
Tappe 1 e 2 - Da Merida a Aljiucén, da Aljiucén a Alcuéscar
Tappe 3 e 4 - Da Alcuescar a Valdesalor, da Valdesalor a Casar de Caceres
Tappe 5, 6 e 7 - Da Casar de Caceres a Canaveral, da Canaveral a Riolobos, da Riolobos a Carcaboso
Tappe 8, 9 e 10 - Da Carcaboso all'Hostal Asturias, dall'Hostal Asturias a Baños de Montemayor, da Baños de Montemayor a Fuenterroble de Salvatierra
Tappe 11 e 12 - Da Fuenterroble de Salvatierra a Merille, da Merille a Salamanca
Tappe 13, 14 e 15 - Da Salamanca a El Cubo del Vino, da El Cubo del Vino a Villanueva de Campean, da Villanueva de Campean a Zamora
Tappe 16, 17 e 18 - Da Zamora a Montamarta, da Montamarta a Granja de Moreruela, da Granja de Moreruela a Benavente
Tappe 19, 20 e 21 - Da Benavente a Alija del Infantado, da Alija del Infantado a La Baneza, da La Baneza ad Astorga
Tappe 22, 23 e 24 - Da Astorga a Foncebadon, da Foncebadon a Molinaseca, da Molinaseca a Ponferrada

LE MOTO E LA SPAZZATURA
Indignato per questo contrasto inaccettabile tra due velocità così differenti, mentre l’irlandese Mike bofonchia amareggiato: “secondo me ridono di noi…” cerco di guardare altrove. E, come sempre succede in questi casi, faccio una scoperta che mi sembra importante. Al margine della strada ci sono pochissimi rifiuti. In Italia, qualunque statale che si rispetti è fiancheggiata da un fossato foderato di bottiglie di plastica: qui invece i malefici oggetti brillano per la loro assenza. Un po’ perché forse qualcuno ogni tanto pulisce, ma anche – e soprattutto – perché in Spagna l’acqua minerale non la beve nessuno o quasi.

ARRIVA LA PIOGGIA
La mattina seguente, alle 6, veniamo svegliati dall’allegro frastuono causato da un gruppo di pescatori che si prepara a una domenica sulle rive del lago vicino (per chi ci può andare in macchina). E la giornata inizia con cattiveria, grazie a una breve ma ripida salita verso il colle del Puerto de los Castanos, dove inizia anche a piovere. Così la camminata nella vallata seguente, dall’allegro nome di Valle de los Muertos, è preceduta dalla vestizione con giacca e la copertura dello zaino. In un paesaggio magnifico di querce da sughero e mucche, l’unica meta sensata sembra essere il caffè di Grimaldo, a una dozzina di chilometri dalla partenza. Ma, come dice il saggio, quando le giornate vi vogliono mettere alla prova spesso ci riescono. E così, dopo una maligna e fangosa deviazione di più di un chilometro dalla retta via, l’unica cosa che ottengo è la vista del cartellino che mi informa che, la domenica, il bar è chiuso.


SPESA A CARCABOSO
Il percorso procede poi il giorno seguente per campi solitari, sotto un cielo grigio piombo che non promette nulla di buono. Il paesaggio però è cambiato: tra una mucca e l’altra fanno la loro comparsa anche degli orti e dei campi di grano. Questa tappa iniziata a Riolobos ha un serio vantaggio su quella precedente: il bar dell’associazione locale di San Gil è aperto, e anche pieno di cordiali signore un po’ pienotte, che sembrano entusiaste di chiacchierare con un vero romano. Da qui in avanti, una stradina asfaltata, resa lucida dalla pioggia, ha coperto l’antica via romana e, dopo 8 chilometri, porta finalmente a un bivio verso le case di Carcaboso. Che, secondo dei calcoli un po’ approssimati, dovrebbe distare circa 165 chilometri da Mérida.
Il paese è un po’ più grande dei precedenti, con un paio di supermercati dove sfogare la nostra ansia di shopping (lecca lecca, spazzolini da denti, addirittura banane) e un curioso piccolo giardino. Dove fanno bella mostra di sé un certo numero di miliari dell’antica via. Un po’ tristemente confinati quaggiù, come sulla facciata della vicina chiesetta dedicata a Santiago) lontano dalla bella strada lastricata che avevano vegliato con giustificato orgoglio in gioventù.

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