie riservate ai cicloturisti (foto sotto, © C. Mancini) sono poste praticamente all'altezza della banchina e non obbligano quindi a fare acrobazie a tempi record per salire in carrozza. Unica avvertenza: gli orari dei treni in una stazione così piccola non indicavano su quale delle due banchine avremmo dovuto salire, ragion per cui abbiamo tenuto presente la direzione su cui stavamo pedalando in ciclabile, molto vicina alla stazione. Infine esistono anche autobus dedicati al trasporto biciclette, detti Radbus.
8. SENZA ANDAR TROPPO LONTANO
Tra i tanti dettagli che hanno reso piacevole il nostro viaggio sulla ciclabile della Drava, la possibilità di incrociare centri abitati poco distanti l'uno dall'altro ci ha consentito di viaggiare a cuor leggero: il pensiero di poter trovare soccorso in tempi brevi ha dissolto qualsiasi apprensione prima della partenza. Un particolare poco scontato, quando si pensa che spesso si pedala immersi nella natura e lontano dal traffico automobilistico (foto sotto, © C. Mancini).
Gli edifici disseminati lungo la ciclovia o nelle sue vicinanze spesso propongono
ristoro agli atleti: è il caso di Egger (
www.buschenschank-egger.at) a Spittal, tipica
Buschenschank (taverna) campagnola. Con questo termine in Austria si indicano
gli agriturismi autorizzati a servire i propri prodotti, dai salumi alla frutta, dagli sciroppi ai dolci (foto sotto, © C. Mancini). Birra e vino sono offerti solo se prodotti dal Buschenschank: l'acqua minerale e il caffè sono gli unici alimenti che i gestori possono acquistare per perfezionare il menu. A Egger abbiamo mangiato salumi, prosciutti, uova, cetrioli, pomodori, formaggi, fragole, mirtilli e naturalmente anche un
Reinling, il dolce tradizionale con cannella e uvetta che ci ha conquistato fin dal primo morso. Per dissetarci,
succo di sambuco, di lampone e grappa. Era proprio lo spuntino di cui avevamo bisogno per arrivare alla meta senza troppo sforzo.
9. PORTE APERTE IN ALBERGO
Si chiama
Verein Drauradweg Wirte (cioè Associazione degli albergatori della Ciclabile della Drava,
www.drauradwegwirte.at) ed è un ente che riunisce non solo strutture ricettive ma anche punti di assistenza e riparazione, noleggi e ristoratori attivi sulla strada per le due ruote che attraversa la Carinzia. Gli operatori sono oltre 50 e garantiscono
un livello di qualità certificato, controllato ogni anno: l'appartenenza è segnalata da un'insegna all'ingresso.
«Noi siamo aperti tutti i giorni, per essere sempre di supporto ai ciclisti. E offriamo l'uso gratuito dei servizi igienici, anche senza consumazione. Gli ospiti invece possono avvalersi dello stenditoio per l'asciugatura dell'abbigliamento» chiarisce Ferdinand Penker, titolare della locanda
Goldenes Rössl di Sachsenburg (
www.goldenes-roessl-sachsenburg.at; nella foto sotto © M. Spezia). I suoi servizi sono replicati anche dagli altri associati: per esempio l'
Hotel Mosser di Villach (
www.hotelmosser.info) propone una rimessa per le biciclette, in aggiunta a uno spazio dove lavarle. Le strutture si trovano nelle immediate vicinanze della ciclovia e
consentono la ricarica per chi viaggia con e-bike. Quelle ricettive poi servono pasti e bevande pensate per i ciclisti. A noi è piaciuta molto
la birra in versione "Radler" (ciclista in tedesco), che miscela la "bionda" con una bibita analcolica (limonata, chinotto...) in parti uguali: è molto rinfrescante e meno alcolica, ideale per una pausa tra una pedalata e l'altra anche sotto il sole.
In Carinzia il trasporto su due ruote ha la stessa dignità di quello su quattro. Lo si nota anche da piccoli dettagli, come le carrozze ferroviarie riservate al trasporto biciclette per lunghi tratti, contrassegnate con disegni inequivocabili (foto sotto, © C. Mancini). Oppure nei cartelli sulle rastrelliere per le bicicletta, che quasi ci danno l'impressione di elogiare chi si muove senza inquinare.
Altra piacevole sorpresa, lo spazio accogliente riservato all'interno degli alberghi, ben contrassegnato affinché sia chiaro che non può essere usato per altri scopi (foto sotto, © C. Mancini). Insomma, abbiamo sempre avuto l'impressione di essere bene accolti anche se non viaggiavamo in automobile, e di non rappresentare un problema quando chiedevamo un trattamento differente. Se possiamo dirlo, è sempre stata una bella impressione.