L'attesa sta per finire: per rivedere in azione la Regina bianca, i Cavalli (veri anch'essi, naturalmente) e le Torri in legno bisognerà aspettare ancora poco. L'appuntamento, biennale, con la partita è fissato infatti per venerdì 9, sabato 10 e domenica 11 settembre 2016, con spettacoli ogni sera alle 21 e domenica anche alle 17. Sono ben seicento i figuranti impegnati per i tre giorni della manifestazione: dame e cavalieri che assieme ai personaggi della scacchiera e a vessilliferi, ballerine, giocolieri, mangiafuoco, musici e commedianti danno vita a uno spettacolo straordinario.
La piazza Castello che fa da scenografica quinta alla Partita a scacchi è una delle piazze più belle e suggestive del Veneto. Porticata da tre lati, vi si accede attraversando il trecentesco Castello inferiore. Alle sue spalle, sulla collina, domina il centro storico e l'abitato il Castello superiore, con le due fila di mura, le cosiddette briglie, che abbracciano la città. Una cinta muraria maestosa, e che di recente è stata riaperta quasi interamente, cosicché è possibile percorrerla in gran parte, salendo fino al Castello superiore. In alternativa, un sentiero breve ma piuttosto ripido permettere di raggiungere la sommità, da cui si gode un'insolita vista panoramica sulla città e sulla scacchiera.
Principale centro della Valle del Brenta e il secondo della provincia di Vicenza, Bassano del Grappa ha come simbolo della città il Ponte Vecchio, originario del XII secolo, e più volte ricostruito, sempre in legno, dopo le piene del Brenta che lo avevano in diverse epoche danneggiato.
La bassa Valsugana è meta ideale per gli amanti degli sport attivi: oltre al rafting sul fiume Brenta, di cui parliamo anche qui, esperti istruttori roganizzano corsi di canoa, di arrampicata su roccia, trekking nei luoghi della grande guerra e Per i più spericolati, anche hydrospeed (per informazioni e pacchetti turistici: www.ivanteam.com).
Cuore dell' altopiano dei sette Comuni, è famoso in tutta italia per l'omonimo formaggio d'alpeggio. La sua posizione isolata e strategica lo ha reso teatro di sanguinosi scontri durante la Prima guerra mondiale, ricordati dall'Ossario cittadino e dalle innumerevoli trincee e fortilizi che punteggiano l'altopiano. Oggi è una apprezzata località di montagna molto amata da chi pratica trekking a piedi e in mountain bike.
Restiamo in montagna, sul versante nord della provincia, su un altra montagna protagonista della Grande guerra - di cui, ricordiamo, ricorrono i cent'anni – il Pasubio, dove, come recita la celebre canzone popolare, "Gli alpini non hanno paura". Quando gli austroungarici conquistarono la vetta e la strada che vi accedeva, sul versante nordovest, gli italiani non si persero d'animo e nel giro di sei mesi (dal febbraio al novembre 1917) progettarono e realizzarono un'altro accesso alla cima Palon sul versante meridionale, al riparo dall'artiglieria nemica ma caratterizzato da pareti rocciose spesso a strapiombo. Fu così che fu realizzata la Strada delle 52 gallerie, un sentiero lungo 6,5 km con appunto 52 gallerie realizzate con la dinamite, alcune delle quali in pendenza, altre elicoidali, per poter raggiungere più rapidamente la vetta. Un'opra impressionante, tanto più considerando le condizioni in cui fu realizzata, e che oggi costituisce un bellissimo itinerario naturalistico, anche piuttosto impegnativo (per salire in cima ci vogliono 2 ore e mezza, con un buon passo). Le gallerie sono dedicate ciascuna a eroi di guerra, come Federico Oberdan e Cesare Battisti, oppure a città che hanno pagato un particolare tributo al conflitto, e lungo la salita numero i pannelli esplicativi raccontano l'epopea italiana su questo monte cruciale per le sorti della Guerra. Un epopea che rivive anche nelle fotografie e nei filmati che sono visibili presso il vicino Forte Maso (anche trattoria, www.fortemaso.it). La Strada delle 52 gallerie parte da Bocchetta Campiglia (1216 m) ed è raggiungibile salendo da Schio o da Recoaro Terme.
