- Itinerario nei luoghi di Raffaello: dove andare per scoprire il Genio del Rinascimento
Perché Raffaello è così amato? Tra tutti gli artisti che ci ha regalato il Rinascimento, il genio di Urbino - celebrato nel 2020, a 500 anni dalla morte - è senz'altro uno di quelli che più incontra il favore del grande pubblico. In parte è perché le sue opere parlano facilmente a chi le ammira, specialmente le tante Madonne dolci e bellissime ospitate nei musei di mezzo mondo. In parte è perché tutti i geni con vita breve - Raffaello si spense a soli 37 anni - entrano presto nel mito, diventando icone della loro arte. Ma c'è qualcosa che sfugge, in Raffaello, e che forse lo rende ancora più intrigante: le sue opere sono talmente serene e concluse, prive dell'ambiguità leonardesca e del dramma michelangiolesco, che appaiono quasi inafferabili e divine.
In questa pagina vi vogliamo portare a conoscere le opere più belle di Raffaello, scegliendole tra le tante della sua produzione. Ben sappiamo che la scelta è soggettiva: segnalateci nei commenti altre opere che amate particolarmente!
Tavola, cm 174x121
Milano, Pinacoteca di Brera
Raffaello aveva appena 21 anni, quando dipinse lo Sposalizio della Vergine: era ancora a Città di Castello, il centro umbro dove lavorò da giovane prima di trasferirsi in Toscana e poi a Roma. E aveva certamente visto l'opera di Perugino, uno dei suoi maestri, che dipinse lo stesso soggetto per una chiesa di Perugia. Qualche anno fa alla Pinacoteca di Brera le due opere sono state per la prima volta messe a confronto: un'occasione irripetibile - la tela di Perugino è oggi a Caen, in Francia - per scoprire diversità e somiglianze, evoluzioni dello stile e creatività dei due artisti (leggete il nostro articolo dedicato). Nell'opera di Raffaello notate l'armonia tra spazio, figure e architettura: tutto è già perfettamente sereno, bilanciato, nel segno di quella che sarà tutta la produzione dell'artista urbinate.
Tavola, cm 47,5x33
Firenze, Galleria degli Uffizi
Guardiamolo in faccia, questo maestro del Rinascimento: Raffaello è uno dei pochi artisti rinascimentali di cui si conoscono le fattezze, grazie ad almeno tre autoritratti. Questo, conservato a Firenze, è il più famoso: capelli castani lunghi (segno distintivo anche nelle altre opere), berretta che lascia scoperta la fronte, una camicia increspata che appare sotto una veste scura. Nessuno mette in dubbio che il ragazzo sia Raffaello, ma qualcuno dice che l'opera non sia sua: tuttavia, alcune indagini hanno reso evidente come sotto la pittura ci sia un disegno accurato, eseugito con una tecnica consona a un autoritratto. Raffaello aveva circa 21-23 anni quando si dipinse: era già un pittore affermato.
Tavola, cm 107x77
Firenze, Galleria degli Uffizi
Soprattutto nella prima metà della sua esperienza artistica, a Raffaello vengono commissionate numerose Madonne, spesso ritratte insieme a Gesù Bambino e a San Giovannino. Guardandole non si può che comprendere il perché: l'abilità di Raffaello nel definire sguardi, trasmettere dolcezza, ispirare armonia è insuperabile e non paragonabile ad alcun artista rinascimentale. Tra le tante che ci ha lasciato, bellissime variazioni su uno stesso tema, ricordiamo la bellissima Madonna della Seggiola (Uffizi) e la Madonna del Cardellino, in cui i due bambini accarezzano un piccolo cardellino /che simboleggia la Passione di Cristo) mentre Maria li sorveglia dolcemente. Il dipinto è stato restaurato recentemente (2008): sono emersi colori vividi e luminosi e dettagli di cui si era persa la cognizione. Ne rimarrete incantati.
Tavola, cm 122x80
Parigi, Musée du Louvre
Raffaello è famoso per gli sguardi dei suoi personaggi, ma non era certo meno abile nel dipingere i paesaggi. Allo stesso modo del dipinto precedente, guardate quello che fa da sfondo a La Bella Giardiniera, com'è chiamata questa tavola che raffigura la Madonna con il Bambino e San Giovannino: è etereo, perso nei vapori della foschia mattutina, evoca il sogno, proprio come quelli del Maestro Leonardo. Peraltro questo dipinto è ricco di citazioni da Leonardo e Michelangelo: su uno schema piramidale "classico", Raffaello usa le figure scorciate di tre quarti (tipiche di Michelangelo) e linee curve che richiamano dipinti di Leonardo. Tutta di Raffaello, come sempre, la dolcezza degli sguardi tra la Madonna e Gesù, le espressioni, i soffici capelli di Maria.
