Accade soprattutto al tramonto, quando il sole ne indora la facciata, stendendo una tinta calda sulla sua pietra calcarea. Ma in realtà accade a qualunque ora del giorno e pure della notte, quando la illuminano i riflettori. La Cattedrale di Reims lascia senza fiato, ogni volta che ci si trova di fronte a essa.

Un miracolo generato dalle dimensioni, le proporzioni, l'armonia con cui l'architettura si sposa con la ricchezza delle 2303 sculture e delle gigantesche vetrate, il coerente programma iconografico, l'unità stilistica che ne fanno uno dei vertici dell'arte gotica. 


La facciata occidentale della Cattedrale di Reims nella luce del tramonto - foto Roberto Copello​

Una cattedrale qui esisteva già all'inizio del V secolo, in quella che era ancora la romana Duracortorum. È però la Cattedrale attuale, dedicata alla Madonna Assunta e costruita fra il 1211 e il 1345 (successiva solo a quelle di Parigi e di Chartres), che si è guadagnata un posto incancellabile nella memoria nazionale francese, come luogo eletto dell'incoronazione per quasi tutti i re di Francia. Otto secoli dove le pagine gloriose si sono alternate ad altre ben più dolorose: il gravissimo incendio che fece crollare il tetto nel 1481; le devastazioni subite durante la Rivoluzione francese, quando fu frantumata la Santa Ampolla che conteneva l'olio crismale di origine celeste con cui si ungevano e consacravano i re di Francia (per la tradizione era quella con cui il vescovo saint Remi, san Remigio, la notte di Natale del 496 battezzò il re Clodoveo, da lui convertito); soprattutto le distruzioni subite nel corso della prima guerra mondiale, quando la Cattedrale fu colpita da 288 proiettili dell'artiglieria tedesca che distrussero una quantità enorme di vetrate e statue, nel mentre che l'85% della città di Reims veniva rasa al suolo.

Luogo sacro e martire, dunque. E pare un miracolo, a vedere le sbiadite foto scattate durante e dopo il terribile incendio del 19 settembre 1914, che già nel 1938 veniva riaperta, che i restauri siano riusciti a restituirle il suo splendore e che nel 1962 De Gaulle e Adenauer proprio nella cathédrale de Notre-Dame abbiano celebrato la riconciliazione franco-tedesca.

Una guida mostra i danni della guerra alla Cattedrale di Reims - foto Roberto Copello​

LA FACCIATA E L'INTERNO
Slanciata verso l'alto con una dinamica ascensionale che è un biglietto da visita di tutto il gotico, con mille cuspidi e pinnacoli che ne accentuano la verticalità, quasi spingendo in su fino a 83 metri dal suolo le due grandi torri traforate (dovevano essere sette ma dopo l'incendio del 1481 nessuno osò completare il progetto), la facciata occidentale della Cattedrale sembra davvero unire la terra al cielo. Ognuno dei suoi tre portali è grande come la porta di una singola chiesa. Quello centrale, il più ampio, è dedicato all'Incoronazione della Vergine e presenta sui piedritti altri episodi della vita di Maria: l'Annunciazione, la Visitazione e la Presentazione al tempio. Da notare, sopra il grande rosone centrale e sotto le torri campanarie, le 56 statue in fila nella Galleria dei Re, con al centro la statua di Clodoveo nel momento in cui viene battezzato.
 
San Nicasio di Reims decapitato dai Vandali, in un bassorilievo della facciata nord della Cattedrale di Reims - foto Roberto Copello​
 

La statua più contemplata e fotografata si trova però fra i santi e gli angeli ai lati del portale di sinistra: è l'Angelo del Sorriso (Ange au Sourire), famoso per l'espressione enigmatica con cui guarda alla sua destra, e che ne ha fatto il simbolo della Cattedrale, di Reims stessa e della scultura medievale francese. Scolpito tra il 1236 e il 1245, fu decapitato dai bombardamenti del 19 settembre 1914, quando la testa si staccò e cadde al suolo da oltre 4 metri, spaccandosi in una ventina di pezzi. Ricomposto già nel 1926 e poi ripulito alla perfezione nel 2010, oggi l'angelo sorride ai visitatori come se nulla fosse successo, un vero simbolo di resilienza artistica, religiosa e umana.


