Castelli, chiese, nuovi musei. Musica, festival, gastronomia tipica. Ecco perché almeno una volta nella vita bisogna visitare Salisburgo, la città forse più bella dell'Austria e senza dubbio una delle più belle d'Europa, e vivere quell’atmosfera che la rende unica.

Vi suggeriamo 15 buoni motivi per recarsi a Salisburgo un weekend (meglio tre giorni) e non perdere nemmeno una delle sue attrazioni. 

1. I PANORAMI

Stretta tra due colline e la Salzach, piccola, omogenea, compatta, Salisburgo è tra le città più scenografiche al mondo. Fu Ruperto, vescovo di Worms, a scegliere il luogo per la fondazione: era il 696 quando nacque Salzburg, il borgo del sale. Per capire la sua topografia e ammirarla in tutto il suo splendore, bisogna sfruttare i tanti balconi panoramici: la terrazza Humboldt presso il Museum der Moderne Mönchsberg, situato sulla collina che domina la città vecchia; la Reckturm, la torre più alta della fortezza, con la campagna che -  dall’altra parte della città - arriva fin sotto la rupe; e poi le pendici del Kapuzinerberg, l’altra collina di Salisburgo, da cui ammirare lo spettacolo delle case affacciate sul fiume. Tre visioni della città, tre fotografie indimenticabili.

2. LA MUSICA 

Dici Salisburgo e pensi musica: non c’è forse città europea che sia tanto associata alle sette note. Merito del suo genius loci (vedi punto 3), ma anche della sua cultura e dei suoi festival – senza dimenticare Tutti insieme appassionatamente! Se non potete partecipare a un concerto o a un’opera, visitate almeno i luoghi dove si svolgono: le visite guidate alla Festspielhauser sono frequenti e permettono di scoprire la bellissima Haus für Mozart, la gigantesca Grosses Festspielhaus e soprattutto l’incredibile Felsereitschule (Scuola d’equitazione estiva), con le 96 arcate – parte integrante della scena – scavate nella roccia della rupe nel 1693.

3. MOZART

Lo si trova sui cioccolatini, le famose palle blu o rosse che ammiccano da ogni vetrina (o quasi). Ma anche su magliette, ventagli, orologi, palle da golf: non c’è souvenir a Salisburgo che non sia marchiato Wolfang Amadeus Mozart. Per capire da dove nasca il rapporto tra la città e il suo genio, d’obbligo una visita alle due case dell’artista: la Mozart Geburtshaus, dove nacque nel 1756; e la Mozart-Wohnhaus, dove visse dal 1773. Da visitare anche il cimitero St. Sebastian, piccolo e tranquillo, che ospita le tombe della moglie Constanze e del padre Leopold (oltre a quelle degli arcivescovi e dell’alchimista Paracelso).

4. IL CIMITERO PETERSFRIEDHOF

Se dovessimo scegliere un solo luogo da vedere a Salisburgo, probabilmente opteremmo per il piccolo cimitero Petersfriedhof. Stretto tra la rupe del Mönchsberg e la città, dietro alla chiesa di S. Pietro, è un angolo di straordinario fascino, soprattutto d’estate, quando fiori multicolori e rigogliose piante semispontanee adornano le antiche tombe delle famiglie nobili salisburghesi – il cimitero è il più antico della città, insieme a quello di Nonnberg. Qui è sepolto anche Santino Solari, italiano che visse tra Cinquecento e Seicento e che fece fortuna a Salisburgo, diventando l’architetto di fiducia del principe arcivescovo Marcus Sitticus: la cattedrale e il castello di Hellbrunn sono opere sue. Per avere una visione d’insieme del cimitero, entrate nelle Catacombe di S. Pietro, scavate nella rupe che domina il cimitero. La Margarethenkapelle, chiesetta gotica con pavimento e pareti lastricati di pietre tombali, sembra fare la guardia perché ogni cosa resti come era un tempo, perché nulla e nessuno possa turbare questo piccolo scrigno di pace e silenzio.

5. I MUSEI

Rimaniamo sempre colpiti dalla quantità e dalla qualità dei musei di Salisburgo. Per essere una città così piccola, l’offerta culturale è sorprendente. Da non perdere il Salzburg Museum, che racconta la città in modo accattivante; e l’annesso Panorama Museum, dove è conservato lo straordinario quadro a 360 gradi di Johann Michael Sattler, quasi una fotografia che ritrae Salisburgo com’era nel 1829 (nella foto). Ci sono poi le due sedi del Museum der Moderne, le due case-museo di Mozart, il Museo del giocattolo – bellissimo per i bambini ma non solo – e la Haus der Natur, dedicato alle scienze naturali e all’evoluzione della ricerca scientifica. E poi, naturalmente, il DomQuartier (vedi punto 12).