Affresco, base cm 770 circa
Città del Vaticano, Stanza della Segnatura
Le Stanze Vaticane dipinte da Raffaello sono un capolavoro a sé, che meriterebbe un discorso a parte. Tra tutti gli affreschi che ornano i muri, ne scegliamo due. Il primo è la famosissima Scuola di Atene, dipinta nella Stanza della Segnatura: Raffaello scelse qui di raffigurare la ricerca razionale della verità (che si compenetrava con quella rivelata dal Cristianesimo). Così, all'interno di un'architettura classica, sono rappresentati filosofi e saggi dell'antichità, dominati da Platone e da Aristotele: tutti discutono animatamente o sono assorti nei loro pensieri. Ma l'interesse dell'affresco è ancora maggiore, poiché in molti dei filosofi antichi si distinguono personaggi coevi a Raffaello: Platone è Leonardo da Vinci, Eraclito è Michelangelo, all'estrema destra compaiono il Sodoma e Raffaello stesso.
Affresco, base cm 660 circa
Città del Vaticano, Stanza di Eliodoro
Abbiamo scelto quest'affresco perché contrapposto alla Scuola di Atene: là molti personaggi e un'atmosfera luminosa, qui pochi ritratti e una luce buia. E poi, perché Raffaello dipinge come in un fumetto, peraltro adeguandosi ai limiti della stanza di Eliodoro, che presenta una porta sotto la lunetta. Leggete l'affresco in questo modo: al centro l'angelo appare a Pietro addormentato, a destra Pietro viene liberato dal carcere, a sinistra i carcerieri scoprono la sua liberazione. Tutto è naturalmente concepito per celebrare il trionfo finale della Chiesa, soprattutto in realazione agli avvenimenti politici che avevano colpito gli ultimi anni del pontificato di Giulio II, protettore di Raffaello morto nel febbraio 1513.
Tavola, cm 108x80
Londra, National Gallery
Ma come? Il protettore di Raffaello gli chiede un ritratto e Raffaello lo raffigura come triste e abbacchiato? Eppure a papa Giulio II questo dipinto piaceva, e anche molto, se è vero che secondo una serie di testimonianze cinquecentesche il dipinto veniva esposto in occasioni solenni nella chiesa di Santa Maria del Popolo. Comunque sia, Raffaello è maestro nel rendere la psicologia del personaggio che ritrae - una caratteristica che rende capolavori tutte le sue opere. Anche in questa tavola, l'immagine del papa - pur inanellato e vestito di ricchi paramenti - risulta intima, meno ufficiale, più vicina a chi lo sta guardando. E il verde di sfondo non fa che contrastare l'espressione del papa.
Tela, cm 265x196
Dresda, Gemaldegalerie
E pensare che questo capolavoro avrebbe potuto essere ammirato nella chiesa di San Sisto a Piacenza, per la quale venne relizzato. Dal 1754, invece, si trova a Dresda, in Germania, la città di Augusto III di Sassonia, alla quale fu venduta dai monaci della chiesa. La tela è tra le più celebri di Raffaello per molti motivi: la dolcezza ineffabile e insieme attraente della Vergine, la sua apparizione sulle nuvole, il tendaggio che si apre come in un sipario. E non da ultimi i due angioletti che guardano la scena, divenuti elementi imprescindibili della cultura pop dei nostri giorni. La Madonna ha probabilmente le fattezze di Margherita, figlia del senese Francesco Luti, conosciuta come la Fornarina: ovvero la donna amata da Raffaello.
Tela, cm 82x60,5
Firenze, Galleria Palatina di Palazzo Pitti
Giorgio Vasari racconta nella biografia di Raffaello di "una sua donna la quale Raffaello amò fino alla morte" e che "di lei fece un ritratto bellissimo, che pareva viva via; il quale è oggi in Fiorenze appresso il gentilissimo Matteo Botti mercante fiorentino.... tenuta da lui come reliquia per l'amore che egli porta all'arte e particularmente a Raffaello". Questo ritratto raffigura sempre la Fornarina, di cui abbiamo parlato con la Madonna Sistina? Nessuno può dirlo con certezza. Certo è che la giovane donna è vestita con grande eleganza: una veste in seta bianca, rifinita in oro; un velo bianco, forse in lino; una spilla nei capelli. E che ci guarda con una complicità sorprendente - come tanti altri personaggi di Raffaello, per esempio quel magnifico Baldassar Castiglioni conservato al Louvre).
Tavola, cm 405x278
Città del Vaticano, Pinacoteca Vaticana
Se i ritratti e le Madonne sono le opere più conosciute di Raffaello, non bisogna dimenticare che l'artista dipinse anche opere drammatiche e dense di personaggi. Come Lo Spasmo di Sicilia, conservato al Prado di Madrid, e questa Trasfigurazione, tavola commissionata a Raffaello dal cardinale Giulio de' Medici (il futuro papa Clemente VII) e poi collocata nella chiesa romana di San Pietro a Montorio. Sono gli ultimi anni di Raffaello, in cui l'artista è impegnato a Roma come architetto e urbanista; anni in cui comunque non trascura la pittura, privilegiando opere di grande formato: nella Trasfigurazione unisce due episodi, quello della Trasfigurazione di Cristo sul monte Tabor (parte superiore della pala) e quello degli Apostoli che attendono la resurrezione del Signore e del miracolo dell'Indemoniato (parte inferiore). Un lavoro da cui si evince ancora una volta una grande maestria nella composizione e nella rappresentazione, ma che forse denota un po' meno degli altri l'unicità del grande pittore urbinate.