Ma che cosa vedere a Orvieto, una volta arrivati? Il Duomo è imprescindibile, ma ci sono molte altre attrazioni nella bellissima cittadina. Per esempio, sapevate che scendendo nella rupe per oltre 50 metri, lungo i gradini del Pozzo di San Patrizio, e salendo per 47 metri le scale che portano alla sommità della Torre del Moro, si percorre uno dei cammini più suggestivi d’Italia? Ci si sente protagonisti dell’antica leggenda del Purgatorio di San Patrizio, che narra della discesa negli inferi e della risalita di purificazione verso la luce: 100 metri di dislivello che ci portano alla scoperta di due dei principali monumenti simbolo della città, che ne hanno segnato indelebilmente la storia, l’architettura ed il paesaggio. C’è di che strabuzzare gli occhi una volta arrivati.
IL VIDEO
Ma prima, un magnifico video realizzato realizzato nel maggio 2020 per omaggiare la tradizione della Palombella di Orvieto, festa popolare nata al tramonto del Medioevo come ornamento della solennità della Pentecoste. Una tradizione coltivata dalla città "come esperienza di coesione e identità, rinnovata negli anni dalla collaborazione solidale e divenuta espressione del sentire contemporaneo". Il video è stato realizzato con il drone sul percorso che ogni anno, da secoli, porta la colomba dalla sommità della chiesa di San Francesco fino alla cattedrale di Santa Maria Assunta. Qui, con la collaborazione dell’Opera del Duomo, il drone è stato poi condotto all’interno della cattedrale, come avveniva in origine quando l’arrivo nel cenacolo era posto davanti al presbiterio, al centro dello spazio liturgico: una volta realizzate le dodici grandi statue, la colomba veniva accolta dagli Apostoli disposti nella navata maggiore, come oggi di nuovo accade nella visione virtuale del volo della colomba. Che poi si libra altissima fino ad abbracciare l’intera città sulla rupe.
“Quod natura munimento inviderat industria adiecit” (ciò che la natura aveva negato, procurò l'industria), ricorda l’iscrizione posta all’ingresso del Pozzo. Commissionato da Papa Clemente VII, rifugiatosi ad Orvieto dopo il Sacco di Roma, e progettato da Antonio da Sangallo il Giovane nel 1527, il Pozzo di San Patrizio è un capolavoro di ingegneria idraulica: profondo 54 metri, con le sue 248 scale distribuite in due rampe a doppia elica che non si incontrano mai, avrebbe assicurato alla città di Orvieto le riserve idriche anche durante un lungo assedio.
Il Pozzo cela meraviglie e segreti, come il passaggio che lo stesso Papa fece costruire, via di fuga esclusiva in caso di espugnazione della rupe. Percorrendo le scalinate solcate dal tempo, in discesa ed in salita, e dai finestroni che lasciano filtrare la luce naturale, tornano alla mente echi di vita che fu, in uno dei percorsi sotterranei più suggestivi del mondo.
Per gli orvietani è un luogo di relax e passeggio, per tutti gli altri è la terrazza migliore per un ritratto della città. Come moltissimi fortilizi in tutta Italia, anche la rocca Albornoz di Orvieto è stata infatti sistemata a giardino pubblico. Qui si può anche accedere con un ingresso presso la stazione della funicolare. È stato poi ripristinato il camino di ronda lungo tutto il perimetro degli spalti, e si può raggiungere così la porta della Rocca, che risale alla fine del tredicesimo secolo.
Non si può prescindere da una visita del duomo di Orvieto, un capolavoro dell’architettura gotica italiana. La facciata è una straordinaria sintesi di architettura e arti decorative, impreziosita da ricchissimi portali e da uno splendido rosone: il prologo alla scoperta dei suoi tesori. Ma prima di accedere all'interno, meritano uno sguardo i fianchi in pietra bianca e nera: quello destro si apre nella porta di Postierla, e quello sinistro impreziosito dalla statua marmorea di Antonio Federighi, la Sibilla Eritrea.
Varcato l’ingresso, si percepiscono in tutta la loro grandiosità le forme romaniche del disegno primitivo, con effetti grandiosi di luce filtrata dalle lastre di alabastro. Il consiglio è lasciarsi il tempo per una visita lenta, quasi meditativa, scandita dalle vele del Beato Angelico e del Signorelli.
Lo si trova all’ingresso della città, tra il Pozzo di San Patrizio e Piazza Cahen. Il sito non solo è una sintesi mirabile della storia antica di una intera regione ma è anche occasione per un passeggio in una zona ombrosa e verde. I ruderi del tempio vennero scoperti nel 1828, ed il sito fu esplorato tra il 1920 e il 1923. Si tratta di un tempio etrusco risalente agli inizi del V secolo a.C. e frequentato fino ai primi decenni del III secolo a.C. Sono stati rinvenuti frammenti dei decori in terracotta che lo rivestivano, mentre parte delle statue dei frontoni si possono ammirare al museo Faina.
Accompagnato da porte e finestre di epoca medievale, che riecheggiano l’antico rione di San Martino, il tracciato collegava il centro religioso a porta Postierla. Incammiandosi si ha l’occasione di ammirare il complesso di San Paolo, il palazzo di Tiberio, la chiesa di San Bernardino e palazzo Buzi.
Sul centro civile della città umbra si affacciano il Palazzo del Capitano del Popolo, in puro stile romanico e risalente alla fine del Duecento, l’ottocentesco Palazzo Bracci, la chiesa romanica di San Rocco e il cinquecentesco Palazzo dei Sette. Tra un edificio storico e una chiesa meritano una visita le tante botteghe, testimonianza della grande tradizione artigiana della città. Negozi di ceramiche, stoffe e dei noti merletti orvietani si uniscono a quelli di vasi e della ricca oggettistica in legno, anch’essa tipica della città, oltre alle gastronomie ricolme di salumi, formaggi e vini locali.
Si chiama Modo il percorso museale che interseca i luoghi urbani legati al simbolo di Orvieto, il Duomo appunto. Il Museo dell'Opera del Duomo ha come fulcro ideale e reale la splendida Cappella di San Brizio contenuta nella cattedrale, che propone il ciclo di affreschi realizzato tra la metà del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento da Beato Angelico e Luca Signorelli.
- Per visitare il Pozzo di San Patrizio usufruendo di noleggio audioguide, visite guidate, servizi didattici ci si può rivolgere a Sistema Museo, presso il centro visitatori di Via Sangallo e alla biglietteria di piazza Cahen. Per info visita la pagina dedicata del sito sistemamuseo.it.