A Rovigno (Rovinj), nella città vecchia che una volta era un’isola, ci sono case dalle quali puoi quasi calare un catino dalla finestra e raccoglierla, quell’acqua salata. Mentre a Parenzo (Porec) in alcuni punti si può prendere la rincorsa e tuffarsi partendo dall’uscio di casa. Solo a Pola (Pula) la situazione è un poco diversa, per via dei grandi cantieri navali che precludono l’accesso da un lato del centro. Ma anche lì basta poco, giusto qualche passo, e si è seduti sulle rive, senza che ci siano ostacoli a frapporsi tra città e onde.
Davvero bei posti, questi. Tra Parenzo, Rovigno e Pola non si sa quale preferire. Ognuna ha il suo carisma e la sua storia. Tutte conservano una profonda anima veneziana, in ricordo degli oltre quattro secoli di dominazione della Serenissima, ma mischiano elementi architettonici diversi, testimonianze delle giravolte della storia, secoli di invasioni, arrivi e partenze che hanno caratterizzato l’evoluzione di queste terre appetite da tutti.
Così oggi Pola porta ben evidenti i segni del suo splendore ottocentesco, quando fu la Venezia austriaca. Dopo il 1848, quando le maestranze dell’Arsenale di Venezia spinsero Pola alla rivolta contro il dominio austriaco, Vienna sentì che non era più il caso di affidare i destini della propria marineria a quelle genti mal disposte. Così abbandonò Venezia e il suo Arsenale, puntando decisa su Trieste e Pola. Nella prima concentrò la marina mercantile e i relativi cantieri, nella seconda, più difendibile per via della conformazione della sua profonda baia, spostò la marina militare di tutto l’Impero asburgico. Così dal 1856 la città crebbe costantemente: popolandosi di nobili teatri, ricchi caffè e edifici regali con un tocco viennese. Risale a quell’epoca il mercato di Narodni trg (in italiano sta per piazza del Popolo), ancor oggi il più animato di Pola: con una parte all’aperto, sotto gli alberi, dove nella più genuina tradizione contadina si trovano ancora anziane signore che vendono fiori, miele e quel che raccolgono nel proprio orto, oltre a qualche immancabile bottiglia distillata in casa di rakija, la potente grappa dell’Est. Mentre sotto la struttura al coperto, in vetro e acciaio come da tradizione in quei decenni, si trovano i banchi della carne e del pesce, con un’abbondanza di pesce locale e una convenienza tutt’altro che usuale dal nostro lato dell’Adriatico.
Tutt’intorno i tavoli del caffè, dove dal mattino alla sera si trovano gli abitanti di Pola e quelli che vengono dai dintorni per chiacchierare, guardare e farsi guardare. Negli anni asburgici la geografia della città si discostò, seppure di poco, dal mare, pur avendo nel mare la sua ragion d’essere, visto che la metà dei suoi abitanti lavorava in qualche modo nell’arsenale militare. Oggi, seppur ridimensionato, il cantiere resiste, anche se i tempi sono duri e navi non ne costruisce più nessuno. Eppure può ancora capitare di passeggiare lungo ulica Sergijevaca, la via Sergia di epoca latina, e sfociare nell’area del foro romano, dove uno accanto all’altro si trovano il tempio di Roma e Augusto e il Palazzo comunale, e vedere, tra le case, l’immensa sagoma di una nave in costruzione che chiude il paesaggio, quasi fosse la quinta di un teatro.
Diversa, più veneziana, l’anima di Rovigno il cui campanile, che svetta sul denso abitato della città vecchia, ricorda in tutto e per tutto quello di S. Marco. Insediamento romano, fu dominata dalla Serenissima dal 1283 al 1797 e di quegli anni porta ancora i segni. Soprattutto sulla penisola di Sant’Eufemia, che fino al 1763 era in realtà un’isola su cui vivevano i commercianti, in prevalenza italiani, che si opponevano agli agricoltori, per lo più locali, stanziati intorno al colle di San Francesco, sulla terra ferma.
Se invece si vuole fare un’immersione nella vita mondana non resta che fare rotta verso nord e andare a Parenzo, la terza tra le città istriane e la più rinomata tra le località turistiche della costa. Qui si trovano grandi baie sabbiose, quasi una rarità per l’Istria, su cui negli anni sono stati costruiti i lussuosi hotel, specialmente nelle zone di Plava Laguna e Zelena Laguna, che punteggiano tutta la riviera da Parenzo giù fino a Orsera-Vrsar.
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