Poiché fin dall’antichità la città era lontana da corsi d’acqua, già nel medioevo si andò alla ricerca di sorgenti sotterranee. Furono così realizzati 25 km di gallerie chiamate “bottini” che incanalavano e recuperavano le acque piovane. Due i rami principali, chiamati Fontebranda, il più profondo e antico, e fonte Giaia, che alimenta l’omonima fonte in piazza del Campo. Oggi una parte dei bottini è stata recuperata ed è protagonista di visite guidate gestite dall’amministrazione comunale.
Le Marche sono una regione sorprendente e anche dal punto di vista ipogeo si rivelano un luogo incredibile. Non solo ospitano le grotte probabilmente più famose e spettacolari d’Italia, quelle di Frasassi (il Comune è Genga, Bandiera Arancione Tci), ma ben due cittadine del territorio marchigiano vantano itinerari sotterranei estesi e affascinanti.
A Urbino, celebre per il palazzo Ducale, ha sede un Gruppo Speleologico che ha mappato pozzi e cisterne (rispettivamente 300 e 19) e che invita a scoprire i sotterranei proprio del Palazzo Ducale, un intrico di stanze e cunicoli utilizzati in passato per la raccolta delle acque piovane e in parte visibili con tanto di pannelli esplicativi multimediali all’ingresso. Sotterranee sono pure le quattro cappelle del SS. Crocifisso della Grotta, note come “grotte del Duomo”; ma la cavità più importante di Urbino è la condotta di Santa Lucia, una galleria di 270 metri scavata nella roccia in epoca quattrocentesca, accessibile solo ai gruppi speleologici.
L’altra località marchigiana che rivela un sottosuolo sorprendente è Osimo, in provincia di Ancona. Osimo sotterranea si snoda per 9 km e 88 grotte e nicchie scavate nel tufo, raccordate tra loro e con ingressi posizionati in corrispondenza degli antichi palazzi nobiliari e delle fonti d’acqua. All’interno, al ricchezza di sculture, bassorilievi e dipinti rivelano un utilizzo per scopi religiosi. Le cosiddette grotte di Osimo sono aperte tutto l’anno con visite guidate e i biglietti sono cumulativi con le vicine grotte di Camerino.
Sempre nelle Marche, infine, una citazione è doverosa per le cisterne romane della città di Fermo, un capolavoro di ingegneria idraulica di età augusta di 22mila metri quadrati sotto l’ex convento di S. Domenico, nel centro storico, accessibili da via Aceti.
Il viaggio nella Perugia sotterranea può iniziare dal complesso di gallerie e cunicoli che si sviluppa per oltre un chilometro sotto al cattedrale di S. Lorenzo: lungo il percorso si incontrano reperti di epoca etrusca, romana e tardomedievale. I sotterranei della Rocca Paolina, citati perfino in una poesia di Giosuè Carducci, "Il canto dell’amore", sono invece accessibili da porta Marzia. In piazza Danti si trova l’accesso al pozzo Sorbello, di epoca etrusca (III secolo a.C.).
Molto più recente è poi il bunker di Sant’Ercolano, realizzato nel 1940 nel sottosuolo dell’omonima chiesa, che si estende da corso Cavour sino alla Rocca Paolina, poteva i ospitare fino a 300 persone (ma fortunatamente non fu mai utilizzato) e oggi è visitabile su prenotazione.
Edificata sulla sommità di un pianoro tufaceo, era inevitabile che il sottosuolo di Orvieto fosse nei secoli oggetto di scavi. Sotto il tessuto urbano infatti si sviluppa una città sotterranea costituita da una fitta rete di grotte e cunicoli, in parte risalenti all’epoca etrusca. Orvieto Underground ha censito oltre 1200 cavità delle più svariate dimensioni. Fra queste sicuramente un posto d’onore spetta ai pozzi: i due più celebri sono il pozzo della Cava e quello di S. Patrizio, entrambi visitabili (ingresso ridotto per i soci Tci). Profondo 60 metri e largo 13, lo si discende attraverso una scalinata elicoidale di 248 gradini, il pozzo di S. Patrizio è un capolavoro di ingegneria che risale al Cinquecento e la sua visita regala anche inaspettati giochi di luce proiettati sulle pareti.
Come Milano, molto più di Milano, la Roma sotterranea è un succedersi pressoché infinito di reperti archeologici di epoca romana: terme, anfiteatri, stadi, cisterne… sono numerose le pagine della guida Tci “Meraviglie sotterranee” dedicate all’Urbe eterna. Qui ci limiteremo a citare solo alcuni dei luoghi visitabili, a loro volta una piccola parte di quanto cela il sottosuolo romano.
Sotto piazza Navona ci sono i resti dello stadio di Domiziano (accesso da via di Tor Sanguigna), le terme di Caracalla si estendono addirittura su tre piani sotterranei; la Domus Aurea è forse l’esempio più spettacolare di sito archeologico ipogeo. Da segnalare anche le catacombe della prima cristianità, come quelle di S. Sebastiano sull’Appia Antica, di Domitilla sulla via Ardeatia, di Priscilla sulla Salaria. Fra i sotterranei di epoca recente, invece, un posto di primissimo piano lo ospita il bunker fatto costruire da Benito Mussolini sotto Villa Torlonia (visite guidate su prenotazione).
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