Andiamo in Calabria, sulla Sila, a scoprire il suo Parco Nazionale. Un’avventura a quattro ruote che può o forse deve prevedere di virare spesso in una avventura a piedi, per scoprire da vicino la natura esuberante e poco patinata di questo territorio in parte ancora selvaggio tra montagne, boschi e specchi d’acqua dolce.
La marcia di avvicinamento parte sulla A3 Salerno-Reggio Calabria. Si lascia Cosenza per proseguire sulla SS 107 per Spezzano della Sila, Camigliatello Silano e San Giovanni in Fiore. La statale si può imboccare a Paola dalla SS 18 Tirrena Inferiore, superando il passo della Crocetta, oppure a Crotone sulla SS106 Ionica. Altre sono le porte d’accesso, ma più tortuose e stancanti per chi è alla guida.
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DA COSENZA A CAMIGLIATELLO SILANO
Guidando lenti sulla statale 107, non ci vuole molto per iniziare a scalare le marce in vista delle salite sulle pendici occidentali della Sila. Ci si affaccia in un vallone scosceso che isi colora e profumadi ginestre e si arriva a Rovito. Le case sono sparse seguendo i saliscendi collinari e non c’è nessuna difficoltà per parcheggiare e sgranchirsi le gambe.
Vale la pena visitare la chiesa romano-gotica di S. Barbara che si presenta con un grande rosone sulla facciata. Rovito rimanda anche a un triste capitolo risorgimentale, quando qui nel 1844 i fratelli Bandiera, patrioti mazziniani che appoggiavano la rivolta di Cosenza, vennero fucilati dai soldati di Ferdinando II delle Due Sicilie.
Si riparte e appena superato Spezzano della Sila, la strada prosegue su una salita ripida con curve ampie tra pini e faggi per approdare nel più noto centro turistico di questa parte del massiccio, Camigliatello Silano. Durante l’inverno si possono praticare sport invernali ma nelle quattro stagioni vale la pena fare una passeggiata nel parco letterario dedicato a Norman Douglas, che visitò la Calabria agli inizi del ‘900 raccontandola nel suo celebre volume “Old Calabria”.
UNA PAUSA GOLOSA
Si può approfittare di un territorio generoso a dire poco. Da non perdere il caciocavallo silano, le patate, funghi e castagne. Per gli onnivori le tentazioni variano tra le carni di maiale nero alla soppressata, alle salsiccia ai capocolli. Re della tavola il pane, spesso preparato con farine miste di frumento e segale.
DA CAMIGLIATELLO SILANO A SAN GIOVANNI IN FIORE
Se ne avete l’occasione mettete alla prova i vostri pneumatici per salire sui convogli della storica linea turistica delle Ferrovie della Calabria, che vi conducono in circa mezz’ora dalla stazione di Moccone al villaggi turistico di Silvana Manso. Si puà anche proseguire con più agio sulla deviazione che conduce al lago di Cecita. Qui lunghe e profonde insenature formate dal bacino artificiale creano un paesaggio che rimanda a fiordi e atmosfere scandinave.
Arrivati alla frazione di Cupone si possono indossare scarpe chiuse per un piccolo trekking su un facile anello di 3 chilometri che parte e arriva alla Casa della Forestale, che è anche Centro visite del Parco. Ed è solo un piccolo assaggio di quello che vi aspetta di lì a poco, ovvero la magnifica Riserva naturale statale dei Giganti della Sila.
57 maestosi esemplari di pino laricio, il più grande dei quali misura 43 metri di altezza. Questi alberi sono preziosi testimoni dell’antica “silvia bruta”, una fitta foresta che fino alla seconda metà del XIX secolo ricopriva gran parte dell’entroterra calabrese.
Durante la passeggiata con un po’ di accorgimento e silenzio possono capitare incontri con picchi rossi, picchi muratore e se siete fortunati con lo scoiattolo nero. Se siete appassionati di birdwatching potete seguire invece il sentiero che dal bivio di San Nicola silano porta al Lago di Ariamacina.
Ripresa la strada, in poche curve eccovi a San Giovanni in Fiore, il più grande centro della Sila, a 1050 metri di quota, che custodisce l’Abbazia Florense di Gioacchino da Fiore, la chiesa di Santa Maria delle Grazie, il convento dei cappuccini e alcuni palazzi costruiti tra il 1700 e il 1800.
DA SAN GIOVANNI IN FIORE A LORICA
15 sono i chilometri di curve e tornanti che vi conducono al lago Ampollino, la meta perfetta per relax e magari un pic-nic rigenerante. Si riprende la marcia verso Torre di Spineto e le pendici della Sila Piccola fino alla deviazione per un’altra area protetta: la Riserva naturale statale del bosco del Gariglione. Parcheggiate e continuate a piedi fino al presidio della Forestale, che è anche il punto da cui partire per una emozionante passeggiata tra faggi, ontani, pini e abeti bianchi nel “Bosco delle fate”.
Attraente è la prospettiva di sostare liberamente sulla strada che corre parallela alla sponda settentrionale del lago Arvo e godersi la vista sulla montagna più alta della Sila, il monte Botte Donato, con i suoi 1928 metri Slm. Se le condizioni meteo non lo permettono allungatevi fino a Lorica, sede del Parco nazionale e dotata di campeggio e altre strutture ricettive residenziali.
DA LORICA A LUZZI
Da Lorica a Rovale e poi in discesa fino a Silvana Mansio si lascia questo territorio in cui sono state ritrovate testimonianze umane risalenti a 700mila anni fa. La discesa verso la statale 107 si conclude a San Nicola Silano. Due opzioni: rientrare in autostrada da Cosenza attraversando Camigliatello, oppure concedersi un po’ di tempo per un’ultima deviazione sulla provinciale 247, direzione Luzzi. In premio c’è un piacevole pianoro, tappezzato da pascoli, pinete, macchie di arbusti e piccole aree coltivate.
Dopo un pic-nic panoramico al vfoto alico di San Mauro si riscende verso la valle dei Crati, fino a incontrare la breve deviazione per l’Abbazia della Sambuchina, la più antica chiesa circestense del regno normanno, fondata nel 1140. (La Sambuchina è un affresco della Madonna del Sambuco).
Le ultime curve panoramiche conducono a Luzzi, che come molti borghi silani, si presenta con le sue case disposte a cascata sulle pendici scoscese di un’altura. A gambe sgranchite e pancia piena si riparte in discesa lungo la valle dei Crati. Il casello della A3 è quello di Montalto Uffugo. Il resto saranno autostrada, riposo, ricordi e immagini di una vacanza da raccontare.
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