6. LA FRANZISKANERKIRCHE

Nel centro città, a qualche decina di metri l’una dall’altra, ci sono quattro grandi chiese. Imparerete a riconoscerle ben presto, anche perché svettano sopra le case e i palazzi ed è facile tenerle come punto di riferimento quando si ammira Salisburgo dall’alto (vedi punto 1). Se il Duomo è la star, con le sue due torri gemelle e la grande cupola ricostruita dopo la guerra, anche le altre sono interessanti: la Kollegienkirche – in cui pochi turisti entrano – per l’eleganza barocca; l’abbazia di S. Pietro per il portale in marmo rosso e la cancellata interna di ferro battuto dorato. La nostra preferita, tuttavia, è la Franziskanerkirche (chiesa dei Francescani, nella foto): il suo coro – costruito nel Quattrocento – è un capolavoro del gotico, con la ragnatela della volta e quegli altissimi pilastri slanciati che sembrano volerla sfondare, diretti verso il cielo. L’altare al centro del coro, sontuosamente barocco, per una volta passa in secondo piano davanti all’agilità della struttura e alla semplicità della pietra grigia. E in una giornata di sole la luce che entra induce alla contemplazione anche il più scettico dei turisti.

(foto Stefano Brambilla)​​​​

7. LA GASTRONOMIA

Non pensate che a Salisburgo si mangi male. Se la città da un lato è spiccatamente turistica e propone, come in ogni città simile, varie pizzerie, kebab e trattorie di dubbia qualità, dall’alto ha saputo mantenere la tradizione in molti ristoranti eccellenti. Anche la cucina, dunque, può essere considerata di diritto un motivo di visita: vi aspettano cotolette impanate con semi di zucca, bolliti misti, selle di cervo degli Alti Tauri e il Salzbuger Nockerl, il dolce tipico, una sorta di meringa che ricorda le colline della città (nella foto). E poi, nei locali più alla moda, squisite creazioni di grandi chef: anche per chi cerca la cucina creativa la città non delude.

8. LA FORTEZZA

Non si può pensare di visitare Salisburgo senza salire alla Hohensalzburg, la grande fortezza che domina la città. Fondata nel 1077, assunse il suo aspetto attuale più avanti, con l’avvento dei principi-arcivescovi, che ne fecero la loro residenza. Al suo interno vi aspettano viste memorabili, percorsi guidati nei meandri delle sale e dei corridoi, una straordinaria stufa in maiolica del 1501 e il Toro di Salisburgo, organo a canne cinquecentesco che veniva usato per annunciare l’apertura e la chiusura delle porte della fortezza.

(foto Stefano Brambilla)​​​

9. L'ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA


Un uomo che guarda l’arcivescovado dall’alto di un’enorme sfera dorata, un Mozart dagli occhi azzurri con attributi femminili, giganteschi cetrioli davanti all’università. Fanno parte del percorso di arte contemporanea che la città ha voluto dal 2002 al 2011 e che ancora oggi è interessante scoprire (e divertente, visto che non tutte le opere sono appariscenti come Sphaera di Balkenhol, nella foto). Del resto, l’arte a Salisburgo non è certo finita con i principi-arcivescovi: lo dimostrano anche le due sedi del Museum der Moderne, pregevoli soprattutto per le esposizioni temporanee.

(foto Tourismus Salzburg)

10. LA BIRRA

In tutta l’Austria, la storia della birra è stata per secoli in buona parte appannaggio dei monaci. Anche a Salisburgo, dove gli Agostiniani sono arrivati all’inizio del Seicento e fin da allora hanno prodotto la birra Märzen, a bassa fermentazione: la Augustiner Bräustübl è oggi uno spazio immenso, con molte sale affollate di avventori che tracannano boccali alla spina e vari negozi che vendono wurstel, carne e pietanze varie, oltre a una grande area estiva all’aperto. Ma non è la sola attrazione birresca della città: anche Stiegl-Brauwelt è una vera esperienza, con il Biergarten affacciato sui tetti e il cinema, il museo, la fabbrica, lo shop tutti dedicati alla birra. Meno grande ma molto locale lo spazio di Die Weisse, nella parte nord della città. E poi ci sono microbirrifici un po’ ovunque, con decine di varietà da provare…

11. L'UNTERSBERG

L’Untersberg serve per capire quanto la città sia immersa nella natura. Basta qualche chilometro per uscire da Salisburgo e essere catapultati nella campagna; e poi ancora qualche altro per arrivare in montagna e salire fino a 1853 metri. Si prende la funivia per l’Untersberg et voilà, in poco più di mezzora dal vostro albergo, sarete sulla cima di una vetta da cui ammirare lo spettacolare panorama a 360 gradi sulla piana di Salisburgo, i laghi e le vette degli Alti Tauri, lontane sull’orizzonte. La funivia impiega nove minuti per superare un vertiginoso salto di 1320 metri: in sé è un’attrazione da non perdere, con una spettacolare campata di 1,5 chilometri tra la stazione a valle e il primo pilone. 

