Pronti quanto basta e poi via: mille chilometri a piedi per percorrere, in poco più di un mese e mezzo,
tutta la Via Francigena, dal Colle del Gran San Bernardo a Roma
. Giorno per giorno ecco il racconto di
CamminaFrancigena 2015,
un viaggio organizzato da Movimento Lento/Sloways in collaborazione con il Touring Club Italiano. Fino al 2 settembre si alterneranno 5/6 camminatori che oltre a ripercorrere i sentieri dei pellegrini medievali racconteranno l’Italia minore, quella deve ancora essere conosciuta, ammirata, valorizzata. Buon cammino.
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Introduzione:
Parte CamminaFrancigena: un mese e mezzo di cammino lungo la Via Francigena
Tappe 1-2-3, dal Gran San Bernardo a Chatillon
Tappa 27. DA ALTOPASCIO A SAN MINIATO
Anche la partenza da Altopascio è bagnata da qualche timida goccia di pioggia: giusto il tempo di uscire dal paese, e poi gustiamo una brioche per caricarci. In realtà la giornata si rivela meno meteorologicamente sfortunata del previsto, e ci regala diversi tratti bellissimi: dall’antico selciato ancora conservato di Galleno alle Cerbaie, un particolarissimo
territorio in cui diversi sentieri sabbiosi si intrecciano in mezzo alla macchia mediterranea
.
A Ponte a Cappiano ammiriamo il ponte mediceo
, all’interno del quale è stato ricavato un ostello, e proseguamo lungo gli argini dei canali verso Fucecchio, dove attraversiamo il bel centro storico. Arriviamo a San Miniato, uno dei gioielli della Via Francigena: all’
hotel San Miniato Daniele ci accoglie con una comoda stanza e un bicchiere di vino del pellegrino
, un bel premio per la conclusione della tappa. Dopo una cena a base di pici durante la quale resistiamo alla tentazione di una grattata del celebre tartufo bianco locale, il giro serale è l’occasione per vedere il paese illuminato. Rientriamo in hotel a malincuore, ma come sempre ben contenti di goderci una meritata notte di sonno.
Tappa 28. DA SAN MINIATO A GAMBASSI TERME
Mentre gustiamo un’abbondante colazione, Alberto ci anticipa che quella di oggi sarà una delle tappe più belle dell’intero percorso: noi non stiamo più negli scarponi all’idea di vedere ciò di cui parla, e lasciamo l’hotel con particolare entusiasmo. Conosciamo Carmela, una pellegrina sarda che porta avanti il progetto del
Cammino di Santo Jacu: un percorso di più di 300 km attraverso la Sardegna
, diviso in tappe proprio come il Cammino di Santiago e la Via Francigena. Mentre ce ne parla iniziamo a camminare lungo i
crinali collinari della Val d’Elsa
, e presto capiamo a cosa si riferiva Alberto: intorno a noi si profilano le meravigliose colline toscane, tinte di sfumature di rara bellezza.
I vigneti e gli alberi gonfi di frutti ci tentano continuamente, e per quanto questa sia una tappa problematica per la mancanza d’acqua
un’area sosta vicino alla Pieve di Coiano ci regala tavoli per mangiare
e una fontanella.
Arriviamo a Gambassi Terme già ubriachi di bellezza, ma ci aspetta un’altra meravigliosa sorpresa: il nostro ostello è infatti ospitato dall’
antica Pieve di Chianni, che abbiamo la fortuna di visitare guidati dalla sapienza di Don Evaristo
, il sindaco di Gambassi Terme. Scopriamo il significato di vari simboli scolpiti nei capitelli, e aneddoti e curiosità legati alla costruzione.
Una bella cena comunitaria è la degna conclusione della serata: un assaggio di panzanella, dell’ottima pasta al pesto, e tante nuove conoscenze, in cammino per i motivi più svariati. Molti ci accompagneranno lungo il cammino, nei prossimi giorni. Questo è un posto dove la bellezza della condivisione e del camminare insieme, anche se a passi diversi, è davvero percepibile.