Il cosiddetto "Angelo del Sorriso", Cattedrale di Reims - foto Roberto Copello​

Ricchissimo di opere d'arte è anche l'interno della Cattedrale, lungo ben 138,75 m, largo 30 e alto 38 metri al suo centro. Da dove iniziare? C'è solo l'imbarazzo della scelta. Notevolissime, appena entrati, sono le statue della controfacciata. Sul pavimento della navata centrale una lapide indica il punto dove il vescovo della città saint Remi, ovvero san Remigio, il giorno di Natale del 496 avrebbe battezzato Clodoveo, il re dei Franchi che aveva sconfitto gli Alemanni nella battaglia di Tolbiac. Per questo per secoli proprio qui furono incoronati i re di Francia: come Carlo VII, consacrato il 17 luglio 1429 davanti agli occhi di Giovanna d'Arco, che vedeva così compiuta la propria missione. Nell'abside, realizzata da Prosper d'Epinay nel 1901, una lucente statua di Giovanna in bronzo argentato mostra un viso in avorio dall'espressione insolitamente trasognata, assai meno bellicosa di quella della Giovanna che sul piazzale della Cattedrale sguaina la spada verso la facciata.


L'interno della Cattedrale di Reims - foto Roberto Copello​

LE VETRATE, DAL MEDIOEVO A CHAGALL
Gioiello dei gioielli dell'interno sono però le vetrate, per le quali sin dal Duecento la Cattedrale di Reims era famosa. Purtroppo solo una parte di quelle originali è sopravvissuta nel corso dei secoli a incendi, bombe e fortunali. Fra le più belle vetrate antiche restano quelle del coro (1230-41) e soprattutto quelle del rosone nord del transetto, con la Creazione, Adamo ed Eva, Caino e Abele. Il recente restauro del grande rosone della facciata principale, dedicato all'Assunzione della Vergine e in forma di fiore a 16 petali, ha permesso di confermare la sua data di costruzione, il 1270. Per fortuna però la “fabbrica” della Cattedrale non si ferma: molte e belle vetrate sono state aggiunte negli ultimi cent'anni. Come quelle, notevoli, di Brigitte Simon, o come l'emblematica “vitrail du Champagne”, creata nel 1954 da Jacques Simon, che illustra ogni fase della lavorazione del vino e si è dunque imposta come un simbolo della regione.

Le vetrate del grande rosone a 16 petali della facciata occidentale - foto Roberto Copello​
Le vetrate più ammirate della Cattedrale, e gli artisti medievali non ce ne vogliano, sono però quelle di Marc Chagall. Erano stati il maestro vetraio Charles Marq e la moglie Brigitte Simon, il cui famoso atelier di Reims era e resta un'eccellenza mondiale nell'arte del vetro piombato, a realizzare le tante vetrate di Chagall in giro per il mondo. E proprio Marq nel 1971 convinse l'amico artista a venire nella sua città e a lasciare il suo inconfondibile segno nella Cattedrale. Per l'occasione il maître-verrier riportò in vita le tecniche medievali con cui nel '200 si produceva lo speciale blu dei fondali delle vetrate. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: un capolavoro artistico e teologico, con una vetrata centrale che interseca gli episodi della vita di Abramo e di Gesù Cristo, mentre nelle due finestre sui lati si fronteggiano simmetricamente le incoronazioni dei re di Giuda (Saul, Davide e Salomone) e quelle dei re di Francia (Clodoveo, san Luigi e Carlo VII).