Come una vecchia signora elegante, Recoaro Terme ricorda con dignità un'epoca in cui era una località di villeggiatura chic e ricercata, e le sue acque apprezzate e vendute in tutta Italia. Oggi l'attività termale, seppure ridotta, prosegue, con particolare attenzione alle cure idropiniche e inalatorie. Chi è in forma, invece, può approfittare della rete di sentieri per mountain bike e nordic walking nei monti che circondano l'abitato, e concedersi un pranzo (e perché no, una notte) nell'unico 4 stelle del paese, l'elegante hotel Trettenero (www.hoteltrettenero.it), dimora storica.
(www.termedirecoaro.it).
Poco lontano da Recoaro, nella valle Inlele, si trova la gola rocciosa nota come Montagna spaccata. Si tratta di una profonda fenditura nella roccia, scavata dalle acque di un piccolo torrente, visitabile a pagamento percorrendo un breve sentiero e poi una scalinata metallica che si inerpica fra pareti di roccia a strapiombo, in uno scenario di grande suggestione, in passato fu all'origine di numerose leggende. Per la posizione "nascosta" questa zona resta in ombra per tutto l'inverno, ed è quindi aperta e visitabiile da marzo a ottobre, anche in notturna. All'ingresso, un ristoro ospita spesso piccoli concerti blues, passione dei proprietari (www.montagnaspaccata.com).
Luogo assolutamente imprendibile per chi ama l'archeologia industriale, Valdagno fu celebre tra le due guerre quando l'imprenditore laniero Gaetano Marzotto ne fece la propria capitale. Visionario e geniale, Marzotto affidò all'architetto Francesco Bonfanti la realizzazione di un quartiere che comprendesse non solo le fabbriche laniere, ma anche appartamenti e tutta una serie di servizi sociali e spazi ricreativi per i suoi dipendenti, tra cui un asilo, una piscina, un grandioso teatro, una biblioteca, una scuola di musica, un bocciodromo. Un esperimento urbanistico di città ideale che culmina nel parco della Favorita: avrebbe dovuto ospitare la villa di Gaetano Marzotto, ma i lavori, progettati da Gio Ponti e Francesso Bonfanti, si fermarono alle fondamenta per lo scoppio della II Guerra Mondiale.
In tutto il mondo, Vicenza e il suo territorio richiama le ville palladiane, neoclassiche, eleganti, inconfondibili e imitate un po' ovunque (la stessa Casabianca è in stile palladiano). Eppure c'è una villa palladiana che di palladiano ha, almeno apparentemente, ben poco: è villa Godi Malinverni, edificata a Lugo di Vicenza tra il 1535 e il 1542. Prima fra le architetture civili di Andrea di Pietro detto Palladio, ha una struttura ben diversa dalle successive, più massiccia, squadrata, quasi fortificata. Le sale interne sono superbamente affrescate, il giardino sall'italiana è ricco di vasche e fontane e si affaccia su Breganze e al pianura circostante. La villa è visitabile a pagamento e ospita nelle ex scuderie un ristorante, oltre a convegni e banchetti (www.villagodi.com).
Al capoluogo sarebbero da dedicare altri dieci punti, ricco com'è di palazzi nobiliari, musei, luoghi d'arte e cultura. Invitandovi a visitare questa piccola "Venezia senz'acqua", come è stata giustamente definita per lo stile barocco veneziano che caratterizza molti dei suoi edifici più belli, segnaliamo l'itinerario must in città: da piazza dei Signori con la Basilica quattrocentesca seguite corso Palladio con i suoi palazzi (Schio, Thiene e altri) fino a piazza Matteotti, dove si affaccia un altro capolavoro palladiano, il Teatro Olimpico, patrimonio Unesco, noto anche per i trucchi prospettici che fanno sembrare il palcoscenico molto più profondo di quanto sia realmente.
I LINK
Per informazioni di carattere generale, itinerari, servizi e ospitalità, vicenzaè.org
www.vicenzabooking.com
www.turismomontagnavicentina.it
www.saporivicentini.it