Ecco, è con questo spirito che siamo saliti sul nostro camper, messo a disposizione dall'Associazione Produttori Camper, e ci siamo messi in viaggio tra Aretino e Perugino. Tre borghi accoglienti, tre Bandiere arancioni, tre paesi amici del turismo all'aria aperta che possono essere uniti l'uno all'altro in un itinerario di scoperta, ideale per chi vuole andare al di là delle pur straordinarie Val d'Orcia, Assisi, Cortona e compagnia varia. Dove, soprattutto, trovare persone che amano il luogo in cui vivono, che lavorano con gioia e passione per conservare, valorizzare, comunicare.
Lucignano, centro storico - foto Stefano Brambilla
Già l'arrivo a Lucignano mette di buonumore, in particolare per chi viene da lontano: l'area camper è ai piedi del paese, tra gli ulivi, si sente profumo di Toscana. Prendendo poi la piccola sterrata dalla parte opposta dell'area, attraversata la statale, lo scatto fotografico è di quelli da portare nella memoria: il borgo disteso su una piccola collina, le mura che lo cingono, le torri che spuntano dal reticolo di case. Eppure, per capire Lucignano bisognerebbe innanzitutto vedere una foto scattata dall'alto. "Perché solo così si scopre la forma speciale del borgo" ci spiega Enrica Cassioli, che lavora all'ufficio turistico comunale. "Una pianta ellittica, ad anelli concentrici, che non ha eguali nel panorama italiano". La si intuisce camminando nel centro storico, dove le due strade principali sono visibilmente curve, unite tra loro da scale, e alla fine del giro ci si ritrova al punto di partenza. Incredibile che la topografia si sia conservata nei secoli, "anche se pure qui sono arrivate le bombe della seconda guerra mondiale" racconta Enrica, facendoci notare uno squarcio nelle mura, laddove c'era una porta.
Lucignano, centro storico con la cbiesa di San Francesco - foto Stefano Brambilla
Lucignano, l'Albero d'oro nel Museo Comunale - foto Stefano Brambilla
Lucignano, la macelleria di Barbara e Gilberto - foto Stefano Brambilla
Lucignano, i vigneti di Palma - foto Stefano Brambilla
Dall'alto della torre del cassero il panorama lascia senza parole. Da una parte c'è la Val di Chiana, ubertosa pianura che Leonardo ritrasse a volo d'uccello in un celebre disegno, e Lucignano che saluta dalle colline sul versante opposto. Dall'altra la Val di Chio, piccola valletta di frutteti e uliveti, pacifico locus amoenus circondato dai monti boscosi al confine con l'Umbria. Ai nostri piedi, il complesso del cassero di Castiglion Fiorentino e, accoccolate intorno, case e chiese della cittadina (sono 14mila gli abitanti). "Vedi? Là da quella parte si vede la sagoma del castello di Montecchio Vesponi, poi dietro la collina c'è Cortona. Da qui capisci ancor meglio perché Castiglion Fiorentino fu così contesa in passato, quando continuò a passar di mano tra Arezzo, Perugia e Firenze" spiega Stella Menci, da sei anni direttrice del complesso museale.
Castiglion Fiorentino la vista dalla torre del cassero - foto Stefano Brambilla
Castiglion Fiorentino, il reliquiario di Sant'Orsola nella Pinacoteca Comunale - foto Stefano Brambilla
Castiglion Fiorentino, centro storico - foto Stefano Brambilla
Castiglion Fiorentino, le chianine di Massimo Chianucci - foto Stefano Brambilla
Castiglion Fiorentino: sulla destra il paese, in fondo a sinistra il castello di Montecchio Vesponi - foto Stefano Brambilla
Via con il camper attraversando proprio la val di Chio, percorrendo strade sinuose tra castagni e uliveti, superando lo scenografico confine tra Toscana e Umbria. Dalla valle del Clanis a quella del Tiberis, ovvero il glorioso Tevere che ancora nel Perugino sembra un torrente come un altro, circondato dai campi di tabacco. Poi una breve salita sul versante opposto ed eccoci, alle porte di Montone, dove ci sistemiamo in un'area minuta che sembra uno specchio del paese. Montone, Montone: qui le aspettative sono ancora minori dei borghi precedenti, chi ha mai sentito parlare di Montone? Eppure, come spesso succede in Italia, la bellezza è sempre dietro l'angolo anche quando non ce la si aspetta.
Montone, l'area camper - foto Stefano Brambilla
Il primo impatto, entrando nei vicoli del paese, è quello di un paese incantevole: tutto è in ordine perfetto, dai balconi fioriti alla pavimentazione, e denota una insolita cura del bene comune; la piazzetta centrale è una vera chicca, stretta e minuta, ancora autentica con i tavolini del bar, la chiesetta trasformata in ufficio postale, gli anziani che giocano a carte, la vita che scorre quasi come una volta. "Pensa quando diventa scenario dell'Umbriafilmfestival, sotto la direzione artistica di Terry Gilliam" ride Chiara, mentre ci prepara una torta al panaro. "Vedere i film sotto le stelle in un simile scenario fa venire sempre la pelle d'oca".
