Ancora per un soffio, siamo sempre davanti alla Cina nella speciale classifica di chi può vantare più siti iscritti nella World Heritage List Unesco: 53 contro 52 (anche la Cina ne ha avuti due, quest'anno). Seguono, più staccate, Spagna (46), Francia (43), Germania (42). Tuttavia, bisognerebbe aggiungere che queste classifiche lasciano il tempo che trovano: se il numero di siti può essere un indicatore della "potenza" culturale e naturalistica di uno Stato, ancor di più lo dovrebbe essere il modo in cui quello Stato tutela e valorizza i suoi siti. Ma veniamo alle new entry Unesco italiane: vi diamo qualche dettaglio su come visitarle e conoscerle meglio.
MURA VENEZIANE
Spesso le si danno per scontate, quando si visita Bergamo: il visitatore è portato a salire verso le meraviglie di Città Alta senza accorgersi che la Città Alta stessa è circondata da possenti mura, capolavoro di ingegneria militare costruite dai Veneziani nel corso della loro dominazione lombarda. Benché volute per ragioni di stato e mai utilizzate per la difesa, le mura di Bergamo sono una gigantesca fortezza militare i cui baluardi posseggono all'interno via per sortite e per rifornimaneti, postazioni di cannoni, saloni per le truppe e per il deposito di munizioni.
Anche se la strada panoramica costruita nell'Ottocento ha in parte manomesso il manufatto militare, ci sono molti luoghi dove è possibile ammirare le mura in tutta la loro possenza. Innanzitutto dalla funicolare verso la città alta, che sottopassa le mura meridionali all'altezza della piattaforma di S. Andrea, e lungo lo stesso Viale delle Mura, dove spesso si parcheggia l'auto prima di inoltrarsi nei vicoli. Ma il consiglio è quello di percorrere a piedi via Tre Armi, da porta S. Alessandro fino a porta S. Giacomo: una bella passeggiata che consente di ammirare le mura dal basso.
Nel punti più meridionale del lago di Garda, dove il Mincio esce dal bacino, è situata la cittadina di Peschiera, che per secoli è stata piazzaforte militare e porta significative tracce di questo passato. Peschiera divenne nel tempo una formidabile macchina da guerra: nel Cinquecento furono i veneziani a costruire il fortilizio a forma di pentagono, poi ampliato grazie a Napoleone e soprattutto agli austriaci, che rafforzarono il disposizitivo con ben sette forti. All'epoca, Peschiera faceva parte del Quadrilatero: insieme a Verona, Legnago e Mantova doveva proteggere la valle dell'Adige e la via per l'Austria.
Basta fare due passi a Peschiera per capire la grandezza del suo passato e soprattutto rendersi conto di come la cittadella fu collocata in punto strategico, dove il lago diventa fiume. Si entra da porta Verona e subito si trova una piazza che ospita caserme e palazzine. Alle spalle dell'edificio in cui alloggiavano gli ufficiali del presidio si trova il canale che taglia in due il pentagono: sulla riva opposta, dietro al palazzo dei Provveditori, un tempo sede delle autorità veneziane, si estende una zona residenziale che termina da una parte a porta Brescia e dall'altra nella piazza in cui prospettano l'ospedale militare e i resti della rocca scaligera. E poi, dopo la passeggiata, perché non noleggiare una bicicletta e pedalare lungo il Mincio, verso sud?
Bisognerebbe vedere Palmanova dall'alto, da un elicottero o da un aereo, per apprezzarne appieno la bellezza dell'impianto urbanistico. La cittadina friulana, infatti, ha conservato nel tempo una forma perfetta: una stella a nove punte entro cui è iscritto un ennagono regolare (ovvero una forma a nove lati) con una rete viaria radiocentrica e una piazza esagonale. Una fortezza che il governo veneziano volle a difesa del confine orientale, ma che in realtà non svolse mai un ruolo di particolare rilievo in tal senso; e oggi uno degli esempi meglio conservati di architettura militare del Rinascimento (ma anche di una utopistica città rinascimentale).
Progettata per ventimila abitanti - ma non ne ebbe mai più di 5-6mila - Palmanova fu fondata il 7 ottobre 1593. Da visitare la piazza centrale con il suo Duomo e poi gli ingressi monumentali, porta Udine, porta Cividale e porta Aquileia: all'interno delle strutture sono ancora visibili i camini e i grandi portoni borchiati e, in porta Udine, anche le ruote di sollevamento del ponte levatoio. Ma da non perdere è soprattutto il giro sui camminamenti della cinta muraria, dove si possono ammirare da vicino le strutture architettoniche difensive della fortezza.
Ecco quali sono le antiche faggete diventate patrimonio dell'Umanità Unesco.