Le vetrate di Chagall nella Cattedrale di Reims - foto Roberto Copello​

A sinistra e a destra della finestra di Chagall, poi, una vera esplosione di luce e colore sono le nove vetrate astratte firmate dal tedesco Imi Knoebel, alcune delle quali realizzate sempre dall'atelier Marq di Reims. Convinto della necessità di “tornare al linguaggio cromatico d'origine della Cattedrale”, l'artista ha assemblato 5502 vetri di nove colori per la vetrata del Sacro Cuore, 5401 di nove colori per quella di san Giuseppe e 5402 di ben 27 colori per quella di Giovanna d'Arco, donata nel 2015 dall'artista e dal governo tedesco come risarcimento per la distruzione della Cattedrale nel 1914. 
IL PALAIS DU TAU E IL MUSEO DELLA CATTEDRALE
Per comprendere appieno l'importanza della Cattedrale di Reims occorre visitare anche l'adiacente Palais du Tau, terzo luogo della città nella lista del Patrimonio Unesco (assieme alla Cattedrale e all'importante abbazia di Saint-Rémi, eretta attorno al Mille sulla tomba del santo). Una visita fondamentale perché nel palazzo, nonostante il suo aspetto barocco, già più di mille anni fa i re di Francia alloggiavano e si vestivano prima di farsi incoronare in Cattedrale. E qui festeggiavano con un sontuoso banchetto di cui si ha notizia già nell'anno 980 (l'ultimo si tenne nel 1825 per Carlo X). Il nome Tau deriva dalla pianta del primo palazzo carolingio, a forma di lettera T. Dell'edificio medievale resta solo la Cappella palatina, del 1207. Il palazzo fu poi ricostruito a fine '400 in stile gotico (attestato dalle volte a ogiva della Salle Basse) e in stile barocco a fine '600. Di notevole impatto è la sala d'onore dove si teneva il banchetto reale, ultimo atto della “sacralizzazione” del re. Non c'era infatti festa senza festino, non importa quanto allargato: se nel 1328 Filippo VI fece scorrere 60mila litri di vino, nel 1654 per la sua formale incoronazione il quattordicenne Re Sole Luigi XIV limitò i commensali a una trentina di dignitari laici ed ecclesiastici. Le donne, sempre rigidamente escluse, potevano assistere ai banchetti solo da una tribuna.

Il Palais du Tau - foto Roberto Copello​

Il Palazzo Tau merita poi la visita anche perché ospita il Museo della Cattedrale e ne conserva il favoloso Tesoro, con gli oggetti d'uso liturgico e i reliquiari che, in base a una tradizione risalente al Medioevo, ogni re donava in occasione della sua incoronazione. Fra i pezzi più pregiati e fastosi figurano il talismano di Carlo Magno (IX secolo), il calice di saint Remi (XII secolo), il reliquiario della Resurrezione offerto nel 1547 da Enrico II, la navicella di sant'Orsola donata da Enrico III nel 1574, i frammenti superstiti del reliquiario della Santa Ampolla rotto pubblicamente dal rivoluzionario montagnardo Philippe Rühl il 7 ottobre 1793. Esposta è anche una perfetta replica della corona usata nel 1722 per l'incoronazione di Luigi XV (l'originale è al Louvre), nella quale erano incastonate 64 pietre preziose, 230 perle e ben 282 diamanti, fra i quali il Sancy, celebre diamante di 55,23 carati. Notevolissimi, a fine percorso, sono infine i complessi scultorei originali della Cattedrale, come quello dell'Incoronazione della Vergine che era collocato nel portale centrale, dove ora è stato sostituito da una copia.

INFORMAZIONI
- Siti web www.reims.frwww.reims-tourisme.com.
Un consiglio d'autore. Proprio di fronte alla Cattedrale di Reims, sulla quale si affacciano molte delle sue 89 camere, La Caserne Chanzy Hotel & Spa è stato ricavato nella ex caserma dei vigili del fuoco, costruita negli anni 20 nello stile Art Deco che ha segnato la ricostruzione di Reims dopo la quasi totale distruzione subita nella Grande guerra. Da poco entrato nella Autograph Collection del gruppo Marriott (autograph-hotels.marriott.com), l'albergo omaggia nei suoi interni la regione delle bollicine più note del mondo, rimandando al tema Champagne nei lampadari come nella moquette. La brasserie La Grande Georgette (dove lo chef Aurélien Coniglio propone una cucina “bistronomica”) evoca invece nei suoi arredi proprio una caserma dei pompieri. E al centro del cortile interno dell'hotel si erge ancora il Castello di manovra, ovvero l'alta torre di esercitazione tipica nelle caserme dei Vigili del fuoco.

La vista da La Caserne Chanzy Hotel & Spa, Marriott Autograph Collection, sulla Cattedrale di Reims - foto Naiim de la Lisière