Chiara è fidanzata di Mauro Migliorati, la cui famiglia produce dal 1990 marmellate, sottoli, salse di pomodoro, carne e formaggi, e che da agosto ha aperto un piccolo punto vendita sulla piazza. "Il papà di Mauro ha abbandonato la cultura del tabacco e piantato lamponi: una scelta coraggiosa, ma che avuto successo". Tanto che Mauro si è licenziato dall'ufficio e ha iniziato a lavorare nei campi alle Carpini, nella valle accanto a Montone; e Chiara, cui mancano tre esami alla laurea, li aiuta con entusiasmo. "Facciamo tutto in famiglia, produciamo quello che mangiamo e vendiamo, passiamo le giornate a togliere le erbacce a mano, per il negozio abbiamo scelto espositori riciclabili e piatti compostabili". I prodotti, inutile dirlo, sono eccellenti. La crema di castagne, poi, è un sogno. Ma siete tutti così bravi, a Montone? "Guarda, la nostra è una generazione di giovani che rimane, anche il sindaco ha 44 anni e figli piccoli, ci dà una bella spinta". Sindaco tanto apprezzato che è stato rieletto a maggio con il 92,7% dei voti. Percentuali bulgare.
Montone, il centro storico - foto Stefano Brambilla
Scopriamo chiacchierando che molte piccole produzioni di Montone raccontano storie simili. Il vino di Poggio Maiolo, il birrificio Fortebraccio, i formaggi di Monni, il miele di Mielisa. Ce ne parla anche Paolo Morbidoni, titolare del ristorante Tipico e della Locanda del Capitano, qualche casa più in là. "Forniscono tutti prodotti utilizzati nel nostro menù, dove ogni cosa è cento per cento made in Umbria: se vieni fin qui devi per forza fare un'esperienza autentica. E non hai ancora assaggiato il mazzafegato, che è presidio Slow Food: noi lo sfruttiamo per una carbonara speciale...". Paolo ha appena ingrandito il ristorante, creando una società con lo chef Giancarlo Polito e diversificando le proposte. "Montone da anni è nei circuiti di qualità e abbiamo voluto investire qui" spiega. "La sfida è mantenere l'eqilibrio tra l'identità del paese, che resiste allo spopolamento e alla invasione degli stranieri, e la pressione turistica. A luglio e agosto quelle 2/300 persone ogni finesettimana sono tante, ma portano con loro una microeconomia indispensabile per la sopravvivenza".
Montone, Paolo Morbidoni e Giancarlo Polito del Ristorante Tipico
Sempre Paolo ci racconta che il turismo di qualità è legato anche agli eventi, che sono un altro motore di Montone: dalla stagione teatrale al festival del cinema di cui parlava Chiara (e sì, Terry Gilliam, cittadino onorario del borgo, è proprio quello dei Monty Python e dell'Esercito delle dodici scimmie). E poi, la Festa del bosco, a novembre, e la Festa della Donazione della Santa Spina, ad agosto. Che ci porta al personaggio clou di Montone, quel Braccio Fortebraccio (detto anche Braccio da Montone) celebre capitano di ventura nel Quattrocento, citato più volte anche da Machiavelli: tutto è dedicato a lui, dalla piazza al birrificio, e sulla sommità del borgo ci sono anche i resti della sua rocca. Per inciso, la spina è quella della corona di Cristo donata al paese dal figlio di Braccio, Carlo, nel 1473, e che ogni anno viene esposta per due volte; ma al turista interesserà soprattutto il Museo civico di San Francesco, la vera perla culturale di Montone. "Ogni volta che entro nella chiesa sento la sua storia come se i personaggi che l'hanno vissuta fossero lì" ci rivela Elisa Minchielli, che per Sistema Museo coordina con tanta passione la gestione del complesso museale. "Il contesto stesso trasmette emozioni, qui le opere non sono decontestualizzate, sono ancora dove si trovavano...". È vero, è un viaggio emozionale quello in San Francesco, di fronte ad affreschi magari non preziosi come altrove ma ugualmente suggestivi. Ed Elisa e Mariangela, che lavora con lei, ci costruiscono sopra storie e racconti, come quando si trasformano nei personaggi del passato (come Margherita Malatesta) e ogni domenica mattina, nella bella stagione, inscenano le storie di "Montone segreta".
Montone, San Francesco - foto Stefano Brambilla
Montone, la Rocca d'Aries - foto Stefano Brambilla
- Lucignano (Ar). Sito web Visit Lucignano e scheda borgo sul sito Bandiere arancioni. L'area camper è situata sulla strada provinciale dei Procacci, nella zona dei campi da tennis in direzione Arezzo; ampia, illuminata e gratuita, è fornita di posto scarico, carico acqua e prese di corrente. Il centro storico si trova a 100 metri a piedi. Per entrare nell'area, è necessario chiedere il codice di sblocco della sbarra al numero 348.6566731; istruzioni anche in loco. Tra i ristoranti, segnaliamo Il Goccino (classico ed eccellente), La Tavernetta (tipico e semplice), Zenzero (ricercato); l'Azienda Agricole Fabbriche Palma vi aspetta per una visita con degustazione.
- Montone (Pg). Sito web del Comune e scheda borgo sul sito Bandiere arancioni, con approfondimenti su che cosa vedere, mangiare e sul festival estivo del cinema. Utile anche il sito montonein. L’area sosta camper, gratuita e ubicata in via dello Sport (presso il Campo sportivo comunale), è attrezzata per ospitare sino a un massimo di sei autocaravan contemporaneamente. Presenti prese di cor