Pedalo veloce verso Peccioli, perché sui colli toscani quando fa buio, fa buio davvero. Scendo tra le curve e sugli sterrati in un’estate che non cede il passo all'autunno, con un tramonto che accende la Valdera. Vorresti sempre incorniciarlo il paesaggio toscano, ma in sella è difficile fermare in un solo frame linee ondulate e verticali, strade sinuose e rettilinei ombreggiati dai cipressi, terre appena arate, macchie di bosco, ulivi e vigne... una bellezza che rende meno dure le pendenze di un continuo “mangiaebevi” toscano,  metafora ciclistica ed enogastronomica per descrivere i saliscendi collinari.
In bicicletta nel "Triangolo Verde" a Legoli / foto Andrea Testi
Peccioli è il centro di un vasto Comune della provincia di Pisa, a mezza via tra Pontedera e Volterra, immerso in un territorio rurale. Una cittadina di nemmeno cinquemila abitanti che ha scongiurato crisi e spopolamento grazie alla sua amministrazione, che ha convertito un problema enorme come lo smaltimento dei rifiuti in una gigantesca opportunità per il territorio e la sua comunità.
In breve, la storia è questa: nel 1997 il Comune di Peccioli inizia a gestire con una sua partecipata Belvedere la discarica di Legoli, la trasforma in un moderno impianto di smaltimento e trattamento che, producendo utili per 25 milioni di euro nel giro di dieci anni, porta in dote benessere, sviluppo, servizi, democrazia partecipativa; e poi energia pulita, progetti solidali, strutture educative, centri polivalenti, asilo nido, scuola, Accademia musicale, impianti sportivi, parcheggio multipiano, e dalla scorsa primavera il Macca, un Museo diffuso di Arte contemporanea site-specific.  
"Endless Sunset", la passerella artistica di Tuttofuoco / foto Vittorio Messina
DAL MITO DELLA VESPA AL FUTURO IN BICICLETTA
In questo piccolo rinascimento si aggiunge ora un nuovo capitolo. Protagonista è la bicicletta, veicolo ideale per scoprire il territorio, cucire le distanze e consolidare le relazioni. In Valdera si deve fare ancora un po’ di salita per convincersi che ad auto e moto si può a volte rinunciare. Qui la bici non è ancora un brand, come è accaduto nel Chianti con le ciclostoriche firmate Eroica; e a mezz’ora di strada da Peccioli c’è Pontedera, dove è nata la Vespa, un altro brand italiano che dal 1946 non si è ancora appannato e che ha dato lavoro a intere generazioni di famiglie sul territorio. Una realtà che ha reso meno urgente attrezzarsi per ricevere turisti sempre più alla ricerca di esperienze autentiche e di qualità.
A dare una spinta decisa a questa trasformazione e a credere nelle potenzialità del cicloturismo a Peccioli c’è il Touring Club Italiano, che con l'iniziativa Bandiere Arancioni supporta fin dal 2003 l’amministrazione nell’investimento in buone pratiche di turismo responsabile e consapevole. Grazie al contributo del Touring, dallo scorso maggio (qui il nostro articolo) la Valdera ha infatti una nuova segnaletica turistica: un racconto visivo, un sistema di tracce per chi vuole scoprire in bicicletta paesaggi, persone, sapori, realtà d’eccellenza. Una mappa di percorsi che partono dal centro storico di Peccioli per poi allargarsi alle sue frazioni e all’ambiente circostante.
Si tratta di sei itinerari cicloturistici che percorrono le colline di Peccioli, mettendo in rete anche gli operatori e i produttori. Circa 80 chilometri di strade bianche o a bassa percorrenza tracciate, testate, manutenute, indicate e illustrate da cartelli informativi, panoramici, di orientamento. Ai segnali sulle strade si aggiungono strumenti editoriali e digitali come le mappe cartacee della destinazione, le cartoline degli itinerari cicloturistici e le tracce gpx dei percorsi.
La guida tascabile Tci alla "Costellazione" di Peccioli / Tci, tutti i diritti riservati
IL PICCOLO GRANDE MIRACOLO DI LEGOLI
“Con il Touring siamo riusciti a completare un progetto che consente di esplorare un territorio, scoprirne le identità, dando un’opportunità economica e culturale  - spiega il sindaco Renzo Macelloni, all’ultimo anno del suo terzo incarico, dopo quelli tra il 1989 e il 2004 e dal 2014 al 2019. Il 1989 è l'anno in cui ha dato inizio al piccolo rinascimento pecciolese, bonificando la discarica di Legoli, nata nel 1979, e gestendola virtuosamente grazie alla Belvedere, partecipata del Comune finanziata anche da un azionariato diffuso tra i cittadini, circa 1000, tra i 5000 residenti.
