La coltivazione della vite in montagna ha sempre un fascino particolare. Già non è facile produrre un buon vino, lo è ancor di più tra i monti, dove i terreni sono impervi, le infrastrutture limitate, le risorse ridotte. Eppure, fin dalla notte dei tempi anche sulle pendici delle vette sono stati coltivati vigneti di grande pregio. Come tra Piemonte, Valle d'Aosta e Savoia francese, dove è stata recentemente istituita la “Strada dei vigneti alpini”, un itinerario turistico dedicato ai vitigni eroici di montagna. Obiettivo: “rafforzare l’identità dei territori vitati, qualificare e promuovere il patrimonio paesaggistico, culturale e di biodiversità delle aree alpine partner”.
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Questa “Strada dei vigneti alpini” nelle Alpi occidentali non è certo un itinerario virtuale. È innanzitutto il risultato dell’itineranza delle corti sabaude che, nello spostarsi sul filo dei secoli da ovest a est nell’antica Savoia, mettevano a dimora le viti intorno ai loro castelli e dissodavano le pendici dei monti per produrre il proprio vino, bianco o rosso a seconda delle stazioni climatiche, bevanda nobile e immancabile nei pranzi di corte. Ma è anche il prodotto delle civiltà alpine che avevano scoperto e imparato ad utilizzare il vino come elemento centrale della convivialità e dello stare insieme, oltre che come fonte importante di calorie, utile a resistere al freddo delle giornate di lavoro in montagna. Un paesaggio straordinario tutto da scoprire, oggi come ieri, con i suoi prodotti di alta qualità.
DOVE CORRE LA STRADA DEI VIGNETI ALPINI
Percorrendo questo itinerario vi accorgerete come l'uomo abbia sfruttato in modo “eroico” tutti i terreni che aveva a disposizione per la coltivazione della vite: ancora oggi, i viticoltori che fanno esistere la Strada dei vigneti alpini continuano a dissodare quelle terre, lavorate a mano, in quota, anche al di sopra dei 1.000 metri. E con loro le cantine, che nel tempo hanno evoluto le capacità enologiche.
La Strada si snoda sinuosa in Savoia, tra i dolci vigneti della Chataigne e di Montmelian; poi attraverso i ripidi terrazzi della Valle d’Aosta; e ancora in Piemonte, in mezzo agli eroici coltivi di Carema e Settimo Vittone, di Chiomonte e Pomaretto, tra rari vitigni autoctoni (Avanà, Becuet, Baratuciat..), vini preziosi e poco conosciuti (Doux d’Henry, vino del ghiaccio, Carema, Baratuciat, Ramié, Erbaluce Passito..) e le dolci colline tra Caluso e Piverone, incastonate nel grande Anfiteatro morenico di Ivrea.
Tra le particolarità di questa coltivazione "eroica", il fatto che i vignaioli non seguono sempre tecniche tradizionali ma sistemi a pergola (Caluso, Carema) o ad alberello (Pomaretto), a volte con strutture in tipica pietra locale (Tupiun e Pilun a Carema e a Settimo Vittone) che assorbono il calore di giorno per restituirlo nelle fredde notti montane. E i vini sono spesso prodotti in purezza da un solo vitigno (Nebbiolo, Avanà, Becuet, Baratuciat).
LA STRADA DEI VIGNETI ALPINI IN PIEMONTE
In particolare, la Strada dei vigneti alpini in Piemonte si dipana su tre dei quattro territori Doc della provincia di Torino:
- il territorio canavesano tra Carema, Caluso e Piverone (Doc Caluso con Erbaluce di Caluso, Caluso Spumante Metodo Classico e Caluso Passito, a bacca bianca e Carema Docg, vitigno Nebbiolo, a bacca rossa): siamo attorno alla città di Ivrea, vicino al lago di Viverone;
- la Val di Susa (Doc Val Susa rosso) sui due versanti dell’Alta Valle (Exilles e Giaglione/Chiomonte);
- il Pinerolese (Doc Pinerolese, vini a bacca rossa) tra le colline pedemontane di Bricherasio e la Val Chisone e Germanasca (Pomaretto).