(foto Stefano Brambilla)​​

12. IL DOMQUARTIER

È l’ultima novità, in fatto di attrazioni culturali. Si chiama DomQuartier ed è l'allestimento che dal 2014 riunisce in un unico percorso di visita alcuni tra i più interessanti musei, gallerie e saloni del centro città. Prendetevi del tempo – almeno un’intera mattina – e partite alla scoperta della storia di Salisburgo, la città barocca più importante a nord delle Alpi: scoprirete dove amministravano il potere i principi-arcivescovi, ammirerete dipinti e opere d’arte sacra, vi meraviglierete sbucando all’improvviso su un terrazzo che domina le piazze centrali e vi affaccerete a sorpresa sulla tribuna dell’organo del Duomo, immacolato nei suoi bianchi stucchi. L’allestimento è perfetto in ogni dettaglio, l’audioguida esauriente, la quantità di reperti e di sale quasi sovrabbondante. E storia, arte e architettura sono finalmente unite in un connubio affascinante.

(foto Tourismus Salzburg)​

13. I CAFFè E LE PASTICCERIE

Non importa che all’esterno ci siano venti gradi o meno cinque: il rito del caffè, per i Salisburghesi, prescinde dalle stagioni. E anche dall’orario della giornata: i caffè sono sempre pieni, la mattina, il pomeriggio, la sera. I Salisburghesi sorseggiano un kaffee (in una delle sue mille varianti), l’accompagnano con uno strudel, un cioccolatino, una fetta di Esterhazy o di Linzer e si leggono un giornale, chiacchierano con un collega o un amico, si guardano attorno. Nessun dubbio che i turisti li imitano volentieri: a Salisburgo si potrebbe passare tutta la giornata seduti a un tavolino. Non si può non provare almeno una volta l’esperienza della cameriera che si aggira tra i tavoli dello storico Café Tomaselli con un vassoio stracolmo di dolci; così come assaggiare la Sacher da Sacher, dall’altra parte del fiume, osservati da tante celebrità che qui hanno lasciato la loro foto e la loro firma. E le palle di cioccolato di Fürst, quelle originali, con il sapiente mix di marzapane e nocciola? E la vetrina della pasticceria Schatz? Gli amanti dello zucchero non rimarranno delusi…

(foto Tourismus Salzburg)​

14. I PRINCIPI ARCIVESCOVI

Prima di arrivare a Salisburgo probabilmente non li avevate mai sentiti nominare. Quando partirete ne conoscerete vita, morte e miracoli: perché i principi arcivescovi sono stati i fautori della prosperità della città dal Duecento all’Ottocento, secoli in cui detennero sia il potere religioso sia quello temporale. Ovunque sentirete parlare di un principe arcivescovo e di uno in particolare, Wolf Dietrich von Raitenau, che tra il 1587 e il 1617 rimodellò il centro cittadino, chiamò a corte gli architetti italiani, edificò il castello di Mirabell per la sua amata Salomè (da cui ebbe 15 figli!) e poi finì i suoi giorni segregato nella fortezza, dove graffitò il suo celebre epitaffio: “È l’inganno vil del mondo…”.

15. IL CASTELLO DI HELLBRUNN

A Helbrunn bisogna recarsi in una bella giornata estiva, di quelle in cui si sta bene al sole. Perché il grande castello appena fuori Salisburgo è sì interessante per i trompe l’oeil seicenteschi, ma il suo vero punto di forza sono i giochi d’acqua nei giardini. Fontanelle, spruzzi, zampilli escono improvvisamente da statue e finte grotte, cogliendo di sorpresa anche il più smaliziato visitatore: inutile dire che il divertimento (e la lavata da capo a piedi) è assicurato. Merito di quel buontempone di Marcus Sitticus, che infliggeva feroci scherzi ai suoi ospiti già nel Seicento.  

Helbrunn
(foto Salzburgerland Tourismus)

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