Proprio Legoli è la prima tappa del nostro primo tour ciclistico, l'anello di 21 km Ghizzano-Libbiano-Legoli. Lasciare la bicicletta all’ingresso dei cancelli del Triangolo Verde, com'è stata soprannominata la zona, e affacciarsi sulla discarica impressiona. Non solo per i giganti antropomorfi di poliuretano che svettano dal suolo, ma soprattutto per le dimensioni del sito, l’assenza di odori, i camion che non cessano di entrare ed uscire e la presenza persino di un anfiteatro in cui si svolgono concerti ed eventi.
“Nel 2020 abbiamo iniziato a realizzare l’impianto di trattamento e recupero della frazione organica dei rifiuti urbani" spiega Marco Vignoli, che per la Belvedere sviluppa i progetti e conosce a menadito il sito. Oggi abbiamo visite guidate, programmi di educazione ambientale nelle scuole e dalla scorsa primavera qui si possono celebrare persino i matrimoni. Il primo è stato il 19 marzo, tra Gomis Formose Damefour e Ndeye Gnima Manga, senegalesi d'origine ma pecciolesi di adozione da alcuni anni!”.
Il Triangolo Verde di Legoli / foto Vittorio Messina
"All'altezza delle Margherite", intervento artistico di Sergio Staino nella discarica di Legoli / foto Vittorio Messina
GHIZZANO BORGO DIPINTO, L'ARMONIA DEI CONTRASTI
Ma la discarica è solo uno dei punti di interesse da non perdere lungo l'anello ciclistico. Basta pensare soltanto a Ghizzano, il borgo divenuto famoso le case dipinte dall’artista David Tremlett, un maestro della neo-avanguardia che ha anche colorato un grande muro di contenimento, nel mezzo della discarica.
L'intervento di Tremlett a Ghizzano è nato durante una passeggiata per le vie del paese. Una di queste in particolare, la Via di Mezzo, per il carattere anonimo che la contraddistingue rispetto al resto, attira la sua attenzione. È nel 2019 ha dipinto i palazzi di quella che ora è accesa da una sequenza di toni marroni e verdi che si legano alla cromia del paesaggio.
Ghizzano, "la Via di Mezzo" di David Tremlett / foto Vittorio Messina
“Sono passati 4 anni da quando hanno dipinto la via – racconta Erika, che insieme al figlio Alberto gestisce il curato B&B da Baba. All’inizio molti erano scettici davanti a un intervento che davvero avrebbe modificato la percezione del paese in cui erano cresciuti. Ora si sono abituati, mentre noi beneficiamo di un flusso di visitatori che ci permette di lavorare con grande continuità, cosa impossibile prima”.
Ghizzano esprime i contrasti che stanno arricchendo il territorio, tra attività tradizionali e tecnologie innovative, tra storia e installazioni contemporanee. Un esempio è il sito archeologico di Santa Mustiola. Su un colle, a pochi chilometri dai colori sgargianti e dalle provocazioni artistiche di Tremlett, è attivo uno scavo da cui emergono anno dopo anno testimonianze di insediamenti di età romana, longobarda e medievale e tesori inattesi, molti dei quali già custoditi ed esposti nel Museo Archeologico di Peccioli. Il sito si può visitare anche di notte, grazie a una illuminazione che completa arrichisce il racconto degli archeologi.
Visita notturna agli scavi di Santa Mustiola / foto Andrea Testi
OLTRE I LUOGHI, LE PERSONE, PER UNA FILIERA DI QUALITÀ
“Il Triangolo Verde e le opere di Tremlett a Ghizzano sono due delle tappe più significative degli itinerari che abbiamo tracciato e che nel loro insieme ci piace definire una Costellazione" spiega Laura Agretti, che per il Tci segue da anni lo sviluppo del progetto Bandiere Arancioni a Peccioli. "Abbiamo scelto l’immagine di una Costellazione per evocare un firmamento di luoghi arricchiti da storia, cultura, interventi di arte contemporanea e ovviamente persone”.