Tappa 29. DA GAMBASSI TERME A SAN GIMIGNANO
La nostra giornata inizia con la torta alle mele fatta a mano dagli ospitalieri di Gambassi Terme, e due chiacchiere con i nostri compagni di ostello. Tutti i pellegrini si mettono in cammino a piccoli gruppi, e anche noi ci avviamo verso San Gimignano passando per il centro storico di Gambassi, dove il paese inizia a svegliarsi, e diversi abitanti ci salutano sorridenti mentre comprano il pane o si godono la mattina fresca seduti in piazza.
L’itinerario di oggi, seppur breve, ci regala diversi punti di interesse:
dal santuario di Pancole al paesino di Collemuccioli
, con le sue decorazioni di terracotta appesE ai muri delle case. Alla Pieve di Cellole abbiamo la fortuna di assistere ai canti di monache e frati appartenenti alla comunità di Bose, le cui voci alternate risuonano tra i muri in pietra della Pieve.
San Gimignano è bella come sempre
, ma l’affollamento di turisti ci spinge ad abbandonarla rapidamente: giusto il tempo di fare una visita al centro storico e assaggiare uno dei gelati più buoni d’Italia, prima di uscire da Porta San Giovanni. I nostri ospiti di oggi ci aspettano qualche chilometro più avanti:
dormiremo alla Torraccia di Chiusi, un magnifico agriturismo
dalla cui alta torre si gode una vista a 360 gradi sul paesaggio circostante. Donatella e Stefano ci guidano fin sulla torre per ammirare tanta bellezza e noi scendiamo a malincuore solo dopo una buona mezz’ora, attirati dai reperti Etruschi che conservano nella loro proprietà, racchiusi da una serie di cipressi disposti a “chiave”, una particolare disposizione cerimoniale.
La serata si conclude con la cena al ristorante dell’agriturismo, che gustiamo seduti nel bellissimo giardino. Tra le varie specialità assaggiamo una zuppa di patate e uno spezzatino molto pepato, tipico della saporita cucina toscana. È solo l’ultima delle soddisfazioni che ci ha regalato la giornata: il nostro viaggio si conferma un susseguirsi di momenti emozionanti, piccoli doni elargiti con generosità dal cammino.
Tappa 30. DA SAN GIMIGNANO A MONTERIGGIONI
Ormai abbiamo appurato che un’ottima colazione ci mette di buon umore, oltre che in forze: dopo una fetta di torta alle noci e un assaggio di uova strapazzate (sperimentare è sempre bello, soprattutto a tavola) ci si mette in viaggio con l’umore già alto.
Oggi poi ci aspetta una delle tappe più emozionanti della Via Francigena, verso il castello di Monteriggioni.
Come sempre, lungo la strada immortaliamo i paesaggi più belli, sistemiamo la segnaletica dove serve e aggiorniamo le nostre tracce, ma soprattutto condividiamo il percorso con camminatori come noi: insieme
passiamo dalla Badia a Coneo, che speriamo torni presto a essere visitabile
anche internamente, mangiamo insieme un panino a Quartaia e ammiriamo la splendida Pieve di Strove.
Prima di arrivare a Monteriggioni
abbiamo l’occasione unica di visitare l’ostello di Abbadia Isola, di prossima apertura
: lo splendido complesso medievale ospiterà un ostello con più di 50 posti letto, un ristorante, una sala multimediale per i pellegrini e persino una cantina dove sono conservate botti antichissime. Siamo sicuri che i pellegrini apprezzeranno, e non vediamo l’ora di essere tra gli ospiti.
Monteriggioni desta ogni volta nuova meraviglia, con la sua corona di torri e la piazza che sembra uscita da un piccolo mondo antico. Siamo ospiti della casa vacanze tra le mura del castello, dove ritroviamo i nostri compagni pellegrini. A cena abbiamo l’occasione di gustare una vera celebrità locale: la cinta senese, un maiale locale dal gusto inconfondibile, rigorosamente accompagnato da fagioli cannellini. Anche stasera andiamo a letto soddisfatti, racchiusi tra le alte torri della fortezza: domani ci aspetta Siena, una delle più importanti tappe francigene.
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