Non è un percorso di soli vini: chi lo percorre vi trova innanzitutto scenari d’eccezione, dall'Anfiteatro Morenico di Ivrea ai panorami di Carema e Settimo Vittone con il Battistero di San Lorenzo, dalle colline da Bollengo a Piverone all’Alta Val Susa di Giaglione ed Exilles. E poi, tre siti Patrimonio dell’Umanità Unesco: Ivrea città industriale del XX secolo con le creazioni architettoniche del grande “sogno” Olivetti, il Castello di Agliè (borgo certificato dal Touring con la Bandiera arancione) e le aree palafitticole preistoriche di Azeglio sul lago di Viverone.
E ancora borghi e castelli: nel Canavese, il Castello di Masino adottato dal Fai, il Castello di Rivara dove è allestita una mostra permanente di arte contemporanea, il Castello di Parella, oggi trasformato in Vistaterra, struttura ricettiva a 5 stelle; in Valle di Susa il Castello di Exilles; nel Pinerolese il Castello di Osasco, Macello, Miradolo, il Forte di Fenestrelle (anche Fenestrelle è un borgo certificato dal Touring con la Bandiera arancione). Molto ricca è anche la rete museale: dal Museo Garda di Ivrea all'Ecomuseo dell’Anfiteatro morenico di Ivrea, dal Museo storico etnografico Nossi Reis di San Giorgio Canavese al Scopriminiera di Prali, dove viene invecchiato il vino della Cantina L’Autin.
UN POSSIBILE ITINERARIO DI DUE GIORNI
La provincia di Torino insieme ad alcuni tour operator specializzati ha approntato diversi pacchetti per esplorare la Strada dei vigneti alpini (si veda il link sotto): si può scegliere se andare in auto, in minibus, in bicicletta, in moto, a cavallo, a piedi. Ma naturalmente l'itinerario può essere compiuto anche autonomamente, con la propria vettura. Ecco un esempio di due giorni tra le suggestive atmosfere del Piemonte vinicolo.
Primo giorno
- Visita a Carema, con le caratteristiche pergole sostenuti dai "pilun" (colonnette in pietra imbiancate con la calce) e alla Cantina sociale dei produttori.
- Settimo Vittone: affaccio sui vigneti terrazzati. Visita alla Pieve di San Lorenzo, complesso paleocristiano.
- Sosta alla frazione Torre Daniele per una visione d’insieme di una conca vitata.
- Trasferimento a Caluso.
- Accoglienza alla cantina Gnavi, storica famiglia di produttori del vino Erbaluce, e degustazione dei vini prodotti nelle colline moreniche di Caluso.
- Trasferimento a Piverone, transitando in prossimità dei vigneti del paese per giungere al Lago di Viverone.
- Light lunch con degustazione di vini durante la navigazione sul lago.
- Trasferimento a Pomaretto, situato in Val Chisone, dove si produce il vino Ramìe.
Secondo giorno
- Passeggiata panoramica nei vigneti di Pomaretto. Visita del villaggio e degli edifici valdesi (Tempio e un Ospedale); per chi lo desidera, in alternativa, volo a fune del “Dahu”.
- Pranzo e degustazione di vini del territorio presso l’Agriturismo La Chabranda (storia Valdese).
- Trasferimento in Val Susa e visita delle cantine a Exilles o dei produttori del vino del ghiaccio.
- Degustazione dei vini della Val Susa o merenda sinoira presso Cre Seren di Giaglione (agriturismo).
INFORMAZIONI
- Sulle pagine di Turismo Torino trovate tutte le proposte weekend a piedi, a cavallo, in auto, in minibus, in moto, a piedi, alcune delle quali sono valide tutto l'anno. Sono organizzate da vari tour operator torinesi.
- Il programma è finanziato dal Programma Interreg Alcotra 2014-2020; il progetto è promosso dalla Città metropolitana di Torino, che è la capofila, dalla Regione autonoma Valle d’Aosta e dal Conseil Savoie Mont Blanc.