Molte se ne possono incontrare, deviando di poco dai sei anelli cicloturistici. Sono pecciolesi di nascita o di adozione impegnati nell’accoglienza, nella ristorazione di qualità, nelle aziende agricole e vinicole. Sono loro a dare senso compiuto al “sistema Peccioli”, a dare concretezza all’ottimismo che si respira già al primo ingresso nelle loro realtà. 
Il primo incontro è con Roberto, gestore, mentore ed anfitrione del Cafè Haus, luogo di riferimento per godere dei sapori e delle atmosfere pecciolesi, oltre che di un panorama magnifico. Roberto ha passato una vita nei campi, e la sua concretezza si sente nei piatti generosi, autentici, che non ammettono dubbi di sorta, come a dire "qui siamo in Toscana"!
Molti impreditori dell'agricoltura e dell'accoglienza locale li incontriamo invece sull’anello delle Serre e del piccolo bosco di Ortaglia, 12 chilometri facili e panoramici in cui venire a contatto diretto con gli artefici delle migliori produzioni locali, olio, vino, miele e zafferano e persino un gelato memorabile. 
Pedalando sull'anello delle Serre / foto Andrea Testi
“Mi piace approcciare un olio come potrei fare con un vino. Un olio può e forse deve essere abbinato a quello che stiamo mangiando. Prendersi qualche secondo in più per un assaggio più consapevole è una dote da coltivare" spiega Maria Angela Macchia, mentre mi mette alla prova con una degustazione olfattiva del suo olio extravergine. Sapidità e acidità, il contributo dell’acido oleico, l’importanza del “naso” per cogliere sentori e sfumature. Maria Angela è una produttrice d’olio che ha legato il suo quotidiano a una storia che conta secoli. I Moricci, azienda agricola che oggi punta decisa sul biologico, era, nel XIX secolo, uno dei poderi della Fattoria di Fabbrica, di proprietà della nobile famiglia pisana Rosselmini-Ricciardi.
Maria Angela Macchia, produttrice d'olio dell'azienda Moricci / foto Andrea Testi
Una storia completamente diversa è quella di Viviana Bello e di suo figlio. Dopo molti anni di vita milanese Viviana decide di tornare nei posti che frequentava da bambina. Lo fa con il suo Matteo, che studia a Pisa, e insieme rinsaldano il contatto con la terra. “Quando sei qui" racconta Viviana, mentre confeziona il miele delle sue arnie e in forno si cuoce la crostata per la colazione nel suo neonato b&b "il tempo non è più solo una dimensione astratta, che si può percepire, ignorare o trasfigurare, il tempo lo impone la natura. In questa fine estate il lavoro è molto intenso e faticoso".
"L’inverno invece il tempo restituisce letture, pensieri, spazio per progetti" continua. "Insieme alla produzione di olio, miele e ortaggi  abbiamo voluto credere in una coltura che non era presente in Valdera, lo zafferano, e dopo due anni stiamo raccogliendo risultati ottimi dai circa 2500 bulbi che abbiamo messo a dimora. Ne ricaveremo una trentina di grammi, che per noi sono il frutto di un lavoro meticoloso che inizia al mattino, prima che si schiudano i fiori raccogliamo gli stimmi, mondiamo ed essicchiamo il fiore. È un lavoro che da sempre viene affidato alle donne”.
Quei pochi grammi valgono moltissimo non solo per Viviana, ma anche per gli altri produttori, che possono beneficiare l’uno delle risorse dell’altro, in una rete territoriale che così allarga il suo potenziale ed eleva la sua qualità. Lo zafferano, per esempio, è l’ingrediente fuori dall’ordinario che risalta il sapore del gelato della pasticceria Ferretti, che da un secolo si dedica all’arte dolciaria e che ha anche un apprezzato ristorante all’ombra del campanile di Peccioli. 
Un capitolo centrale della storia toscana, pisana e ovviamente pecciolese è quello dedicato al vino. che nella nostra esperienza ciloturistica ha visto protagonisti i prodotti del Podere Borgaruccio e delle Palaie. Il primo è un'azienda agricola che esprime un'eccellenza locale nella vinificazione e nella produzione di olio extravergine d'oliva: Claudia Vestri ci ha presi per mano e condotti tra le etichette simbolo della sua cantina, una progressione tra bollicine, bianchi, rossi e passiti che ha ricordato una splendida corsa a tappe.
Mentre nella moderna ed elegante struttura delle Palaie abbiamo fatto tesoro della preparazione della maestra di cantina, che ci ha svelato storie e picoli segreti della filiera, dalla deraspatura alla pressatura, alla vinificazione e alla fermentazione di vini di pregio di una realtà che deve molto allo spirito imprenditoriale e alla passione (ora omaggiate non solo nella memoria ma anche con firma su un passito della casa) di Nino Capponi, imprenditore giramondo, amante dell'arte e del suo territorio. 
La raccolta dello zafferano
Il miele dell'azienda agricola La Valle / foto Andrea Testi
DAI GRANI ANTICHI BIOLOGICI, LE BIRRE ROCK E DELLA BEAT GENERATION
Ci rimettiamo in sella, a seguire le strade del gusto. Un nuovo incontro spiega la qualità della pasticceria Ferretti, perché a favorirla è un’altra produzione d’eccellenza della Valdera. Per scoprirla si deve risalire in bicicletta seguendo l’anello Fabbrica – Montelopio, un itinerario che sembra ritagliato su misura per gli appassionati di strade bianche, tanto è suggestivo e panoramico. Arrivati quasi a Villamagna di Volterra si entra in un mondo che per gli amanti del biologico e dei grani antica ricorda la fabbrica di Cioccolato di Willy Wonka. L'Azienda Agricola Biologica Floriddia è dal 1987 un laboratorio di agricoltura e benessere alimentare. Giovanni e suo fratello Rosario ereditano il mulino dai genitori Giuseppe (siciliano) e Sabia (abruzzese) e dal 1987 convertono la produzione al metodo dell'agricoltura biologica.
Giovanni è un cicerone di minuzia scientifica, difficile seguire le nomenclature dei grani antichi, le fasi di lavoro del pastificio. L’impressione è di un luogo che ha trovato nelle terre pisane l’alchimia per una produzione di altissima qualità, che si traduce in paste artigianali fresche e confezionate, e in farine che esaltano i prodotti di molti e non solo qui, a Peccioli.
Nel reparto produzione del Molino Floriddia / foto Andrea Testi
Giovanni Floriddia / foto Fabrizio Milanesi
A confermarlo, a poche pedalate dai Floriddia è il primo sorso di "Paleale" al Birrificio Agricolo il Poggio Rosso. Alla spillatura Fernando Campana, giovane, cultore di musica, letteratura americana e birra, da bere in compagnia. L'occasione giusta arriva con un bando europeo che sostiene la trasformazione del prodotto agricolo, Fernando fa il grande salto e crea intorno a se un birrificio moderno, accogliente, efficiente. La struttura in legno e vetro con una vista magnifica sui colli che si spinge fino alle mura di Volterra, una tap room per gli assaggi, e una compilation di birre da hall of fame dedicate alle sue passioni: “C’è la beatlesiana Abbie Road, la rossa Life on Mars, la steinbeckiana Furore e la Pastorale americana, nemmeno a dirlo uno dei nostri classici. Ho pensato che in una zona tradizionalmente dedicata ai grandi vini, un birrificio fosse un luogo di rottura degli schemi che potesse attrarre e avere un buon successo”.
Fernando Campana, al centro del suo birrificio agricolo Il Poggio Rosso / foto Fabrizio Milanesi
Nel birrificio Poggio Rosso / foto Andrea Testi
Sul successo del Poggio Rosso non si hanno dubbi, il posto è magnifico, la birra anche. E con la luna che illumina a giorno la Valdera, Volterra che si intravede dietro un mare di colline, non si vorrebbe più andare via. I tempi della visita si dilatano e il ritorno a Peccioli è quasi una randonnée notturna che tornante dopo tornante ci riporta al cospetto del gigante muscoloso che si gode l’ennesima notte alle spalle dell’anfiteatro di Peccioli e chissà cos'altro vedrà crescere negli anni che lo aspettano.
Dal Poggio Rosso, la Valdera e Volterra sullo sfondo / foto Fabrizio Milanesi
INFORMAZIONI UTILI
- Scopri le novità, i contatti e le strutture ricettive di Peccioli sul sito ufficiale Peccioli.net 
- Scopri il Cafè Haus, un luogo di riferimento per godere dei sapori e delle atmosfere pecciolesi
- Scopri il Podere Borgaruccio sul sito www.cantineborgaruccio.com
- Scopri le Palaie sul sito lepalaie.it
- Scopri il Pastificio Floriddia sul sito ilmulinoapietra.com
- Scopri il Birrificio Poggio Rosso sul sito www.birrificioagricolopoggiorosso.it
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